L'ingresso del campo di Auschwitz con il motto "Arbeit macht frei", "Il lavoro rende liberi" fonte: wikipedia.com |
Dopo la rubrica di biografie inaugurata ieri, con l'articolo su Ken Saro-Wiwa, oggi prende il via un'altra iniziativa di approfondimento, quello letterario. Il libro di cui ci vogliamo occupare è I sommersi e i salvati, di Primo Levi.
Qualche breve accenno sull'autore: nacque nel 1919 a Torino da una famiglia di chiare origini ebraiche. Dopo un'infanzia turbata da accesi diverbi di natura caratteriale con il padre Cesare, nel 1937 si diplomò al Liceo Classico Massimo D'Azeglio di Torino e successivamente entrò nella facoltà di Chimica dell'università del capoluogo piemontese. Ottenne la laurea nel 1941. A causa di difficoltà nel trovare lavoro, dovute all'entrata in vigore delle leggi razziali, nel '42 si trasferì a Milano dove venne in contatto con alcuni attivisti anti-fascisti che lo convinsero a entrare nel Partito d'Azione clandestino.
Dopo l'Armistizio, si rifugiò in Val d'Aosta insieme a un gruppo partigiano. Fu arrestato dai tedeschi nel dicembre del '43, trasferito nel campo di Fossoli, vicino Modena, e nel febbraio successivo finì sul treno che lo condusse nel campo di sterminio polacco di Auschwitz-Birkenau. La sua esperienza nel campo è narrata nel suo testo più famoso, Se questo è un uomo, del 1947. Dal dopoguerra fino alla morte, alternerà la professione di direttore di una ditta di produzione di vernici di Settimo Torinese a quella di traduttore e scrittore. Muore in circostanze non del tutto chiarite a Torino nel 1987.
In tutta la sua opera Levi fu sempre accanito sostenitore della Memoria, ovvero il non lasciare che tutto ciò che accadde durante l'Olocausto potesse finire dimenticato, e in quest'opera (uno dei suoi ultimi lavori, del 1986) che ci sentiamo di consigliare con tutto il cuore, il tema è ulteriormente sviscerato e riesaminato. Non semplicemente ricordare, ma andare ad approfondire le motivazioni e i processi che hanno permesso che tutto ciò avesse luogo. Capire come possono riflettersi e quale significato possono avere sulla vita che tutti noi conduciamo oggi.
Si tratta di un testo fondamentale e rivoluzionario, perché per la prima volta prende in considerazione tutte le sfumature che vivono tra il Bene assoluto e il Male assoluto. Sfumature che noi troppo spesso non cogliamo, troppo desiderosi di emettere le nostre sentenze. Le storie di personaggi come Chaim Rumkowski o di Jean Améry vi aiuteranno ad aprire la vostra mente (in fondo, la ragione per la quale questo blog è nato) ad aspetti nuovi di un universo, quello del lager e dell'Olocausto, di cui troppo spesso pensiamo di sapere tutto. Questo libro vi darà la certezza di sapere molto meno di ciò che pensavate. Verrete a conoscenza della "Zona Grigia" che popolava quel mondo, in cui era tutto più fluido, più indistinguibile, in cui Bene e Male spesso avevano lo stesso volto.
Queste sono solo alcune delle tante ragioni per le quali un libro come I sommersi e i salvati non può mancare nelle vostre case e soprattutto nei vostri cuori. Dopo la lettura siamo sicuri che le domande nella vostra testa si accavalleranno, assetate di risposte. E allora vorrà dire che Levi avrà raggiunto il suo scopo.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
Da I sommersi e i salvati, cap. La Zona Grigia, pagg.40-41:
"Niente di simile è mai avvenuto, né sarebbe stato concepibile, con altre categorie di prigionieri; ma con loro, con i 'corvi del crematorio' (i Sonderkommandos, ndr), le SS potevano scendere in campo, alla pari o quasi. Dietro questo armistizio si legge un riso satanico: è consumato, ci siamo riusciti, non siete più l'altra razza, l'anti-razza, il nemico primo del Reich Millenario: non siete più il popolo che rifiuta gli idoli. Siete come noi, voi orgogliosi: sporchi del vostro sangue come noi. Anche voi, come noi e come Caino, avete ucciso il fratello. Venite, possiamo giocare insieme".