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venerdì 22 aprile 2016

LO SCIACALLO INTERVISTA GIANFRANCO CARPEORO: "VI RACCONTO LA STORIA DEI ROSACROCE. E SUL DOTTOR JEKYLL E IL SIGNOR HYDE..."

                     
                                         Fonte immagine: youtube, words mean all

Dopo l'intervista allo studioso Mauro Biglino, Lo Sciacallo torna a fare un regalo ai propri lettori, intervistando il Gran Maestro Gianfranco Carpeoro, in arte Giovanni Francesco Carpeoro, uno dei massimi esperti di simbolismo e di Rosacroce. Carpeoro, che venerdì 29 aprile, presso l'Abbazia di Chiaravalle (Milano), presenterà il libro "Il volo del pellicano", un thriller alchemico-esoterico incentrato sulla figura di Giorgione e di altri personaggi di spicco della confraternita, di cui vi consigliamo la lettura (domenica ne parleremo in modo approfondito nella nostra consueta rubrica dedicata ai libri), ci ha descritto tutta la storia della confraternita, partendo dalle origini fino ad arrivare ai giorni nostri.

Dottor Carpeoro, come nascono i Rosacroce?

"I Rosacroce - esordisce l'ex direttore della rivista massonica Hera- nascono con la Stirpe di Davide. Il terzogenito di Abramo, Giacobbe, quando stabilisce determinati compiti ai suoi dodici figli, che simbolicamente rappresentano le dodici tribù ebraiche, probabilmente di dodici etnie diverse, semite e non, stabilisce la tribù di Giuda. Da Giuda viene poi l'albero di Iesse, e suo figlio, Davide, ristabilisce la regalità a Giuda, perché il predecessore era Saul. Da lì in avanti, la stirpe di Giuda diventa Radix Davidis. Per tale motivo è un personaggio di fondamentale importanza ai fini di questa tradizione, che prima si chiamava stirpe di Giuda e, ancor prima, Ordine di Melchisedec. Poi arriva il figlio di Davide, Salomone, dopodichè arriva Gesù Cristo".


"Se voi prendete il Vangelo di Matteo, scoprirete che lui fa tutta la genealogia, dimostrando che anche Gesù Cristo discendeva da questa stirpe, sia da parte di padre che di madre. Vi siete mai domandati il significato di INRI? INRI è Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum. Perché sottolineare che era il Re dei Giudei? Sapete che i presidenti degli USA giurano su Genesi 49 senza saperne il motivo?".



Il nostro tricolore trae origine da questa tradizione?

"Certo, dalla Genesi. Perché in questo passo della Genesi si dice che il Re è Giuda, citando i colori verde, bianco e rosso associati al latte, ai bracci della vite e al sangue. A Milano nasce una loggia denominata Cisalpina, sponsorizzata da un barone austriaco, Joseph von Wilzeck, allora intendente dell'imperatore d'Austria per il Regno lombardo-veneto, che era un Rosacroce. Lui fa tre cose molto importanti: primo, sceglie per la loggia Cisalpina, quella delle cinque giornate di Milano, il maestro venerabile successivo che sarà Pietro Verri; poi, successivamente, sceglierà i colori bianco, rosso e verde per la bandiera della prima repubblica d'Italia, nata a Milano, e farà esordire Mozart (altro Rosacroce, ndr), alla Scala. E Mozart era giovanissimo".

"Più tardi vengono riorganizzati da Gioacchino da Fiore. C'è da dire che la Radix Davidis pervade e si afferma all'interno del mondo cristiano, ma si afferma come perdente, perché la vera Radix Davidis è zoroastrica, invece, immediatamente dopo l'operazione di Costantino cominciano ad essere perseguitati come eretici. Chi fa un'operazione di recupero è proprio Gioacchino, che per tale motivo si procurerà una guerra tremenda, perché il suo ordine verrà riconosciuto dieci anni dopo averne avanzato la richiesta. Lui aspirava al riconoscimento del suo ordine all'interno dell'Abbazia di Casamari (Frosinone), all'epoca la più importante d'Italia, ma vincerà la battaglia molti anni dopo, in età avanzata. Lui riorganizza la confraternita sotto il nome di Gioacchiniti, e, soprattutto in Italia, rinuclea la Radix Davidis parlandone apertamente, e allargando l'ordine anche a personaggi estranei alla linea di sangue".

