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sabato 16 gennaio 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: KEN SARO-WIWA


                       Bandiera del popolo Ogoni creata da Ken Saro-Wiwa, fonte Wikipedia


A partire da questo sabato, Lo Sciacallo inaugura una nuova rubrica che avrà come obiettivo quello di ridare lustro a personaggi della storia, sia recente che passata, siano essi studiosi, politici, artisti o scienziati, finiti nel dimenticatoio in quanto scomodi o poco elogiati nonostante il loro impegno civile e sociale. Ebbene, ogni sabato, su questo blog troverete una storia interessante da leggere; quella di oggi riguarda un poeta e scrittore nigeriano scomparso nel 1995: il suo nome era Ken Saro-Wiwa.

La sua storia e semisconosciuta e non viene mai raccontata, a differenza di quella di molti altri suoi colleghi. Già, ma chi era Ken Saro-Wiwa? Ken Saro è stato un poeta e scrittore nigeriano, noto nell'Africa postcoloniale per il suo impegno civile mirato al riconoscimento delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger, vittime di abusi da parte delle grandi multinazionali del petrolio (in particolare la Shell), responsabili di continue perdite che hanno devastato l'ecosistema, causando piogge acide in un territorio abitato da circa trenta milioni di persone, per lo più di etnia Ogoni.

Nel 1990 diventa promotore del Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP): tale movimento riuscì a catalizzare l'attenzione della comunità internazionale, in virtù di una manifestazione composta da 300000 persone guidata dallo stesso poeta nigeriano poco dopo la sua scarcerazione (era stato arrestato senza processo).

Arrestato due volte nel corso del 1994, con l'accusa di essere stato il mandante di alcuni omicidi ai danni di presunti oppositori del MOSOP, venne giustiziato tramite impiccagione, in una triste notte del 10 novembre 1995, assieme ad altri 8 attivisti del MOSOP, suscitando lo sdegno di tanti attivisti per i diritti civili. L'anno seguente, l'avvocato per la Center for Costitution Rights, Jenny Green, avviò una causa nei confronti della compagnia petrolifera, denunciando il coinvolgimento della stessa nell'omicidio del poeta.

Il processo, iniziato dopo ben tredici anni dalla denuncia dell'avvocato Green, vide il patteggiamento della Shell, che ha accettato il pagamento di 15 milioni e mezzo di dollari. Nelle motivazioni, la Shell ha spiegato questa scelta, adducendo come motivazione il fatto di aiutare il processo di riconciliazione, quindi, negando di fatto il coinvolgimento nell'omicidio.

Ma qual è la vera prigione in questo mondo? Ce lo spiega bene lo stesso poeta, irriducibile avversario dei potenti e fedele amico della libertà. Un eroe cancellato dalla memoria corta di molti, e che Lo Sciacallo vuole riportare alla luce, rendendo omaggio a un uomo le cui gesta devono servire da esempio per tutti noi. Di seguito vi riportiamo una sua poesia scritta durante la prigionia.

LA VERA PRIGIONE

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

Chiudiamo questo articolo, riportandovi il testo di una canzone del gruppo Noise Rock italiano, Il Teatro Degli Orrori, "A Sangue freddo", tratta dall'omonimo album del 2009, e dedicata proprio all'indimenticabile Ken Saro-Wiwa, che trae ispirazione da La vera prigione.

Mente libera, occhi aperti
                                                               Lo Sciacallo, Marcus L. Mason

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?                                         

Il poeta nigeriano,

Un eroe dei nostri tempi.

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Perché troppo ha amato

L'hanno ammazzato davanti a tutti.

Bugiardi dentro, fuori assassini.

Vigliacchi in divisa,

Generazioni intere ingannate per sempre

A sangue freddo.


Ken Saro Wiwa è morto!

Evviva Ken Saro!

Non è il tetto che perde, non sono le zanzare.

Non è il cibo meschino: non basterebbe a un cane.

Non è il nulla del giorno che piano sprofonda nel vuoto della notte.

Sono le menzogne! Che ti rodono l'anima.

In agguato, come sempre, la paura di morire.



Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Il poeta nigeriano,

Un eroe dei nostri tempi.

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Perché troppo ha amato

L'hanno ammazzato davanti a tutti.



Io non mi arrendo,

Mi avrete soltanto con un colpo alle spalle.

Io non dimentico, e non mi arrendo.

Io non mi arrendo.

E' nell'indifferenza che un uomo,

Un uomo vero, muore davvero.



Quanto grande è il cuore di Ken Saro Wiwa!

Forse l'Africa intera.

Il nulla del giorno sprofonda piano nel vuoto della notte.

Avete ucciso Wiwa!

Ladri in limousine, che Dio vi maledica.

Pagherete tutto e pagherete caro.



Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa,

Saro Wiwa è ancora vivo.

Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa,

Saro Wiwa è ancora vivo.

Bugiardi dentro, fuori assassini.

Vigliacchi in divisa,

Generazioni intere ingannate per sempre

A sangue freddo.