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sabato 22 aprile 2017

EBREI SEFARDITI ED EBREI ASHKENAZITI: IL NODO CHE SPIEGA LA NASCITA DEL SIONISMO E DEL NUOVO STATO DI ISRAELE


Lo Stato di Israele
fonte: accadevaoggi.it

Cari lettori, questo breve articolo si propone di porre in rilevanza un lato della "questione ebraica" solitamente poco approfondito, ma in realtà davvero fondamentale per comprendere su quali basi e in particolare su quali enormi contraddizioni si sia sviluppata, negli ultimi centoventi anni, la storia per molti versi tragica di questo popolo: gli Ebrei.

Già, gli Ebrei: ma chi sono gli Ebrei? Come li identifichiamo, non avendo una nazionalità ben definita? E soprattutto, sono tutti uguali, o anche all'interno dell'ampio mondo ebraico possiamo riconoscere delle divisioni?

E' necessario un breve riepilogo: secondo la Bibbia, il patriarca Giacobbe divise la neonata nazione di Israele in dodici tribù, assegnando ognuna di esse ai suoi altrettanti figli. Ne possiamo però riconoscere tre di una certa importanza storica e politica: innanzitutto quella di Giuda, a cui furono assegnati i cruciali ruoli di governatori e legislatori: per questa ragione, la città santa di Gerusalemme venne fatta sorgere all'interno del loro territorio. La seconda è la confinante tribù di Beniamino; e la terza è la tribù dei Leviti, che a differenza delle altre undici, non ricevette un territorio ben definito e si disperse per tutta la nazione (e di conseguenza anche nella terra delle tribù sopracitate). Quando il re Salomone morì, gli successe il figlio Roboamo, che non fu riconosciuto da ben dieci tribù su dodici; le uniche a sostenerlo furono proprio quelle di Giuda e di Beniamino. La spaccatura insanabile portò al distacco di queste genti dalla grande nazione di Israele. In un passo del primo libro dei Re (12-14), Roboamo è specificatamente definito "re di Giuda e Beniamino", della gente di Giuda, ovvero i Giudei, coloro che saranno chiamati Ebrei.
Possiamo con evidenza già dire che è necessario operare una distinzione ben precisa tra "Israeliti" (i discendenti delle tribù ribellatesi a Roboamo) ed "Ebrei" (i discendenti delle tribù di Giuda, Beniamino e dei Leviti stabilitisi in quei territori).

Sappiamo bene, grazie alle nostre conoscenze storiche, che Ebrei ed Israeliti, dal momento in cui le terre che abitavano, denominate Palestina, finirono sotto il controllo dei Romani, e nei secoli a venire si spostarono disperdendosi in diverse zone d'Europa. Qui fondarono numerose e prospere comunità di Ebrei detti Sefarditi, che in moltissimi casi ebbero successo nell'integrazione con le persone di questi luoghi. Tantissimi si convertirono al Cattolicesimo, pur non perdendo, nonostante l'andare dei decenni e dei secoli, il ricordo delle loro origini.
Ciò detto, appare improbabile che all'interno di queste comunità, pienamente inserite nel tessuto sociale europeo e ben liete del livello di integrazione raggiunto, possano essere sorti movimenti inneggianti alla nascita di un nuovo stato di Israele nelle terre dei padri, nel nome dell'autodeterminazione del popolo ebraico. Chi dunque sostenne e supportò il cosiddetto sionismo, (da Sion, il monte su cui sorge la città santa di Gerusalemme)?

L'affaire Dreyfus, generale dell'esercito francese accusato ingiustamente, a causa della sua origine ebraica, di spionaggio a favore della Prussia di Bismarck, fece sì che il giornalista austriaco ed ebreo Theodor Herzl nel 1897 teorizzasse per primo quanto già riassunto poco sopra: l'assoluta urgenza della costituzione di uno stato dove tutti gli Ebrei avrebbero potuto vivere in pace al riparo da qualsiasi rivolta antisemita.
E' importantissimo aggiungere che Herzl era sì ebreo, ma non sefardita. Egli faceva parte di un'altra comunità, detta degli Ebrei Ashkenaziti, la quale possedeva una storia diversa e completamente slegata da quella delle tribù di Israele. Vediamo di riassumerla.



Il principato dei Chazari
fonte: pericolosionismo.altervista.org

Secondo le ricerche degli studiosi Guy Patton e Robin Mackness, fra i secoli VII e XII nel bacino del Volga, sopra il Mar Nero e il Mar Caspio, sorgeva il principato dei Chazari. Il loro khan, alla ricerca di un culto che lo soddisfacesse, intrattenne colloqui con esponenti del Cristianesimo, dell'Islam e dell'Ebraismo. Furono questi ultimi a far breccia nel nobile chazaro che adottò l'Ebraismo come religione di stato.
A partire dal XIII secolo, il principato, stretto nella morsa delle tribù circostanti, entrò in crisi, e molti suoi abitanti migrarono verso il centro Europa, stabilendosi soprattutto in Russia e Polonia. Erano sorte le prime comunità di Ebrei Ashkenaziti, che a differenza dei più accondiscendenti Sefarditi, hanno sempre accarezzato il desiderio di poter fondare nuovamente un regno tutto loro.

Tutti conosciamo le tragiche conseguenze di questo idealismo. E' vero, lo stato di Israele dal 1948 è realtà: ma quale prezzo e quanto sangue è costato il sogno degli Ashkenaziti?

Mente libera, occhi aperti
                                           Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

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