                                         Fonte: www.carpeoro.com

"La Radix Davidis si afferma nelle corte medievali, e comincia ad aprirsi anche al mondo islamico. C'è un personaggio, Raimondo Lullo, che siccome parlava e scriveva perfettamente in arabo, divenne ben presto una figura importante per l'epoca. Succede che, sopravvivendo nelle corti, come ad esempio quella di Federico II, con tutti quei poeti un po' particolari, come ad esempio Cecco Angiolieri, passando per i Fedeli in Amore di Dante Alighieri, fino ad arrivare ad alcuni personaggi poco conosciuti come Cecco d'Ascoli. C'è una differenza, però, tra Dante e Cecco: che mentre Dante veniva protetto ovunque andasse, Cecco fu messo al rogo a sessant'anni. Questo perché parte dei Rosacroce erano dialoganti con il potere, perché avevano  un compito diverso rispetto agli altri fratelli. Si possono citare come esempi, Dante e Leonardo da Vinci, mentre un altro personaggio non dialogante con il potere è stato Giordano Bruno, condannato anche lui al rogo".

"Dante avrebbe potuto benissimo essere sepolto nella tomba di famiglia, a Firenze, ma fu una sua scelta quella di essere sepolto a Ravenna. Il bando, cui era stato condannato il poeta, decade con la morte. Ma i Rosacroce si sono occupati anche di politica. Francesco Bacone, ad esempio, scrisse "La nuova Atlantide". Quando divenne cancelliere della corona in Inghilterra, per realizzare il suo progetto politico, cercò di impadronirsi del potere, iniziando a stampare moneta".

Quindi il signoraggio bancario parte da lì?

"Beh, il signoraggio bancario, così come il concetto di banca, proviene dall'area esoterica. I Templari inventarono l'assegno, perché viaggiare con i soldi era pericoloso".

Proprio a proposito di Templari, Carpeoro ne ripercorre la storia:

"I Templari sono un progetto della Radix Davidis fallito. Lo scopo dei Templari era quello di ricostruire il tempio, ovvero, di ricreare l'integrità del tempio. Quindi lo scopo non era quello di conquistare Gerusalemme, perché l'ordine nacque dopo la prima crociata, quando Gerusalemme era già stata conquistata. Loro non furono distrutti dal Papa, ma finirono per autodistruggersi. A uno dei personaggi più importanti dei Templari, Rinaldo di Chatillon, venne la balzana idea di far pagare un pedaggio agli arabi che visitavano Gerusalemme, e in seguito decise di far pagare un pedaggio pure su La Mecca. Se fino ad allora gli arabi, che erano divisi, avevano sopportato, seppur malvolentieri, il pagamento del pedaggio su Gerusalemme, dopo quest'altro affronto decisero di unirsi, riconquistando Gerusalemme. Nel momento che i Templari hanno perso il tempio, sono morti".

Oggi, che fine hanno fatto i Rosacroce? 

"In questo momento l'ordine è fermo. I Rosacroce non hanno mai avuto delle strutture, si riunivano solo una volta l'anno al giovedì santo, nel luogo indicato dall'Ormus (il capo della confraternita, ndr) del tempo. Mano a mano stanno morendo i membri di novant'anni...".

E la Massoneria?

                                               Fonte foto: wikipedia


"La Massoneria è stata utilizzata dai Rosacroce, prendendo dalla tradizione costruttoria, usandola come scatola nella quale iniettare alcune cose. Poi, però, la massoneria fece un altro tipo di percorso. La rottura tra i Rosacroce e la massoneria avvenne a Jalta: perché i Rosacroce sponsorizzavano la creazione di due stati, uno ebraico e uno palestinese, mentre la massoneria sponsorizzò la creazione della sola Israele. Alla conferenza erano presenti tre massoni (Roosevelt, Churchill e Stalin, ndr), ma nessun membro dei Rosacroce".

