Youtube: Paolo Franceschetti
Altro grande regalo dello Sciacallo: Marcus Mason ha infatti
intervistato Paolo Franceschetti, avvocato, blogger, e tra i massimi esperti
italiani di delitti rituali, di Rosa Rossa e di esoterismo. Ecco cosa ci ha
raccontato.
Come sei arrivato ad occuparti di questi argomenti? Che tipo
di problemi hai avuto?
“Chiunque arrivi ad occuparsi di queste tematiche
inevitabilmente affronta dei problemi, che sia un politico, un avvocato o un
giornalista. Il sistema usa qualsiasi mezzo pur di far desistere un personaggio
scomodo. E’ il caso di un deputato belga, espulso dal parlamento in seguito
alla sua inchiesta su un fenomeno così scottante come quello della pedofilia.
In Italia è sempre successo, me compreso, ma niente più della media”.
Tu ti senti ancora in pericolo?
“Dal punto di vista fisico non credo di correre ulteriori
rischi, anche perché ultimamente la mia indagine riguarda tematiche meno
pericolose. Al contrario, sono molti gli impedimenti dal punto di vista
pratico; ogni volta che per esempio intraprendo una ricerca, qualcuno cerca di
ostacolarmi. Certo, il futuro non è prevedibile”.
Quale è stata la tua reazione una volta appresa la realtà di
questo sistema? Avevi già avuto un sentore praticando la professione di
avvocato?
“Il giorno in cui sono venuto a conoscenza della concretezza
di questa realtà, è stato un vero shock. Vi racconto un aneddoto in
merito: era qualche anno che mi occupavo
di poteri occulti e, dopo una serie di guai e minacce, a me e alla collega
Solange, era stata assegnato un servizio di protezione della Digos di Viterbo.
Tuttavia, avevamo notato che questi operavano come degli incompetenti, quasi
come non avessero interesse a proteggerci. Chiaramente all’epoca pensavamo
fosse per incapacità. La svolta avvenne quando pubblicai sul mio blog un
articolo sul Mostro di Firenze (Il Mostro
di Firenze: quella piovra che si insinua nello Stato, ndr), dove
sostanzialmente denunciavo l’eliminazione sistematica dei testimoni dei
delitti, intuendo che dietro operassero i servizi segreti. A quel punto mi
sembrava banale capire che dietro quei delitti c’era la mano dello Stato e non
dei contadini Pacciani, Vanni e Lotti”.
Continuando nella sua narrazione, Paolo ci racconta del suo
incontro con Gabriella Carlizzi, e di come essa gli abbia sconvolto l’esistenza,
svelandogli il Matrix che impregnava (e impregna) la nostra società…
“Dopo la pubblicazione di quell’articolo si scatenò un
putiferio. Mi chiamò Gabriella Carlizzi (scrittrice, ndr), la prima persona che
si era occupata seriamente della vicenda del Mostro di Firenze, spiegandomi una
serie di cose: mi disse chi era il Mostro, chi c’era dietro e, a un certo
punto, mi disse una cosa che mi ribaltò completamente la vita. Io le chiesi il
motivo delle minacce subite, e lei mi rispose spiegandomi che, dal momento in
cui avevo aperto un blog, per “loro” ero fuori controllo. Mentre prima ero
stato controllato dalle stesse persone per cui combattevo, dopo la
pubblicazione del pezzo ero diventato pericoloso. E quando le raccontai del
servizio di protezione della Digos e della denuncia presentata al Pubblico Ministero
Caselli, mi spiazzò un’altra volta: mi disse, sostanzialmente, che i sabotaggi
che c’erano capitati alle moto e l’avvelenamento di Solange erano attribuibili
alla stessa organizzazione che ci dava la caccia. Inoltre, mi anticipò
correttamente la risposta di Caselli al mio esposto: una lettera firmata con
inchiostro verde con un cordialmente finale e un punto esclamativo, sempre in
verde. Ovvero, la condanna a morte da parte della Rosa Rossa. A quel punto mi
si è decisamente aperto un mondo, ho capito molte cose. Da quel giorno la Digos
smise di ‘controllarci’, probabilmente perché i nostri telefoni erano sotto
controllo”.
Nel tuo racconto ci hai nominato la Rosa Rossa. Per chi non
dovesse sapere di cosa si tratta, puoi farci una breve introduzione sulla
storia di questa organizzazione?
“Si tratta di una costola deviata di un’altra organizzazione
segreta che affonda le sue radici nei secoli precedenti, ovvero i Rosacroce
(per approfondire, vedi l’intervista a Gianfranco Carpeoro, ndr). Si può dire
che essi abbiano fatto la storia dell’umanità, avendo partecipato, agevolandoli
o promuovendoli, ad alcuni degli avvenimenti storici più importanti del secondo
millennio.
Nel 1888, a Londra, viene fondata un’organizzazione di
stampo magico, la Golden Dawn. Da questa, si stacca, su iniziativa del mistico
ed esoterista statunitense Arthur Edward Waite, un ulteriore ramo che
approfondisce notevolmente i temi esoterici, l’Ordine della Rosa Rossa e della
Croce d’Oro Indipendente e Rettificato. La principale pratica a cui erano
dediti la maggior parte degli adepti era proprio l’omicidio rituale. La Rosa
Rossa è la prima organizzazione iniziatica a commettere questa sorta di
delitti, nei confronti di singoli individui o di gruppi.
C’è un film intitolato “La vera storia di Jack lo
Squartatore- From Hell” (diretto da Albert e Allen Hughes, del 2001, ndr), in
cui i riferimenti alla RR sono chiari e comprensibili a chiunque sia a
conoscenza del suo modus operandi
(simbologia di squadra e compasso, monologo finale del medico, ecc).
