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domenica 20 marzo 2016

LA BIBLIOTECA DELLO SCIACALLO: "IO, VENDITORE DI ELEFANTI", LA STORIA DI UN CLANDESTINO SENEGALESE


                                               Fonte foto: unosguardoalfemminile.it

Cari amici e lettori de Lo Sciacallo, ben ritrovati con la nostra biblioteca. Il libro che vi consigliamo quest'oggi è "Io, venditore di elefanti", un'autobiografia di Pap Khouma, uno scrittore senegalese naturalizzato italiano. Pap Khouma nasce a Dakar, in Senegal, nel 1957. Il 21 luglio del 1984 Khouma decide di lasciare il Senegal in cerca di fortuna e, dopo varie peripezie, riuscirà a stabilirsi definitivamente a Milano, dove tuttora risiede. L'opera presa in esame quest'oggi è stata pubblicata nel 1990 da Oreste Pivetta; nel 2005 pubblica "Nonno Dio e gli spiriti danzanti" e nel 2010 "Noi neri italiani". Lo scrittore italo-senegalese conosce quattro lingue (wolof, francese, inglese e italiano), ed è direttore di El Ghibli e direttore e fondatore di Assaman, una rivista online di informazione italo-africana. Nel 2013 è stato candidato alle elezioni regionali lombarde nella sottoscrizione di Milano con SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), a sostegno del candidato della coalizione di centro-sinistra Umberto Ambrosoli. Attualmente vive e lavora nel capoluogo lombardo.


"Come ci si sente da clandestini? Male. Oltretutto si entra in concorrenza con chi sta male quanto noi. Un immigrato deve subire, tacere e subire, perché non ha diritti. Deve reprimere dentro di sé ogni reazione, svuotarsi di ogni personalità. Subire con la consapevolezza che questa è l’unica possibilità". Queste parole sono tratte dalla terza pagina del testo; Pap Khouma parla in prima persona e descrive con uno stile semplice la sua esperienza da clandestino, uno status inventato da alcuni soggetti politici nostalgici dell'era fascista, ma accettata ormai da tutti come fosse una normalità, al pari di quanto si afferma quando si fa la distinzione, parlando di profughi, tra aventi diritto d'asilo e non (uno stratagemma creato ad arte dai poteri per rendere impossibile la vita di tutte quelle persone che fuggono via dai loro paesi d'origine perché devastati da guerre e veleni portati dai liberatori democratici che alla fine, oltre al danno anche la beffa, dettano le regole per l'ingresso dei migranti da loro stessi "fomentati", come diretta conseguenza delle loro attività malavitose in quei territori).

L'autore racconta e descrive nei minimi particolari tutte le vicende più significative vissute sulla sua pelle, che purtroppo per molti rappresenta una minaccia, come emerge, seppur in modo sottile, dopo un'attenta lettura del testo. Si parte da quando viveva in Senegal, dove si guadagnava da vivere vendendo oggetti tipici ai turisti ad Abidjan, allora capitale della Costa d'Avorio nonché una delle più fiorenti città dell'Africa nera. Tuttavia capisce ben presto che quella vita non gli permette di realizzarsi e di soddisfare tutte le sue esigenze così, dopo un consulto dall'indovino locale (il set-kat), decide di partire alla volta della Germania passando per l'Italia. Qui, accolto da un amico che lo aiuta a raggiungere Riccione, dove trova un alloggio da un amico e dove conosce a sua volta altri ragazzi che diventeranno i suoi fedeli compagni d'avventura. Giunto l'inverno comprendono che gli affari sono in netto calo, decidendo di lasciare Riccione e di dirigersi a Parigi per poi approdare definitivamente in Germania, ma prima di compiere questo passo, si pongono l'obiettivo di acquistare un auto; ma proprio in questo momento si accorgono che la loro condizione di clandestinità non permette loro di potersi intestare la macchina, scegliendo quindi di partire in treno per trovare un intestatario valido, ma vengono fermati dagli agenti sulla frontiera e rispediti in Francia.

Ma per il gruppo di amici, Parigi si rivelerà presto ostile e, una volta trovata la persona adatta a cui intestare la macchina, decidono di mettersi in viaggio verso Riccione, dove si imbattono più volte nella polizia, che in diverse circostanze consegnerà a Pap il mandato di espulsione, che puntualmente non verrà rispettato da questi, che alla prima occasione non aspetta un solo minuto per gettare il foglio nel primo cestino che trova: del resto, non aveva intrapreso un viaggio dal Senegal con l'intenzione di farsi una vacanza, la vita è troppo preziosa per dar retta a un disumano pezzo di carta. Alla fine, dopo mille avventure, l'autore riuscirà ad ottenere il permesso di soggiorno, ma anche una volta ottenuto questo riconoscimento, il futuro scrittore dimostrerà quanto è difficile abbattere certi pregiudizi che purtroppo albergano tra la gente. Non in Marcus L. Mason, che consiglia spassionatamente la lettura di questo libro che è una testimonianza diretta di vitale importanza per comprendere i problemi che tuttora attanagliano l'Italia e più in generale l'Europa.


"Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana" (cit. Albert Einstein)

Mente libera, occhi aperti
                                          Lo Sciacallo, Marcus L. Mason