Stalin era massone?

"Sì, Stalin era massone, Lenin no. Stalin era entrato in una loggia di potere per comodità. Trockji, che era il Gran Maestro della massoneria sovietica di rito scozzese, ha preso 14 milioni di marchi dalla loggia tre globi di Berlino per finanziare la rivoluzione russa. Dopo la rivoluzione, questa loggia tedesca ha chiesto a Lenin e a Trockji come avrebbero restituito questo finanziamento, e lì Lenin e Trockji si sono scontrati perché il primo non aveva intenzione di restituirli. Teniamo presente che la richiesta della loggia non riguardava davvero il denaro prestato, bensì il progetto della costruzione di una società ideale teorizzata da sempre dai Rosacroce: basti pensare a testi come l'Utopia di Tommaso Moro, La città del Sole di Tommaso Campanella (ve ne abbiamo parlato in una delle puntate della nostra rubrica dedicata alla biblioteca, ndr), Cristianopolis di Johannes Valentinus Andreae, per capire cosa volessero realizzare. Lenin, invece, diede delle risposte diverse, andando più verso la direzione degli Illuminati di Baviera di Johann Adam Weishaupt, rinnegando l'origine esoterica del Socialismo, come la Comune di Parigi. Lenin cercò di realizzare il Socialismo materialista".

Tornando a Dante, quali sono i significati reali che si celano nella Divina Commedia?

"C'è da studiarla per tutta la vita. La Divina commedia contiene codificazioni astronomiche, astrologiche, matematiche, connotazioni scientifiche dell'epoca, ecc. Dante, che era stato un allievo di Brunetto Latini, l'autore del "Tesoro dei tesori", immette nella Divina Commedia diversi livelli di conoscenza. Lì ci sono più chiavi di lettura, ed è difficilissimo ridurla a una cosa sola. Poi, chiaramente, a scuola si finisce per semplificare il tutto, ma li capisco".

Proseguendo nella sua narrazione, Carpeoro ci racconta la storia di Alarico, anch'egli appartenente alla stirpe di Davide...

"Io, nel Re Cristiano, descrivo dove si trova la tomba di Alarico, il problema è che nessuno è andato a controllare. Molti sono convinti che fosse un barbaro, ma non è affatto così: Alarico era stato educato in scuole cristiane, e il suo precettore era un vescovo goto che si chiamava Ulfila, un vescovo importantissimo perché grazie alla sua traduzione del vangelo in goto ci ha consentito di decifrare la lingua gota. Alarico era cristiano e, essendo romano, divenne a vent'anni governatore dell'Illiria, per cui lo stereotipo del barbaro non esiste. Inoltre, la linea dei "Ric", a cui appartenevano ad esempio Alarico e Teodorico, era la linea di sangue corrispondente alla Radix Davidis per il popolo goto".

"Quando i goti si sono divisi in visigoti e ostrogoti, i primi sono andati in Francia. In goto, i visigoti si chiamavano Derving, e gli ostrogoti Burgund, e quando i Derving vanno in Francia, lì si ci sono i Miriamici. A questo punto succede che nasce un nuovo popolo, e la M di Miriam viene anteposto a Derving, dando vita ai Merovingi. Alarico era un predestinato, perché era frutto della fusione tra la Rosa di Sharon, che stava a rappresentare i popoli del nord, e il Giglio della Valle, ovvero i popoli del sud. E la Rosa di Sharon e il Giglio della Valle erano i simboli dei Rosacroce". 

