Esecuzione sommaria di Herero fonte: storiain.net |
Cari lettori, vogliamo cominciare il nostro pezzo di oggi con un'affermazione tanto perentoria, quanto scontata per certi versi: il Novecento è stato il secolo più nefasto della storia dell'umanità. Se è vero che di guerre ne sono sempre state combattute, i poveri hanno sempre vissuto nella miseria, e le ingiustizie sociali ce le ricordiamo dai tempi dei fatti della Bibbia, nel XX secolo l'uomo ha mostrato al meglio (o al peggio?) delle sue possibilità la sua doppia faccia, il suo lato bestiale, quanto abietto, disgustoso e spietato sa essere nei confronti dei suoi stessi simili. Due guerre mondiali, i totalitarismi fascisti, nazisti, stalinisti e franchisti, due bombe atomiche, la guerra fredda (che porta dietro di sé ovviamente le dittature militari sudamericane di Pinochet e soci di marca statunitense, e gli orrori perpetrati nell'Europa dell'est e in Medio Oriente, in paesi come Polonia, Ungheria, Germania dell'Est, Romania e Afghanistan, di marca sovietica), i genocidi di armeni, ebrei, tutsi in Ruanda, la questione arabo-israeliana, i regimi militari e le guerre civili africane, gli omicidi a sfondo razziale negli Stati Uniti, la guerra del Vietnam, e chi più ne ha più ne metta; sembra incredibile che tutto ciò possa essere accaduto nell'arco di soli cento anni, contrapponendosi nettamente ad uno sviluppo tecnologico e della qualità media nella vita (ovviamente nel mondo occidentale) oltre ogni aspettativa.
Eppure è così: tutti gli orribili avvenimenti sopra citati si sono realmente verificati, ma purtroppo non solo quelli.
La Storia, anche quella recente, è piena di episodi di violenza e odio dimenticati, insabbiati o nascosti. Ciò può accadere per volontà stessa degli autori del crimine in questione, o per una sorta di "selezione naturale" che la Storia opera evidenziando alcuni avvenimenti a discapito di altri.
Ed è proprio di uno di questi che ci vogliamo occupare quest'oggi; forse non molti sanno che 40 anni prima di Hitler con gli ebrei, la Germania, in questo caso guidata dal Kaiser Guglielmo II e dal Cancelliere Otto von Bismarck, si rese protagonista di un altro genocidio: quello della popolazione, nativa della Namibia, degli Herero.
Siamo agli albori del Novecento, in pieno Colonialismo. Tutte le grandi potenze europee lottano per accaparrarsi i territori, ma soprattutto le loro risorse naturali, del continente africano. La potenza teutonica, chiaramente, non è da meno e ha fondato, a partire dal 1870, l'Impero Coloniale Tedesco, che, limitatamente all'Africa, arriverà a comprendere gli attuali territori di Camerun, Togo, Tanzania e appunto Namibia. In particolare quest'ultima, occupata nel 1883, sembra essere destinata a divenire una colonia cosiddetta di popolamento, a tutto svantaggio delle popolazioni native. Gli allevamenti intensivi installati dai coloni tedeschi, di fatto, espropriano gli Herero, che vivevano serenamente in quelle zone, del loro spazio vitale, costringendoli di fatto alla ribellione.
Nel 1904 gli Herero, sotto l'egida del loro leader Samuel Maherero, danno il via alla rivolta, attaccando di sorpresa gli insediamenti dei tedeschi, coadiuvati anche da un'altra tribù del luogo, i Nama. La reazione della potenza europea, però, non si fa attendere. Guglielmo II e Bismarck decidono di richiamare, per occuparsi di questa patata bollente, uno specialista del "lavoro sporco", già congedato dopo le sue esperienze specialmente in Cina, il generale Lothar von Trotha, dai metodi durissimi. Nonostante in pochi mesi, dal gennaio all'ottobre del 1904, la ribellione sia già stata sedata, von Trotha sembra aver appena iniziato il suo lavoro; in una sua lettera, riportata anche dal blog Storia soppressa, datata 4 ottobre 1904, il generale scrive: "La nazione Herero doveva sia essere sterminata o, nell'impossibilità militare, espulsi dal territorio (...) Ho dato l'ordine di sopprimere i prigionieri, di spedire le donne e i bambini nel deserto". Il deserto in questione è quello sterminato del Kalahari, reso ancora più invincibile dalle manovre dei tedeschi che si prendono la briga di bloccare qualsiasi rifornimento d'acqua, avvelenando una grande quantità di pozzi. Per questa ragione saranno numerosi i corpi ritrovati in fondo a buche profonde diversi metri, con le vittime alla disperata ricerca d'acqua.
Il generale Lothar von Trotha fonte: creation.com |
Tuttavia l'obiettivo finale dei tedeschi è quello dell'annientamento sistematico e totale degli Herero (Vernichtung); ecco perché i pochi superstiti, scampati alle morse del Kalahari e alle esecuzioni sommarie praticate dagli invasori, sono confinati in appositi campi di concentrazione e schiavitù, dove vengono marchiati con le lettere GH (gefangene Herero, ovvero prigioniero Herero). Sono i veri propri antenati dei lager nazisti: marchiatura, lavori forzati, filo spinato, frustate, insulti, stupri, denutrizione, e in generale condizioni di vita disumane. Le fredde cifre, riportate nel suo sito dal professor Giancarlo Restelli, ci dicono che, prima del confitto, le popolazioni autoctone contavano tra le 60 e le 80 mila anime; ne sono perite tra 75 e 80 % di loro, mentre per quanto riguarda i soli KZ (campi di concentramento) il tasso di mortalità è del 45 %, quasi un individuo su due. Non può che trattarsi di genocidio.
Ma non è ancora finita, c'è un ulteriore lato oscuro della vicenda che la lega ulteriormente agli orrori che sarebbero stati perpetrati anni dopo nei lager: a partire dal 1908, nel KZ di Shark Island, in Namibia, gettano le fondamenta, con i primi esperimenti sui poveri Herero, di quella che sarebbe poi stata denominata "eugenetica nazista". Il coordinatore delle pratiche tra gli altri, su donne e bambini Herero, è lo scienziato Eugen Fischer, figura di spicco anche durante la dittatura hitleriana. I test prevedono persino l'inoculazione di virus come il vaiolo, la tubercolosi e anche accoppiamenti controllati per la creazione di ibridi razziali, sempre alla ricerca della razza più perfetta, più pura, concetto cardine dell'ideologia nazista.
Ci è sembrato doveroso ricordare questi fatti, di cui quasi mai si fa menzione. Gli Herero hanno la stessa dignità di tutte le popolazioni che nella storia hanno sopportato il dolore della perdita di se stessi, delle proprie radici, della propria identità, per colpa di uomini che non hanno saputo avere rispetto nemmeno dei propri simili, privi addirittura di ciò che ci differenzia dalle bestie più abiette: la pietà.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason