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mercoledì 13 gennaio 2016

LA BIBBIA: TRA TEOLOGIA E FANTASCIENZA, IL TRONO DI SPADE ANTE LITTERAM

fonte:commons.wikimedia.org

Il primo passo da compiere per poter trattare questo argomento con cognizione di causa è quello di effettuare un piccolo sondaggio: fate un giro del vostro condominio o circondario e chiedete a quante più persone potete se conservano nelle loro case una copia del testo più stampato, più venduto e più famoso del mondo: la Sacra Bibbia.
Siamo sicuri che la percentuale di risposte affermative sfiorerà il 100%. Passate ora alla seconda, e più importante, domanda: l'avete letta? Tutta o almeno una grossa parte? Se i vostri intervistati saranno sinceri, siamo altrettanto convinti che in questo caso le risposte positive mostreranno un tracollo.

Per quale ragione questo accade, ovvero, perché circa 2 miliardi di persone (cifra notevolmente approssimata) fonda la propria spiritualità, la propria fede, affida le proprie speranze, a precetti che si basano su un testo che molti di loro non conoscono, se non per sentito dire? Facile: perché lo dice la mentalità comune e a me, semplice individuo capitato non so come su questa Terra, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di discutere quelle che fin da bambino mi sono state dipinte come verità assolute, indiscutibili ed incontrovertibili. Nello specifico: la Bibbia è un testo sacro e santo, composto da autori vari sotto l'influenza dell'ispirazione divina, e narra di come questo Dio abbia deciso di prendersi a cuore le sorti di un popolo in particolare, quello ebraico, liberandolo dalla condizione di schiavitù in cui si trovava relegato, e donandogli una terra, la celeberrima "Terra Promessa", dove poter vivere in pace e prosperare nei secoli dei secoli.

Peccato che la Bibbia non parli di niente di tutto ciò.
Questa affermazione, che sconvolgerà chiunque non sia mai venuto in contatto con uno scritto di Zecharia Sitchin o anche, più facilmente comprensibile e diretto, di Mauro Biglino, è in realtà supportata da innumerevoli prove, la maggior parte delle quali contenute proprio in quel tomo che nelle nicchie dei nostri comodini, o nelle mensole dei nostri scaffali, accumula polvere e fa la muffa.

Prima di proseguire, è necessario fare un paio di precisazioni: in questo articolo non intendiamo fare una disamina specifica, letterale e approfondita del testo biblico; non ci compete, e per questo rimandiamo alla consultazione delle opere in primis dei sopracitati autori. Il nostro obiettivo è quello di contribuire all'opera di informazione e, non è sbagliato definirla tale, illuminazione, che molte persone, ormai da diversi anni, stanno portando avanti con coraggio, mettendoci faccia, idee, e reputazione, contro l'oscurantismo che per secoli è stato, e tuttora viene perpetrato, da chi sostiene, senza nessun titolo concretamente riconoscibile per farlo, di essere il depositario della verità, e che solo a lui spetterà, se lo riterrà opportuno, renderne partecipi le persone.
In secondo luogo, in questa serie di articoli, ogni qualvolta si parlerà di Bibbia, si intenderanno i 47 libri che formano il cosiddetto Antico Testamento. Accantoniamo il Nuovo Testamento, che arriva secoli dopo, sotto l'influenza della neonata dottrina cristiana.

Detto questo, allora di cosa tratta realmente la Bibbia?
Principalmente, di guerra. Ma andiamo con ordine. I protagonisti del racconto sono una razza antropomorfa, chiamata Elohim, che si erano letteralmente spartiti il mondo allora conosciuto, in sfere di influenza specifiche. Ad ogni Elohim era assegnato un territorio e il popolo corrispondente; chi aveva effettuato questa spartizione è definito nella Bibbia Elyon, ovvero "colui che sta sopra", troppo spesso confuso con quello che nelle versioni tradizionali è chiamato Signore, in realtà l'Elohim chiamato Yawheh, tra l'altro uno dei meno rilevanti. Due annotazioni:se le due grandi religioni che si fondano sulla Bibbia, Ebraismo e Cristianesimo, sono monotesite, perché il termine plurale Elohim viene tradotto al singolare "Dio"? La scappatoia del plurale definito maiestatis non regge: in più di un'occasione la pluralità reale e concreta è evidente.

Seconda puntualizzazione: la Bibbia è composta in ebraico, lingua che nella forma scritta manca di vocalizzazioni, ovvero presenta solo le consonanti. Non sapremo quindi mai l'effettiva pronuncia della parola YHWH.
Nella Bibbia costui viene definito ish milchamah, che letteralmente significa "uomo di guerra". Egli era quindi un militare, niente di più, che insoddisfatto del territorio e delle genti a lui assegnati da Elyon, decise di intraprendere una serie di guerre agli Elohim confinanti per acquisire potere (ricordiamo che a Yawheh non fu assegnato il popolo ebraico "in toto", ma una minima parte: il ramo della famiglia di Abramo riconducibile a Giacobbe).

Questa serie di guerricciole "in famiglia" sono il tema principale della Bibbia giunta fino a noi (in un successivo articolo vedremo che essa non è l'unica versione). Un Trono di Spade ante litteram, quindi, la cronaca delle vicende di uno spietato e guerrafondaio militare di nome Yawheh che lotta per accrescere il proprio potere personale. Negli articoli che seguiranno, ci addentreremo sempre di più nelle grandi epopee della Bibbia, e vedremo se andranno o meno ridimensionate; dalla Creazione, all'Esodo, ai personaggi e alle tecnologie che la popolano.
Citando lo studioso Mauro Biglino, uno dei principali fautori di queste teorie apparentemente stravaganti, ma molto più concrete di ciò che sembri, vi diamo questo consiglio per partire nella nuova lettura della Bibbia. Ogni volta che troverete:

  • la parola Dio, leggete Elohim
  • la parola Altissimo, leggete Elyon
  • la parola Signore o Eterno, leggete Yahweh
  • la parola Gloria, leggete Kavod
  • la parola Spirito, leggete Ruach
Senza chiedervi nessun significato, affronterete una storia totalmente nuova. Buona lettura

Mente libera e occhi aperti    
                                                       Lo Sciacallo, Marcus L.Mason                                                                                                                                                                                                                                                            

I ROSACROCE: DA DANTE FINO AD OGGI


                                                     Fonte foto: wikipedia

Alzi la mano chi ha mai sentito parlare dell'ordine segreto dei Rosacroce? Per chi non lo conoscesse vi diciamo subito di non preoccuparvi, perché il capitolo che ci apprestiamo a presentarvi quest'oggi riguarda proprio il mondo rosacrociano e le sue figure più importanti. A fine articolo, ci sarà un video tratto da YouTube, di un'intervista fatta a Giovanni Francesco Carpeoro, in arte Gianfranco Carpeoro, ex Gran Maestro nonché grande esperto di simbologia e della storia di quest'ordine che, nel corso dei secoli, ha guidato il mondo fino a che una parte di essi non si è prestata al gioco del potere e, a quel punto, la componente che potremmo definire per semplificazione "bianca", si è sciolta nella conferenza di Yalta.

Iniziamo subito dalle fondamenta: questa confraternita fa la sua comparsa "ufficiale" nella storia nel XVII secolo in Germania, fondata dall'esoterista tedesco Christian Rosenkreutz (Cristiano Rosacroce), nato nel 1378 e morto nel 1484. Ma in realtà quest'ordine ha origini molto più antiche, tanto che si può farlo risalire addirittura dopo la morte di Cristo. Secondo lo studioso Carpeoro, i Rosacroce discenderebbero da una confraternita antichissima denominata "Stirpe di Davide" (Gioacchino da Fiore la chiama Radix Davidis).

Uno dei padri di questa organizzazione è Dante Alighieri, che non a caso nella Divina Commedia descrive tutto il sapere rosacrociano, fingendosi cattolico (quindi non lo era, al contrario di ciò che ci raccontano i libri di storia). Inoltre, ai tempi del Sommo Poeta, la confraternita (come vi abbiamo accennato prima), non aveva assunto il nome di Rosacroce. Dante, infatti, come tutti i poeti del Dolce stil novo, apparteneva a una setta chiamata "Fideli in Amore" (vi ricordate in Eyes Wide Shut qual era la parola d'ordine per entrare nella setta? Proprio Fidelio). La donna angelicata e quelle fantasticherie studiate a scuola, sono tutte menzogne. L'amore era la setta, anche perché in realtà tutti questi adepti tradivano le proprie mogli come e quando volevano. Primo fra tutti Dante, sposato con Gemma Donati, esponente di un'importante famiglia guelfa fiorentina, ma impegnato nelle lodi sperticate a tale Beatrice Portinari.

Ma veniamo alla Divina Commedia. La Divina Commedia, con tutte le sue allegorie, descrive il percorso iniziatico di Dante. Alla fine di questo percorso, Dante viene accompagnato nel Paradiso (il cui punto più alto prima del cosiddetto Punto Dio viene non a caso denominato "Candida Rosa dei Beati"), da nientepopodimeno che San Bernardo da Chiaravalle, il creatore della regola templare. Ma dai rosacroce deriva anche il colore della bandiera massonica italiana: bianco, rosso, verde. Questi sono i colori preferiti dai rosacrociani e sono tratti da un passo della Genesi, su cui giurano tutti i presidenti degli USA.

I Rosacroce sono stati poeti, scrittori, ma anche e soprattutto artisti: ne sono un esempio Boccaccio, Raffaello, Leonardo Da Vinci, Giotto, Botticelli, Tiziano. L'ultimo Maestro è stato Salvador Dalì. Nell'arte conservavano messaggi, depistavano (come Da Vinci). Un grande iniziato fu Giordano Bruno, un magus, che ebbe il gran merito di far rinascere questa confraternita recuperando tradizioni iniziatiche perdute (come quella egizia). Questi riorganizza la setta battezzandola col nome di Giordaniti e, quando si diffonde la notizia che Giordano Bruno ha deciso di portare la confraternita alla luce del sole, lui si consegna alle autorità salvando così la vita a tutti gli altri "fratelli" da un'ondata di persecuzioni.

Caratteristica dei Rosacroce è la multifunzione, ossia, l'attribuire a un simbolo più significati. Tanti erano anche i simboli: abbiamo già parlato della Rosa e della Croce, ma si possono citare anche il Pellicano e il Giglio. Si arriva così al '700 e alla nascita dell'Illuminismo. Ma il XVIII è anche il secolo della morte di un certo tipo di Massoneria, quell'antica. L'ultimo gran Maestro in tal senso è stato l'inglese Christopher Wren, incaricato alla ricostruzione di Londra dopo il grande incendio del 1666. Wren ricostruisce tutto tranne il Tempio della Massoneria (che era bruciato con tutti i suoi archivi europei).

Il 1717 è la data di fondazione della Massoneria moderna, con quattro logge che si riuniscono e fondano le famose Costituzioni di Anderson. Nasce così la Massoneria speculativa che ha sì al suo interno ancora soggetti rosicruciani, che però verranno sopraffatti dai nuovi massoni, divenuti affaristi. A quel punto nascono guerre interne specialmente sotto il profilo delle scienze: infatti, un certo tipo di cultura scientifica, si mette a fare la guerra alla radice da cui è stata generata. I chimici fanno guerra agli alchimisti, con Newton che viene espulso dalla Royal Society perché accusato di praticare l'Alchimia e il suo posto viene preso da Robert Boyle.

Si giunge così ad Aleister Crowley (appartenente alla Golden Dawn, esattamente come Oscar Wilde, Robert Stevenson e Bram Stoker) e ai tanti soggetti che hanno deviato la confraternita fino a fargli assumere dei connotati assai negativi. Nascono alcune sette che i cattolici definirebbero sataniche, e organizzazioni che, ispirate dai simboli rosacrociani, compiono atti che nulla hanno a che fare con i valori e le tradizioni dei Rosacroce originari.

Mente libera, occhi aperti
                                                      Lo Sciacallo, Marcus L.Mason



Fonte video: words mean all, youtube.