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giovedì 7 aprile 2016

"GARAGE OLIMPO" DI MARCO BECHIS: STORIA DI UNA DESAPARECIDA QUALSIASI


fonte: unosguardoalfemminile.it

Lo avevamo anticipato in occasione del nostro pezzo incentrato sull'Operazione Condor (ecco il link: http://sciacallo2.blogspot.it/2016/03/operazione-condor-lennesima-vergogna.html), ed ecco arrivato il momento di tornare ad occuparci di cinema; si tratta di cinema impegnato, il miglior esempio di denuncia ai terribili regimi militari che hanno dilagato in Sudamerica negli anni '70.
Nel 1999 il regista italiano Marco Bechis gira Garage Olimpo, un film destinato a fare storia, perché come nessun altro riesce a insinuarsi tra le pieghe degli animi di torturatori e torturati, con l'obiettivo di provare a dare un senso a un male, ad un orrore che ci appare ancora più agghiacciante proprio perché non riusciamo a spiegarlo.

Bechis è nato a Santiago del Cile nel 1955 da madre cilena e padre italiano. Cresce in Sudamerica tra Brasile ed Argentina per poi stabilirsi a Milano nel 1977. Svolge diversi lavori prima di concentrarsi sul cinema: maestro elementare, fotografo polaroid e video-artista.
Il suo esordio in ambito cinematografico si colloca nel 1991, con Alambrado, pellicola dai forti contenuti sociali focalizzata sullo sfruttamento, da parte delle multinazionali, delle aree verdi dell'Amazzonia e della Patagonia.
Ma è il tema dei desaparecidos che da sempre attrae l'attenzione di Bechis. Già nel 1982, durante il periodo di frequentazione della scuola di cinema Albedo di Milano, aveva realizzato un video-installazione su un campo di concentramento argentino, intitolato Desaparecidos, dove sono? Proprio da questo suo lavoro giovanile trae ispirazione per realizzare il suo capolavoro, Garage Olimpo.

Il film, ambientato nell'Argentina del 1978, nel pieno della dittatura di Videla, narra la vicenda di Maria, una giovane attivista militante e maestra nella piccola scuola di una favela. Improvvisamente, un giorno, la ragazza viene rapita e imprigionata in uno scantinato (il "Garage Olimpo" del titolo); lo shock per lei è ancora più devastante quando le vengono tolte le bende e si accorge che uno dei suoi aguzzini non è nient'altri che Felix, affittuario nella villa dove lei viveva. Il giovane aveva tentato anche degli approcci galanti nei confronti di Maria, e più volte durante il film è chiaro che i sentimenti di Felix sono ancora forti. In effetti, Maria comprende di non essere indifferente al suo torturatore e cerca di volgere la situazione a suo vantaggio, baciandolo e facendogli capire di ricambiare la sua attrazione. Prova quindi a fuggire dalla sua prigione ma è rapidamente ripresa.

Contemporaneamente si sviluppano due storie parallele: la prima è quella della madre di Maria, Diane (interpretata dall'attrice francese Dominique Sanda), che smuove mari e monti per ritrovare sua figlia, invano. Finirà ingannata e uccisa.
La seconda vede protagonista un'altra attivista e guerrigliera, Ana, che riesce, sfruttando l'amicizia con la figlia, a piazzare una bomba nell'appartamento del comandante del centro di detenzione denominato "Garage Olimpo".

Ciò che stupisce di più, che prende letteralmente lo stomaco, del film è la concretezza dello stesso. Bechis sceglie di non utilizzare la violenza e il sadismo per esprimere l'orrore delle torture. La barbarie e le ingiustizie si intuiscono e tutto ciò arriva a trasmettere sensazioni ancora più sconvolgenti. Il regista decide di rappresentare gli aguzzini eliminando ogni eccesso di spettacolarizzazione o di scene madri, semplici giovani di strada che parlano di cose di poco conto e che giocano a ping-pong. Interessante è anche la scelta registica di catturare più volte la città di Buenos Aires tramite dei lunghi piani sequenza dall'alto, mettendo in scena la metafora di un potere occulto che tutto vede e che su tutto veglia.
Il film, in una sorta di climax emozionale, si conclude con una scena emblematica che denuncia inconfutabilmente una delle pratiche più disumane e inconcepibili di quei regimi: i voli della morte.
Dopo la morte del comandante, tutti i detenuti devono lasciare il Garage Olimpo, e tra loro anche la stessa protagonista Maria. Vengono fatti salire su un aereo senza alcuna spiegazione sulla destinazione. Il loro destino è segnato: l'inquadratura finale mostra il carrello dell'aereo che si apre in mezzo all'oceano, con il campo che si allarga.

Bechis completerà il suo dittico sui desaparecidos nel 2002 quando realizzerà Figli-Hijos. In questo caso si concentrerà su un altro aspetto altrettanto importante: cosa si prova quando si scopre che i propri genitori non sono tali e si viene a sapere di essere figlio di due desaparecidos? Anche questa pellicola merita una visione.

Il video qui di seguito è la spaventosa scena finale.


Mente libera, occhi aperti
                                             Lo Sciacallo, Marcus L.Mason