"Poi Alarico si reca a Roma dove c'era la sua compagna, Galla Placidia, anche lei predestinata, visto che apparteneva alla Rosa di Sharon, in quanto nipote di Vespasiano ma soprattutto perché era la pronipote di Giulio Cesare. Altro stereotipo vuole che Alarico morì a Cosenza di malaria, quando in realtà fu avvelenato dal suo rivale rimasto pagano, Saro. Di tutta fretta Galla Placidia riparte per la Francia, e il progetto di Alarico di portare a Gerusalemme quanto preso dalla sua compagna a Roma fallì. Che poi era anche il progetto dei Templari. Questa cosa importante, che nessuno sa cosa fosse, doveva essere così importante tanto da spingere Galla Placidia a farsi costruire un mausoleo, a Ravenna, per evitare che fosse trovata dai nemici. Lei, invece, è sepolta a Roma" (ora potete capire i motivi della scelta di Dante di farsi seppelire a Ravenna, ndr).

E Leonardo da Vinci? Che ruolo aveva?

"Leonardo era una specie di agente segreto dell'epoca, aveva quel compito lì. Lui veniva adorato sia da Ludovico il Moro, sia dal Re di Francia, che sconfisse Ludovico, il quale lo mise a 200 m dalla sua residenza di campagna, costruendo un cunicolo sotteraneo per andare a trovare Leonardo di nascosto. Ma non è finita qui, perché quando venne a sapere dell'imminente morte di Leonardo, lasciò la corte e per recarsi nel palazzo che ospitava Leonardo, restando quattro giorni al capezzale dell'artista per accompagnarlo alla morte. Questa scena venne raffigurata in un celebre quadro di un pittore dell'epoca: nel quadro ci sono un prete, il Re di Francia al capezzale e Leonardo morente. Lui aveva il mestiere di essere contiguo al potere, a differenza di Raffaello, che è sicuramente morto avvelenato, o Giorgione".

Carpeoro ci spiega poi l'importanza degli specchi per i Rosacroce, un simbolo molto utilizzato nel linguaggio degli iniziati alla confraternita...

"Innanzitutto diciamo che Leonardo non era mancino, scriveva con la destra e pure dritto se voleva. Tanto è vero che l'unica frase perfettamente dritta che abbiamo trovato nei suo 13000 fogli (nonostante fosse un 'lento', ndr), risale alla morte del padre, che lui odiava: "Oggi, in tale data, è morto Ser Piero da Vinci". Per i Rosacroce la specularità era fondamentale, e per comprendere le opere di Leonardo devi metterle davanti a uno specchio. Quando uno viene iniziato a massone, entra in un posto che si chiama 'gabinetto di riflessione'. In questo luogo c'è uno specchio, situato dietro un armadietto chiuso da due antine, dove sotto compare la scritta "se la curiosità ti ha condotto in questo posto, vattene". Questo perché la gente, che collega la curiosità con le antine, inevitabilmente apre le antine, dove c'è lo specchio. Addirittura, alcune logge antiche, ti mettevano uno specchio dove il soggetto compariva capovolto. In realtà tu davanti a uno specchio compari sempre capovolto, perché la destra diventa sinistra e viceversa, però in quel modo veniva evidenziato maggiormente. Sempre nel gabinetto troviamo un teschio, una penna con un calamaio con una penna d'oca, il sale, lo zolfo e il mercurio, un gallo dipinto in alto e infine la scritta che vi ho citato prima".

Cosa ci sa dire sulla leggenda che vede i Rosacroce conoscere con largo anticipo e precisione, come nel caso di Campanella, la data esatta della loro morte?


"Tutti, compreso Giordano Bruno. Lui addirittura se la costruì la sua morte (vedere un nostro articolo precedente sul tema, ndr). Credo che abbia ricevuto una soffiata da qualche amico che lo aveva informato del fatto che i Giordaniti (questo era il nome che aveva assunto la confraternita sotto la sua guida, ndr) erano stati scoperti".

Anche Cagliostro era cosciente del fatto che sarebbe stato ucciso, visto che aveva aperto un tempio egizio nei pressi del Vaticano. A questo punto, però, Carpeoro ci sorprende con una storia incredibile, che mescola la vicenda di Cagliostro a quella di un protagonista di un celebre romanzo...

