Abbiamo aspettato che passasse la tempesta mediatica che ha
investito Cuba in questi giorni per dire la nostra su un uomo che ha fatto, piaccia
o meno, la storia del Novecento, portando un piccolo isolotto dei Caraibi al
centro della scena politica internazionale, specialmente durante il periodo
della Guerra Fredda; nel 1963, durante l’amministrazione Kennedy, Cuba è si è
trovata immischiata nella contesa che vedeva opposte Usa e URSS, a tal punto
che per un soffio il mondo è stato a un passo dal Terzo Conflitto
Mondiale, in seguito alla scoperta, da parte dei caccia yankee, di
installazioni missilistiche nel territorio cubano (gli Usa avevano fatto lo
stesso in Turchia). Innanzitutto, cominciamo col dire che il nostro blog è
libero da qualsiasi condizionamento mentale: ogni voce dissidente qui può
trovare spazio, se non nuoce il buon senso. Detto questo, non nascondiamo (del
resto si può scorgere dai nostri articoli), una simpatia nei confronti delle
teorie marxiste. Al netto di questo, però, cercheremo di raccontarvi la vita di
uomo che, come tutti, ha avuto luci e ombre, con l’onesta intellettuale che da
sempre ci contraddistingue.
Fidel Castro e il Movimento del 26 luglio (che comprendeva tra
gli altri, Ernesto “Che” Guevara de la Serna, Camilo Cienfuegos e Raul Castro),
dopo diverse battaglie nella Sierra Maestra e il fallimento dell’attacco alla
Caserma Moncada, finalmente nel 1959 riuscì a fare il suo ingresso a L'Avana,
liberando Cuba da una dittatura odiosa, come quella di Fulgencio Batista. All’epoca
l’isola era, in sostanza, il bordello degli Stati Uniti: il popolo era
analfabeta, viveva in assoluta povertà, mentre i ricchi signori nordamericani
si divertivano e sfruttavano tutte le risorse del Paese, compresa l’industria
della canna da zucchero, l’oro di Cuba. Fidel eliminò tutto questo, rese la sua
Cuba indipendente e varò delle riforme importanti che prevedevano l’istruzione
obbligatoria fino a 16 anni (fu eliminato l’analfabetismo diffuso nel Paese),
totalmente gratuita, così come il sistema sanitario (il miglior al mondo se non
ci fosse l’embargo). Queste e altre grandi riforme di stampo socialista
indispettirono gli Stati Uniti che, dopo la decisione di Castro di ricorrere
alla forza per nazionalizzare le raffinerie americane in territorio cubano, dopo il fallito tentativo di invadere l’isola con l’aiuto di
mercenari cubani (l’Invasione della Baia dei Porci), risposero con quello che
lo Sciacallo non esita a definire un crimine nei confronti dell’umanità,
ovvero, l’embargo, che il popolo cubano chiama “Blocqueo”.
Un provvedimento scellerato, fascio-nazista, che impedisce a
un’intera popolazione di ricevere le cure sanitarie. E’ vero, ben presto il
governo castrista ha assunto caratteristiche autoritarie e di autarchia. Ma
questa non è altro che la degenerazione tipica di una nazione che si vede
bloccata al suo esterno: la furiosa e delinquenziale azione statunitense ha
stritolato le aspettative dell’Isola, ponendo una sorta di gabbia al di fuori dei confini cubani (esattamente come hanno fatto con l’URSS prima e la Cina poi). Chiaramente,
gli USA preferivano di gran lunga il governo filo-americano di Batista: non
dimentichiamoci che “gli esportatori della democrazia” hanno incitato l’ascesa
di dittature fasciste, deponendo a loro piacimento politici scomodi come
Salvador Allende (un giorno parleremo del Golpe Cileno perché c’è una storia
non raccontata nei libri di storia).
Vi ricorderete il nostro articolo sull’Operazione Condor?
Bene, quello è il potere di una nazione imperialista come gli USA, che soggioga
intere nazioni, Italia compresa, e si permette di arrogarsi il diritto di
interferire nelle scelte politiche degli altri Stati. Fidel Castro è stato in
qualche modo costretto ad assumere una guida dispotica, perché altrimenti gli
Stati Uniti avrebbero finanziato una controrivoluzione al suo interno, con l’aiuto
di mercenari. Castro ha commesso errori soprattutto negli anni ' 70, quando ha
represso molti omosessuali, salvo poi ammettere, anni dopo, di aver sbagliato.
Ha incarcerato molti oppositori politici: non è stato un santo. Ma nessuno lo
è. Tutti hanno volontariamente o involontariamente commesso un torto nei confronti di un'altra persona. Il valore di un uomo si giudica nel tempo e prendendo in considerazione
tanti fattori: altrimenti si finisce per diventare come i Grillini, che
giudicano le persone in base a un errore o a una parola di troppo scappata in
un momento giocoso. Un po’ come i giudici di quei maledettissimi talent
televisivi. In Italia c’è qualcuno che ha esultato per la morte di Castro, sia
a destra sia in quella parte di sinistra democristiana: “Cuba sarà finalmente
libera”, hanno scritto in molti. Non sanno, però, che la nostra amata Italia è
infinitamente meno libera di Cuba…
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L. Mason
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L. Mason