Tanto è vero che il medico viene processato
non dal tribunale ma dalla Massoneria, come a sottolineare l’ufficiale
presa di posizione massonica contraria alle pratiche deviate della RR. Il discorso
di chiusura dell’assassino anticipa la strategia criminosa della RR che si
svilupperà nel XX secolo, con Europa e Stati Uniti, specialmente, invasi da
questa ondata di delitti”.
Quando la RR decide di compiere un delitto, in che modo
sceglie la sua vittima e il corrispondente capro espiatorio?
“Diciamo che generalmente talvolta la vittima viene scelta a
caso, altre volte invece no. Per quanto riguarda la persona da accusare può
essere scelta dopo, in seguito alla pressione di inquirenti e stampa. Per esempio,
nel caso di Yara Gambirasio, risulta difficile pensare che sin dall’inizio
fosse stato scelto Massimo Bossetti, ma è probabile che sia stato individuato
in un secondo momento. Bisogna ricordare che lui e la sua famiglia hanno
asserito di essersi sentiti inseguiti e spiati per diversi mesi. Dunque, è
probabile che il complotto ai suoi danni sia stato perfezionato proprio durante
questo periodo di pedinamento”.
Entriamo nello specifico: in riferimento a questo caso,
quali sono le simbologie che ci permettono di classificarlo come delitto
rituale?
“Non ricordo i dettagli, ma posso dire in generale questo:
viene ritrovato il cadavere dopo tre mesi, posizionato a poche decine di metri
da dove erano iniziate le ricerche della Protezione Civile. Chi ha un minimo di
esperienza in materia, conosce l’odore
nauseabondo che emana un cadavere. Risulta quindi evidente che il corpo sia
stato posizionato lì il giorno stesso del ritrovamento. Sicuramente un semplice
muratore non avrebbe avuto le possibilità per operare in questo modo, in barba
a tutte le autorità inquirenti, vista poi la mediaticità della vicenda. Inoltre
ricorre la simbologia: Yara è stata deposta in un campo di proprietà della
ditta ‘Rosa & C’, più una serie di coincidenze relative all’omicidio di Sarah
Scazzi. Prima di tutto il giorno della scomparsa, che per entrambe è il 26 del
mese: agosto per Sarah e novembre per Yara; inoltre pochi hanno evidenziato
l’assonanza dei nomi ai quali si aggiunge anche Chiara Poggi (vittima del
delitto di Garlasco, ndr): la desinenza ara
in latino significa ‘altare’, come ad indicare il sacrificio delle tre giovani
vittime. Ovviamente questi sono solo degli indizi e non delle prove certe, che
potrebbero però fungere da spunto per seguire delle piste diverse durante le
indagini”.
Tu ti sei occupato da vicino di un caso di grossa risonanza
mediatica, quello delle Bestie di Satana. In qualità di avvocato difensore di
due degli imputati, Paolo Leoni e Nicola Sapone, puoi tracciarci un profilo
psicologico dei due ragazzi? E secondo le tue indagini, cosa non torna nella
versione ufficiale degli avvenimenti di quella notte del 1998?
“Sono persone assolutamente diverse da come sono state
dipinte dai media. Se per alcuni tali descrizioni non si allontanano molto
dalla realtà, almeno per quanto riguarda i miei assistiti posso testimoniare
che quanto detto è falso. Ho avuto modo di conoscere sia i ragazzi che le loro
famiglie e le relative amicizie, dormendo peraltro a casa loro per diverso
tempo, potendo così constatare che si trattava di persone assolutamente normali
e, anzi, estremamente ospitali. Una sola cosa avevano in comune con altri
soggetti considerati universalmente come criminali (i tre contadini del Mostro
di Firenze o Charles Manson negli USA): il fatto di essere talmente ignoranti
da non essere in grado di difendersi. Riguardo alle dinamiche; dalle
ricostruzioni, quella sera i ragazzi erano sotto l’effetto di alcol e sostanze
stupefacenti, quindi non potevano essere in grado di commettere un omicidio
così efferato senza lasciare tracce, considerando anche che i corpi delle
vittime sono stati seppelliti. E’ impossibile che siano tornati a casa senza
una goccia di sangue addosso e che nemmeno i famigliari si siano accorti di
nulla, come è altrettanto improbabile scavare una buca così profonda in quel
punto del bosco senza l’ausilio di un macchinario. Abbiamo fatto le prove con
un esperto e siamo giunti a queste conclusioni”.
Con il caso delle Bestie di Satana per la prima volta in
Italia si è parlato di Satanismo. Tu che conosci bene l’argomento, credi sia
giusto parlare in questi termini di Satanismo?
“Diciamo che questi ragazzi, così come per il caso Manson in
America, sono stati utilizzati per costruire a tavolino un caso di Satanismo
che fosse inserito nei manuali di criminologia e poi studiato nelle università,
con l’obiettivo di confondere le persone sull’essenza del vero Satanismo. Il
vero Satanista non è il drogato di turno, il cosiddetto ‘Satanismo acido’,
ormai quasi inesistente; ben più pericoloso è il Satanismo dei colletti
bianchi, che progettano i delitti per poi attribuirli ad altri e rimanere così
impuniti. Quello per esempio che è dietro alle sparizioni in Italia di 300/400
bambini e di 2000 persone all’anno (compresi gli adulti) che scompaiono in
Italia senza lasciare traccia e che finiscono coinvolti in questi riti”.
Alla prossima settimana con la seconda parte
dell’intervista. Si parlerà tra gli altri del delitto di Pier Paolo Pasolini,
di religioni, dei progetti futuri di Paolo e di molto altro ancora.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L. Mason