Dave Pelzer durante una sua conferenza fonte: wikipedia |
Ben ritrovati alla consueta rubrica domenicale della biblioteca dello Sciacallo. Quella che vogliamo suggerirvi quest'oggi è una lettura che si distacca nettamente da tutte quelle delle precedenti settimane. Nessun sottotraccia, neanche l'ombra dei classici intrighi, delle denunce sociali, politiche e storiche che tanto amiamo.
Il tema del libro di questa domenica è crudo, concreto e brutale. La violenza sui minori; ma non perpetrata da loschi figuri, maniaci e pedofili. Quella che si consuma tra le rassicuranti mura domestiche ad opera di chi dovrebbe amare incondizionatamente i bambini: i loro genitori.
Si tratta di un testo pubblicato nel 1995 da un sopravvissuto alle sevizie domestiche, Dave Pelzer, californiano di Daly City, e all'epoca della sua uscita fu un vero bestseller negli Stati Uniti e vendette discretamente anche nel nostro Paese.
Il libro ripercorre l'odissea di Dave, costretto fin da piccolo a vivere segregato in casa, precisamente nel garage, impotente davanti alle continue violenze della madre, Catherine Christine Pelzer, poi deceduta nel 1992. La donna, pesantemente frustrata e di continuo in preda ai fumi dell'alcol, decise di rivalersi sul suo figlio più piccolo, Dave (egli aveva infatti due fratelli più grandi). E' disarmante la naturalezza con cui Pelzer mette per iscritto l'incredibile trattamento da lui subìto per quei lunghi anni. Il padre, un pompiere, spaventosamente assente, è l'ulteriore prova di come l'amore genitoriale non sia qualcosa di scontato. Se la madre è stata l'autrice materiale degli orrori, il padre è un colpevole forse ancora più disgustoso, essendo rimasto inerte a osservare suo figlio trascorrere la sua infanzia confrontandosi con cose che un bambino non dovrebbe conoscere. Consigliamo a tutti di ringraziare i propri padri e le proprie madri per l'amore che ci è stato disinteressatamente donato.
Pelzer fa chiaramente intuire come la violenza più potente, come le ferite più gravi siano quelle di natura psicologica. E' esemplificativo, in questo senso, il trattamento che egli definisce "dello specchio". La madre, infatti, era solita sbattere la testa del bambino contro uno specchio, strofinandola sulle lacrime che il piccolo lasciava sul vetro. Nel mentre, gli ordinava con inaudita perfidia di ripetere la frase: "Sono un bambino cattivo!!" più e più volte.
La psicologia di un bambino è labile, fragile; attraverso questo procedimento, egli stesso crederà pian piano di meritare quei continui castighi, convincendosi di essere realmente il "bambino cattivo" che la madre non può far altro che punire severamente.
Ci permettiamo di aggiungere che anche i due fratelli più grandi sono vittime. Non abbiamo dubbi che una volta diventati adulti si saranno resi conto di quello a cui assistevano e partecipavano con odio; erano infatti soliti, su istigazione della donna, rincarare la dose di insulti e improperi all'indirizzo di Dave.
L'incubo, come racconta Pelzer, ha fine un giorno di marzo del 1973, quando alcuni dei suoi insegnanti si accorsero di numerosi e pronunciati lividi sul corpo di Dave, inducendolo a superare la sua paura e ad ammettere le violenze subìte. La polizia fa irruzione a casa Pelzer e arresta la donna.
Da quel momento iniziò la seconda vita di Dave Pelzer. Si arruolò nella Marina degli Stati Uniti e prestò servizio durante la Prima Guerra del Golfo.
Ebbe anche un figlio, sul quale riversò tutto l'amore a lui negato; elemento messo in risalto nella parte finale del libro, come ad evidenziare che si può diventare una brava persona e, soprattutto, un genitore affettuoso e responsabile anche con alle spalle un passato tragico e atroce.
Oggi Dave Pelzer lavora come motivatore e come volontario.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason