Reinhard Heydrich fonte: wikipedia |
Se qualcuno, discutendo dell'epopea nazista, pronunciasse la seguente frase: "Il nazionalsocialismo prese il potere in Germania all'inizio degli anni Trenta del XX secolo instaurando una dittatura; uno dei principali obiettivi di Hitler era quello di sterminare completamente la popolazione di sangue ebraico", probabilmente pensereste che ha ragione. Sottoscrivereste tutto. Ebbene, vi assicuriamo che vi sbagliereste. Se si approfondisce a dovere l'evoluzione dell'ideologia nazista, si arriva a comprendere che almeno fino ai primi anni Quaranta si pensava di risolvere la cosiddetta "questione ebraica" in tutt'altra maniera: facendo uscire questi ultimi dal Terzo Reich per trasferirli in parte nelle terre aride e abbandonate dell'estremo Est europeo, e in parte, quella maggiore per dirla tutta, nell'isola del Madagascar, dove avrebbero vissuto in una sorta di carcere di massima sicurezza a cielo aperto.
Progetto accantonato perché non realizzabile, dato il massiccio impegno profuso in una guerra che si stava dimostrando molto meno "lampo" (blitzkrieg, in tedesco) di quanto si immaginasse tra i pezzi grossi del Nazismo. Solo allora fu presa in considerazione l'eventualità poi verificatasi della "soluzione finale". Quella ideata, pianificata e perfezionata dalla "Belva Bionda": Reinhard Heydrich.
Heydrich nasce nel 1904 ad Halle, città della Sassonia; il padre Bruno è direttore del Conservatorio reale del luogo, mentre la madre, Elizabeth Krantz, è figlia del direttore del Conservatorio di Dresda. Viene soprannominato fin da piccolo "figlio della musica" per le spiccate capacità manifestate già in tenera età di suonare strumenti come violino e pianoforte, nonché una certa propensione per il canto.
Al liceo si dimostra uno dei migliori studenti del suo istituto e si distingue anche in diverse discipline sportive. Insomma, è proprio il modello di quello che Hitler in seguito considererà il perfetto tedesco ariano.
Le idee estremamente nazionaliste che lo porteranno ai vertici del Reich iniziano a prendere forma concreta all'età di 16 anni, con la sua collaborazione col Freikorp, un gruppo paramilitare di destra estrema. Capisce che sarà quella la carriera che dovrà perseguire. Entra nell'Accademia navale di Kiel e scala la gerarchia dei gradi molto velocemente. Ma a causa di uno scandalo (si rifiuta di sposare la figlia di un costruttore navale da lui ingravidata), Heydrich viene allontanato dal servizio.
E' però il 1933 e il Nazismo sta salendo al potere; si iscrive immediatamente al partito ed entra fortunosamente e fortunatamente per lui in contatto con Heinrich Himmler; i due sono fatti l'uno per l'altro. In poco tempo mettono in piedi l'Ufficio Centrale della Sicurezza dello Stato (RSHA), un ufficio di supervisione a ogni settore della vita pubblica del neonato Reich. Insomma, una sorta di piccolo servizio segreto.
E' proprio grazie al RSHA ed in partcolare al fiuto di Heydrich che viene smascherato il complotto militare che le SA di Ernst Rohm stavano mettendo in atto contro Hitler. La conseguenza è la celeberrima Notte dei Lunghi Coltelli, del 1934.
La ricompensa di Hitler per il lavoro svolto da Heydrich è notevole: il 22 aprile dello stesso anno viene infatti nominato capo della Gestapo, la polizia del regime, oltre che consigliere di Stato per la Prussia. L'ascesa di Heydrich sembra inarrestabile: entro la fine dell'anno subentra al mentore Himmler a capo del RSHA. E' ritenuto da più parti che quest'ultimo non l'avesse presa molto bene, e che mai avrebbe perdonato ad Heydrich lo sgarbo.
Heydrich è tanto meticoloso quanto spietato nel suo lavoro. Non risparmia nessun nemico del Reich, riesce a portare alla luce il più piccolo scandalo, il più piccolo scheletro dell'armadio, ed è implacabile nelle punizioni. Chi minimamente sgarra, va incontro a morte sicura. E' in questo periodo che gli vengono attribuiti alcuni dei molti soprannomi con cui sarà ricordato; il già citato "Belva Bionda" o "Giovane Dio della Morte". Incuteva timore ai suoi stessi compagni di partito per il suo aspetto all'apparenza candido e angelico, quasi effeminato, e al tempo stesso mortifero.
