La cometa di Halley fonte: corriere.it |
Quello che vogliamo raccontarvi quest'oggi è un episodio singolare che pochi conoscono, ma di cui, se si sceglie di analizzare a fondo la Storia, si arriva a comprendere l'importanza.
Siamo nel 536 D.C. Il celeberrimo Imperatore Romano d'Oriente Giustiniano è nel pieno del suo piano di riconquista dell'Occidente per riunire sotto un'unica corona, la sua, il glorioso impero che fu dei Cesari. Il suo braccio destro militare Belisario ha già completato l'annessione dell'Africa Settentrionale e delle due isole italiche, Sicilia e Sardegna. Si prepara dunque a sbarcare sul continente.
I progetti di Giustiniano e Belisario sono però destinati a naufragare miseramente; non perché essi si trovino di fronte un esercito formidabile e valoroso che li sopraffaccia. Ci pensa qualcos'altro.
Procopio di Cesarea, fonte di informazioni numero uno quando si tratta di Giustiniano, riporta che in quell'anno "il Sole iniziò a mostrarsi come un flebile disco". Ricordate il passo biblico che racconta di come, mentre Gesù si trova sulla croce, il cielo e il sole si oscurino totalmente e improvvisamente? Bene, nel 536 si verifica all'incirca lo stesso fenomeno. Solo che questa volta il tutto si protrae per un anno intero.
Il sopracitato Procopio non è d'altra parte l'unico a riportare l'evento. Come cita Franco Capone nel suo articolo apparso sulla rivista Focus Storia (n.96 dell'ottobre 2014), Zaccaria di Mitilene e Cassiodoro descrivono più specificamente il fenomeno: "Il Sole si oscurava di giorno così come la Luna di notte, mentre l'oceano era in tumulto con nebbie e vapori; dal 24 di marzo di quell'anno al 24 giugno dell'anno successivo, ci furono freddo e neve in abbondanza, gli uccelli morivano, gli uomini erano in difficoltà" è la versione di Zaccaria. Cassiodoro rincara la dose: "Il Sole sembra aver perduto la sua luminosità, appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l'ombra dei nostri corpi".
Gli eventi del 536 non sono che la punta di un iceberg che sprigiona la sua potenza devastatrice nel successivo decennio, caratterizzato da rovinose carestie, ribellioni popolari causate dalle miserande condizioni di vita, e soprattutto immani epidemie, una su tutte la peste.
Il morbo appena citato ci riporta direttamente alla vicenda di Giustiniano; la peste miete vittime senza pietà tra la popolazione dei territori da lui controllati, un quarto sul totale dell'Impero bizantino. Ed è proprio qui che la Storia è a un bivio: cosa sarebbe accaduto senza questi fenomeni climatici/atmosferici straordinari? L'Impero Romano, sotto l'egida di Giustiniano, sarebbe davvero potuto tornare all'antico fulgore? Non lo sapremo mai.
Addentriamoci però ulteriormente negli eventi del 536. Ce ne siamo occupati in relazione alla regione mediterranea, ma le fonti assicurano che in realtà il tutto è su vastissima scala. Agricoltura annientata nelle regioni britanniche; forte inaridimento delle vaste steppe della Russia e dell'Asia, che costringono le popolazioni stanziate in quei territori a spostarsi e a giungere fin nella penisola balcanica.
Ma si arriva fino in Estremo Oriente e nelle Americhe: si hanno notizie sulla decimazione (un eufemismo, addirittura il 75%) delle genti cinesi, scomparsa del bestiame nelle regioni mongole.
Le ribellioni in Messico e Perù sono al contrario di natura più "mistica": in quanto società teocratiche, sono gli dèi il primo bersaglio della popolazione, duramente provata dal freddo e dalla fame. Sono molteplici, in questo senso, gli assalti e le distruzioni di templi e luoghi sacri.
A questo punto, però, la domanda sorge quasi spontanea: qual è la ragione di questo spaventoso fenomeno?
Nei secoli, la scienza ha provato a fornire una spiegazione che fosse più convincente della collera divina. La prima cosa appurata è che l'oscurità debba essere stata necessariamente provocata da un sollevamento nell'atmosfera di polveri e detriti. Provocato però da cosa?
Un'ipotesi interessante ha iniziato a prendere corpo nel 2008, in occasione del ritrovamento, in Groenlandia, di uno spesso cumulo di sostanze ad alto contenuto di zolfo, databili proprio intorno al 536, depositatosi lì in seguito ad un'eruzione vulcanica.
Si tratta, con ogni probabilità, dell'Ilopango, in Salvador. C'è però un altro problema: le sostanze eruttate dall'Ilopango non avrebbero mai potuto rimanere sospese nell'atmosfera terrestre per dieci anni e più, quindi ci dev'essere di più. Entra nella vicenda la notoria cometa di Halley.
Essa infatti transita nei pressi della Terra intorno al 530, e scarica diverso materiale ghiacciato nell'atmosfera che poi si "schianta" sul nostro pianeta, pare nella zona del golfo di Carpentaria in Australia, uno dei maggiori epicentri.
Rimandiamo ad alcuni studi chi volesse approfondire l'argomento: i più autorevoli sono quelli di David Keys (Catastrofe!), l'honkonghese David Zhang e l'irlandese Michael Baillie, che se ne sono ampiamente occupati, specialmente alla ricerca delle cause.
Noi vogliamo chiosare con una riflessione: spesso ci siamo ritrovati a parlare di organizzazioni segrete, che decidono i destini della nostra società e delle nostre vite. Essi tengono in mano tutto, il potere supremo di indirizzare la storia e gli eventi in modo da favorire i propri interessi. C'è però qualcosa che persino questi potenti dell'ombra non possono controllare e governare; la si può chiamare natura, lo si può chiamare volere divino, in base alla nostra fede e al nostro spirito. Ma la sostanza non cambia; anche loro devono rendere conto a qualcosa, anche i loro piani possono andare all'aria. Questo ci dimostra ancora una volta, nel buio della nostra realtà, che uno spiraglio di luce lo possiamo ancora scorgere. Facciamo sì che non si spenga.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
Molto interessante.
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