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sabato 21 maggio 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: THOMAS SANKARA, IL CHE GUEVARA AFRICANO

                                           Fonte foto: Wikipedia

Con la rubrica di oggi ritorniamo a parlare di un altro grande uomo africano. Dopo avervi raccontato la storia di Ken Saro-Wiwa, attraverso l'analisi di una canzone di un gruppo rock italiano "Il Teatro degli Orrori", la puntata di oggi è invece dedicata a Thomas Sankara, un uomo che con le sue gesta ha ricordato per certi versi Ernesto Che Guevara, tanto da essere indicato comunemente come "il Che Guevara d'Africa".

Thomas Isidore Noel Sankara è nato il 21 dicembre 1949 a Yako, Alto Volta (l'odierno Burkina Faso), ed è morto a Ouagadougou, in Burkina Faso,  il 15 ottobre del 1987. Il suo carisma era enorme, tanto da farsi apprezzare da tutta l'Africa nera. Fu proprio lui a cambiare il nome di Alta Volta in Burkina Faso, divenendo presidente della nazione dal 1983 fino al 1987, impegnandosi personalmente nelle riforme per cercare di contrastare la povertà. Nato in una famiglia profondamente cattolica, frequentò la scuola elementare fino a conseguire il diploma nel 1966. Nonostante le pressioni della famiglia, che desiderava per lui un futuro da prete, scelse invece la carriera militare, trasferendosi in Madagascar, dove si formò come ufficiale nell'esercito, assistendo alle rivolte del 1971 e del 1972 contro il presidente Philibert Tsiranana. Fu proprio in Madagascar che incominciò ad avvicinarsi alle teorie marxiste-leniniste, che lo influenzeranno per tutto il resto della sua vita.

Tornato nel suo paese nel 1972, prese parte alla guerriglia che vedeva impegnato l'allora Alto Volta contro il Mali, ma in seguito decise di aderire al pacifismo, ritenendo inutili e ingiusti qualsiasi tipo di conflitto. In quegli anni divenne celebre come chitarrista del gruppo "Tout-à-Coup Jazz". Nel 1976, dopo essere diventato comandante del centro di addestramento dell'esercito, formò insieme ad altri giovani ufficiali, tra cui Blaise Compaoré, un'organizzazione segreta chiamata "Raggruppamento degli Ufficiali Comunisti (ROC), in totale contrasto col presidente Saye Zerbo, salito al potere attraverso un colpo di stato. Nel settembre del 1981 fu nominato Segretario di Stato, ma ben presto finì per rassegnare le dimissioni in totale disaccordo col regime, a suo parere molto distante dalle esigenze della popolazione: il lusso esibito dagli alti gradi dell'esercito non faceva altro che rafforzare le sue idee progressiste, tanto da presentarsi in bicicletta alla prima riunione di governo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'arresto di un giovane capitano; fu all'epoca che pronunciò alla radio una frase che lo rese ben presto celebre e scomodo per il regime instaurato da Zerbo: "guai a prendere in giro il popolo".

Nel 1982, dopo l'ennesimo colpo di stato che sconvolse l'allora Alto Volta e che portò al potere Jean Baptiste Ouedraogo, in seguito alla sua popolarità, venne nominato Primo Ministro. In quel periodo le sue idee, la sua simpatia e il suo stile di vita semplice gli permisero di godere di una popolarità sempre più crescente, tanto da provocare una rivolta popolare in seguito alla decisione di Ouedraogo di metterlo agli arresti domiciliari insieme ad altri esponenti della sua politica. Nel 1983, insieme al suo amico Compaoré e con l'aiuto della Libia, riuscì a rovesciare il regime del dittatore Ouedraogo, diventando presidente nello stesso anno. L'anno seguente, cambiò il nome dell'Alto Volta in Burkina Faso, che nei due idiomi più diffusi della nazione significa "Terra degli uomini integri". Inoltre, decise di modificare la bandiera e di comporre un nuovo inno.

Nel dicembre del 1985 fu ordinato un censimento generale della popolazione burkinabé. Per errore, però, gli addetti al censimento sconfinarono in Mali, causando un conflitto diplomatico che si trasformò subito in una guerra nota come "la Guerra di Natale", durata cinque giorni e terminata con la morte di cento persone, quasi tutte concentrate nella città di Ouahigouya, presa di mira dall'esercito maliano. La carriera, e con lei la vita di Sankara, fu stroncata improvvisamente  il 15 ottobre 1987. Sankara fu ucciso insieme a dodici ufficiali in un colpo di stato organizzato dal suo ex compagno e amico Blaise Compaoré. Il tradimento di Compaoré, avvenne con l'appoggio della Francia, degli Stati Uniti e dei militari liberiani. Bisogna ricordare che Sankara aveva attaccato diverse volte il presidente francese Mitterand, accusandolo di appoggiare il governo di Pieter Willem Botha in Sudafrica, e aveva rifiutato di appoggiare il presidente libico Charles McArthur Ghankay Taylor, uno dei dittatori più temuti di tutta l'Africa nera, tanto da essere ricordato tra i signori della guerra. Taylor è attualmente detenuto presso l'Istituto Penitenziario Haaglanden a L'Aia, in Olanda. 

"Per l'imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità" (Thomas Sankara)

Mente libera, occhi aperti
                                        Lo Sciacallo, Marcus L. Mason