Archivio blog

mercoledì 10 febbraio 2016

"IO HO PAURA" DI DAMIANO DAMIANI: ANNI DI PIOMBO IN UNA ROMA DI SANGUE

fonte: filmtv.it

Si torna a parlare di cinema sulle pagine de "Lo Sciacallo".
Oggi vi vogliamo consigliare la visione di una pellicola del 1977, diretta dal celebre regista Damiano Damiani, Io ho paura.

Prima di parlare del film in questione, inquadriamo brevemente il regista. Damiani salì all'onore delle cronache agli inizi degli anni 60, grazie alla sua trilogia "psicologica": Il rossetto (1960), Il sicario (1961) e L'isola di Arturo (1962). Dopo un adattamento del celebre romanzo La noia nel 1963, arriva nel '67 il primo film fondamentale del regista friulano: lo spaghetti-western Quién sabe?, tra le pellicole del genere più intriso di implicazioni politiche. Dichiaratamente uomo di sinistra, diventa il principale esponente del cinema cosiddetto civile e impegnato, o cinema di mafia: la sua opera forse più celebre, Il giorno della civetta, tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, del '68, è soltanto il primo di questo filone. Seguono negli anni successivi diversi lavori con il medesimo sfondo sociale: La moglie più bella (1970), Confessione di un commissario di polizia a un procuratore della repubblica (1971), L'istruttoria è chiusa: dimentichi (1971), Perché si uccide un magistrato (1974), Un uomo in ginocchio (1979), Pizza Connection (1985), Il sole buio (1989), oltre al grande successo ottenuto con la serie televisiva La Piovra, di cui Damiani diresse la prima stagione nel 1984. Dispiace solamente per il triste finale della sua carriera, con lo scult Alex l'ariete (2000), condito dalle imbarazzanti interpretazioni di Alberto Tomba e Michelle Hunziker.

Il film sul quale ci concentriamo, Io ho paura, ha per protagonista Lodovico Graziani, un brigadiere al quale, rimasto traumatizzato dopo una sparatoria, viene assegnata la scorta del giudice Concedda, integerrimo e incorruttibile uomo di legge. I due, collaborando, scoprono l'esistenza di un traffico d'armi nel quale sono coinvolti anche elementi di spicco dei servizi segreti: il giudice, nonostante gli avvertimenti di Graziani, pagherà con la vita il suo lavoro. C'è quindi un nuovo incarico per il brigadiere; proteggere il giudice-censore Moser, che però non pare tanto trasparente quanto Concedda...
I punti di forza del film sono molteplici: innanzitutto, la trama gialla di cui Damiani si serve per raccontare la tensione di una città, Roma, dove il sangue è all'ordine del giorno, e dove nessun cittadino si sente più ormai al sicuro. Memorabili, in questo senso, tutte le scene di violenza girate nelle palazzine dei condomini, sulla tromba delle scale, per dare l'idea della prossimità e della quotidianità della violenza stessa.
Damiani bilancia egregiamente le scene d'azione, con regia e montaggio decisamente dinamici, a quelle più riflessive, come i confronti continui tra Graziani e Concedda, due uomini che, pur dalla stessa parte, non riescono ad affrontare le situazioni con lo stesso spirito, pur innestandosi tra loro un evidente affetto.
E infine, gli attori, vero punto forte. Il protagonista Graziani è magistralmente incarnato da Gian Maria Volonté, attore a tutto tondo, che lascia qui da parte il suo istrionismo per tratteggiare un personaggio buio, introverso, pieno di contraddizioni, che ha paura, come suggerisce il titolo, pur credendo fermamente nel suo lavoro. Siamo lontani quindi, dal poliziotto giustiziere e folle di opere come Roma a mano armata o Il cinico, il violento, l'infame. Ottimi anche lo svedese Erland Josephson (tra gli attori preferiti di Ingmar Bergman), nella parte di Concedda, e il grande Mario Adorf, che interpreta il viscido Moser.
Ci sentiamo di consigliarlo perché tra i noir di quegli anni è quello che forse riesce a far intravedere più sfumature di personaggi reali e di un mondo di cui in un certo ambiente tutti erano a conoscenza ma di cui quasi tutti negavano l'esistenza.
Vi carichiamo due brevi estratti del film, sperando che vi invoglino a gustarvelo integralmente.

Mente libera, occhi aperti
                                              Lo Sciacallo, Marcus L.Mason