"Cagliostro voleva morire, e io di questo ne parlo ne Il volo del Pellicano. Cagliostro ad un certo punto va in Inghilterra e, siccome è affascinato dall'alchimia, inizia a sperimentare, finché ad un certo punto scopre un alambicco che lo rende molto giovane e tonico. Il fatto è che quando si trova in questa situazione sorge un problema, perché perde il controllo di se stesso. Ad un certo punto decide di confidarsi con un maestro venerabile di una loggia di rito scozzese di Edimburgo; questi gli dice innanzitutto che occorreva coprire tutte queste malefatte che combinava quando si trovava in questo stato, e, in secondo luogo, gli consigliò di smettere di assumere questo alambicco. Nel frattempo, un massone di Palermo, convince un 'fratello' dell'anagrafe a fabbricare la possibilità che il Marchese Pellegrini, nipote del Re di Portogallo, cresciuto dai principi d'Aquino, a Malta, diventasse Giuseppe Balsamo, nato a Palermo. In modo tale che tutte le malefatte le commettesse sotto il nome di Giuseppe Balsamo, mentre il resto potesse essere associato al Pellegrini, in attesa di curarsi". 

"L'operazione riesce, il problema, però, è che pur smettendo di assumere quella sostanza, rimane malato. Per cui inizia a picchiare la moglie, a rubare soldi per giocare, rischiando pure di ammazzare una persona. Nei momenti di lucidità, però, si rende conto di questo sdoppiamento di identitùà, per cui va a Roma con l'intenzione di aprire un tempio egizio, mentre, nel frattempo, racconta tutto alla moglie, pregandola di denunciarlo all'Inquisizione, nonostante le resistenza di quest'ultima, che lo amava da morire. Napoleone, che era un altro membro della fratellanza, mandò un esercito per liberarlo. Questo esercito arrivò puntuale a San Leo, ma Cagliostro, che lo venne a sapere, si fece avvelenare, perché non volle farsi trovare vivo".

"Il maestro venerabile a cui si era rivolto Cagliostro, nello stesso periodo, stilerà un diario che ispirerà suo nipote, Robert Louis Stevenson, autore del romanzo intitolato Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.

Parliamo di Mozart. Qual è la verità sul requiem rimasto incompiuto?

"Mozart scrisse il requiem per se stesso. Alla moglie disse che lo stava componendo per l'intendente del conte austriaco Franz von Walsegg zu Stuppach. Peccato che più tardi si scoprì che quell'intendente era morto quattro anni prima. Per cui questo requiem appare un po' tardivo...".

Questa è l'ennesima dimostrazione di come i membri della fratellanza conoscessero la data della loro morte...

"La dicitura era che un Rosacroce vive come il pellicano, muore come il cigno e risorge come la fenice".

Sempre per quanto riguarda l'arte, quali sono stati gli ultimi Rosacroce?

"L'ultimo è stato Salvador Dalì. Uno degli ultimi, che ho conosciuto, è Aldemaro Romero (compositore, e direttore d'orchestra venezuelano, ndr)".


Potete notare come la nostra società sia stata guidata nei secoli da questa confraternita, che ha cercato sempre di dare un contributo importante per l'avanzamento scientifico, culturale, artistico e spirituale alla nostra società. Purtroppo, come spesso accade, non tutti hanno colto il grande messaggio custodito dalla confraternita, delusa più volte dall'atteggiamento remissivo dell'umanità, che non è mai stata in grado di compiere quel passo significativo che da secoli i membri dei Rosacroce attendono con trepidazione. Ringraziamo Carpeoro per la disponibilità concessaci, per la piacevole chiacchierata, per gli spaghetti (assai squisiti) e, cosa altresì importante, per la piacevole scoperta dei Doobie Brothers.

Mente libera. occhi aperti
                                              Lo Sciacallo, Marcus L. Mason