Verso la fine degli anni Trenta l'odio di Heydrich nei confronti degli ebrei si intensifica ulteriormente. Himmler sosteneva che il suo pupillo fosse dilaniato dal fatto di avere nelle sue vene sangue ebraico, per parte di madre. Non riusciva a sopportarlo e per cancellare questa "macchia" si accanì sugli ebrei con ancora più ferocia. E' infatti lui il principale ispiratore e organizzatore della Notte dei Cristalli. Adottando come pretesto l'uccisione avvenuta a Parigi del funzionario tedesco Vom Rath ad opera di un giovane attivista ebreo, tra il 9 e il 10 novembre 1938 centinaia di botteghe e luoghi di culto giudaici in tutto il Reich vengono saccheggiati, dati alle fiamme, rasi totalmente al suolo dalle SS e dalla Gestapo. Essi si premurano chiaramente di confiscare e incamerare ogni bene materiale di un qualche valore.
In seguito a questi eventi, il numero due del regime, il Reichsmarschall Hermann Goring, lo mette a capo dell'Ufficio centrale per la gestione dell'emigrazione ebraica. Heydrich quindi programma un censimento generale degli ebrei del Reich e crea i tristemente noti ghetti, oltre a periodici pogrom, ovvero azioni di rappresaglia arbitrarie e inique.
Con l'invasione della Polonia ovviamente la mole di ebrei è in costante aumento e nella mente di Heydrich si fa sempre più strada quello che per lui avrebbe dovuto essere da sempre il rimedio alla questione ebraica: la deportazione in massa e lo sterminio. Acquisisce il potere necessario per imporre la sua visione nel settembre del 1941, quando subentra a Von Neurath come governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, dove instaura un vero e proprio stato del terrore, con le sue forze di polizia che la fanno da padrone, guadagnandosi l'ennesimo soprannome: il "boia di Praga".
Con l'operazione Barbarossa (l'invasione dell'Unione Sovietica) che prende il via nell'estate dello stesso anno, iniziano le sistematiche eliminazioni anche di massa delle genti indesiderate. L'impegno militare tedesco in Russia è sfiancante ed enorme, ed è qui che il piano originario di deportazione si scopre inattuabile. La mole di ebrei è troppo grande. Hitler incarica quindi Heydrich di elaborare una soluzione e il nostro protagonista non chiedeva di meglio. Poco dopo, entra in funzione il tristemente noto campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, situato in Alta Slesia, in territorio polacco.La decisione definitiva di procedere con la soluzione finale viene ratificata nella segretissima riunione svoltasi in una tenuta a Wannsee, nei pressi di Berlino, il 20 gennaio 1942, alla presenza di quindici gerarchi del regime. Nell'incontro, organizzato dallo stesso Heydrich in collaborazione con Eichmann, si ribadisce come necessaria l'eliminazione fisica del problema ebraico dallo "spazio vitale" germanico. Su indicazione di Heydrich, grazie a precise modifiche alle vigenti leggi di Norimberga, viene sostanzialmente dichiarato illegale il semplice fatto di essere ebrei, meritevole della pena capitale. Per non utilizzare un eccessivo quantitativo di munizioni, viene fatto notare da Eichmann che tramite speciali docce da cui viene asperso gas letale (il notorio Zyklon B), è possibile eliminare anche sessantamila ebrei al giorno. I corpi sarebbero poi stati fatti sparire tramite appositi forni crematori.
Il sogno primordiale di Heydrich è finalmente realtà e la sua soluzione finale, Endlosung, viene messa in atto di lì a poco, trasformando sei dei campi di concentramento dell'est Europa (oltre ad Auschwitz-Birkenau, avremo Treblinka, Majdanek, Chelmno, Belzec e Sobibor) in veri e propri lager di sterminio, centri di morte istantanea.
Ma Heydrich non fa in tempo a vedere compiuta la sua opera: la mattina del 27 luglio 1942, a Praga, una granata esplode sotto l'auto su cui il governatore stava viaggiando. Muore in qualche ora non prima di aver sopportato un'atroce e, ci permetterete, giusta agonia. La matrice dell'attentato resta dubbia; c'è chi arriva addirittura a sostenere che sia stato ordinato dallo stesso Hitler, che aveva subodorato un tentativo di Heydrich di ribellarsi a lui per comandare il Reich in prima persona. Ci sembra però un'ipotesi azzardata. vista la totale dedizione di Heydrich alla causa hitleriana.
Ciliegina sulla torta, l'operazione dei campi di sterminio viene rinominata Reinhard in suo onore. Niente di più corretto, visto che ne era il reale padre.
Chiudiamo con una semplice considerazione: le follie propugnate da Hitler mai avrebbero potuto concretizzarsi senza l'ausilio di un gruppo di uomini che si votassero pienamente alla sua causa. Che ne fossero affascinati, sedotti e conquistati. Che la ritenessero giusta. Aristotele sosteneva che ogni cosa, anche la più positiva, nascondesse un lato oscuro, la sua degenerazione. Per noi la degenerazione dell'essere umano è qui perfettamente incarnata da un nome e da un cognome: Reinhard Heydrich.
Per non dimenticare.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason