Ian Gillan, fonte: Wikipedia
Dopo una breve pausa, torna di nuovo sul nostro blog la rubrica dedicata ai grandi della musica. L'argomento di oggi riguarda i Deep Purple, una delle band che hanno segnato i mitici anni '70, regalando dei pezzi memorabili come Smoke on the Water, famoso per il suo celebre riff di stampo blues ideato ed eseguito dal mitico chitarrista Ritchie Blackmore. Oggi, però, prenderemo in esame il brano Child in Time, pubblicato sull'album Deep Purple in Rock del 1970, e due anni dopo su Made in Japan, in versione live, chiaramente, come tutti i brani inclusi in quell'album.
I Deep Purple hanno spesso cambiato formazione: il primo cantante, infatti, non era Ian Gillan, bensì Rod Evans; il bassista, invece, era Nick Simper. Alla prima formazione del periodo 1968-69, seguì quella più significativa, la cosiddetta Mark II: Ian Gillan e il bassista Roger Glover, si aggiunsero al già citato Ritchie Blackmore, al batterista Ian Paice e, infine, al tastierista Jon Lord. I Deep Purple, insieme a Jimi Hendrix e ai rivali Led Zeppelin, possono essere considerati i pionieri dell'Hard Rock: i lori lavori costituiscono una base di partenza fondamentale per un nuovo genere che si sarebbe distinto negli anni seguenti, ovvero l'Heavy Metal, con l'avvento dei Black Sabbath, il primo vero gruppo riconducibile a questo genere che si stava affacciando in quegli anni.
Uno dei cavalli di battaglia della band, specie quando si esibiva dal vivo, era senza dubbio Child in Time, a nostro modo di vedere, il loro capolavoro. Si tratta di una sorta di suite, il cui riff principale, come dichiarato dallo stesso Gillan, nacque da un giro di organo Hammond di Jon Lord, che si ispirò a sua volta al brano Bombay Calling, della band americana It's a Beautiful Day, da cui si sviluppò un arrangiamento diverso. Dopo un inizio quieto, a cui segue la voce sommessa di Gillan, parte una melodia con un ritmo sempre più accelerato e aggressivo, all'unisono con la voce di Gillan, che sfocia poi in una serie di acuti che hanno fatto storia. Subito dopo le parti cantante, si sviluppa l'assolo di Blackmore, in crescendo fino a una nuova interruzione che sancisce la ripresa della strofa iniziale, seguita, infine, dal suono della chitarra, unita agli altri strumenti, che rendono il suono più pesante, fino al termine del brano.
Gillan era talmente affezionato al brano che, al momento dell'uscita dalla band per dissapori con Blackmore (che lascerà anche lui dando vita ai Rainbow, per poi rientrare inseme agli altri componenti nel 1983), chiese a Glenn Hughes (bassista entrato nel gruppo in seguito all'abbandono di Glover, unitosi poco dopo ai Rainbow di Blackmore e Dio) di non riprodurre mai dal vivo il pezzo. Una promessa che venne mantenuta dal bassista. Il testo è una chiara denuncia alle atrocità della guerra. Vasco Rossi, in omaggio al brano, inserì l'intro in Lo Show, una traccia tratta dall'album Gli spari sopra (1993). Il brano, inoltre, è presente nei film La banda Baader Meinhof, Twister, e come colonna sonora in Le onde del destino e Denti.
Testo tradotto da Riccardo Venturi
Dolce bambino, col tempo
vedrai la linea,
la linea tracciata
tra il bene e il male.
Guarda il cieco
che spara sul mondo
proiettili che volano
e esigono un tributo di morte.
Se sei stato cattivo,
e scommetto, perdio, che lo sei stato
e se non sei stato colpito
dal piombo che volava
faresti meglio a chiudere gli occhi
e chinare la testa
e a aspettare il rimbalzo.
Di seguito vi proponiamo la canzone in questione, che vi consigliamo di ascoltare. Una canzone che ha contribuito a trasformare la band britannica in una vera e propria leggenda. Buon ascolto.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L. Mason
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