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lunedì 28 novembre 2016

LO SCIACALLO INTERVISTA PAOLO FRANCESCHETTI: "LA VITTORIA DI TRUMP NON CAMBIA NULLA COSI' COME IL RISULTATO DEL REFERENDUM. QUALCHE ANTICIPAZIONE SUL MIO NUOVO LIBRO. LE IENE? COME DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE..."


fonte: marcovuyet.com
Cari lettori, lo Sciacallo Marcus L. Mason ha deciso di fare un'altra chiacchierata con il nostro amico Paolo Franceschetti, che ringraziamo per la disponibilità nonostante gli impegni, su temi di stretta attualità. Ecco il resoconto della nostra conversazione.

Partiamo dall’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Cosa ne pensi di questo risultato elettorale e quali possono essere i prossimi scenari?
“Bisogna partire da un presupposto, che purtroppo la maggior parte della gente non riesce a cogliere, ma che invece è di assoluta evidenza: non esiste la possibilità di cambiare il sistema se non cambi le persone che lo compongono. Quindi, Trump o Clinton, non cambia nulla. I poteri che finanziano entrambi sono gli stessi,  e quand'anche ci fosse una grande differenza tra i due, una volta che viene eletto un presidente, di qualunque nazione si stia parlando, se la deve vedere con una serie di personaggi (politici, agenti di servizi segreti, militari), che sono sempre gli stessi. Perciò, come fa a cambiare il sistema con il cambiamento di una sola persona? Se quella persona avesse realmente il potere di cambiare le cose, probabilmente lo farebbero fuori prima: basti pensare all'omicidio di Kennedy o di altri presidenti. Questo perché qualcuno che prova a ribellarsi alle direttive di certi poteri si trova ad un certo punto isolato. Ad esempio, Kennedy è stato probabilmente uno dei migliori presidenti eletti, dato che era contro la guerra in Vietnam e ad altre situazioni.  Per carità, anche lui aveva delle ombre: era contro Cuba in un modo quasi feroce; all'epoca nei confronti di Fidel Castro fecero delle cose innominabili. Tuttavia, lui ha provato a cambiare qualcosa, ma non ha potuto mettere mano a tutto”.
E’ vero che voleva riformare la Federal Reserve?
“Certamente sì, e quella probabilmente è stata la sua condanna a morte”.
Forse il migliore era Bernie Sanders?
“Facciamo una riflessione. Ma se davvero i candidati alla presidenza fossero scelti dal popolo sovrano, secondo voi, persone decerebrate come Hillary Clinton e Donald Trump avrebbero potuto mai essere papabili? Un capo di Stato di una nazione così potente dovrebbe essere una persona talmente saggia e illuminata da guidare tutte le nazioni della Terra. Non dovrebbe essere un soggetto come la Clinton, che sostanzialmente è un Bush vuoto, o come Trump. Nella vita di tutti i giorni è facile incontrare e conoscere persone più intelligenti dei due candidati americani, che nulla hanno da insegnare all'umanità, come invece avrebbero il compito di fare”.
Quindi credi che anche a livello internazionale non cambierà nulla? L’amministrazione Obama aveva aperto un canale diplomatico con Cuba fino ad arrivare a stringere relazioni…
“Il disgelo tra Cuba e Stati Uniti secondo me proseguirà perché fa comodo a tutti. Credo che ci sarà una stretta riguardo l’immigrazione in America. In generale, però, credo che non cambierà nulla rispetto al lavoro svolto in precedenza da Barack Obama”.
La Corea del Nord, subito dopo l’elezione di Trump, ha convocato il Consiglio Superiore di Sicurezza, nonostante i rapporti di stima tra il neo presidente eletto e Kim Jong-Un. Che sia una questione di facciata?
“Vedete, fa parte del gioco tra le parti. La prima cosa sensata che un capo di Stato che abbia un minimo di cervello può fare, a fronte di un fenomeno come le elezioni di Trump, è quello di provare a dialogare. Poi, dopo, decide se convocare il Consiglio di Sicurezza per vedere se ci sono situazioni pericolose. Se tu parti subito in questo modo, però, appare evidente che è per aumentare le tensioni che già da un po’ ci sono tra i due paesi”.
Ormai è alle porte il referendum del 4 dicembre. Qual è la tua opinione in merito?
“Votare per il sì o per il non cambia nulla, esattamente come votare per la Clinton o per Trump. La nostra Costituzione è un colabrodo, fatta apposta per schiacciare i diritti dei più deboli. Altro che la migliore al mondo. Innanzitutto non prevede una copertura per i servizi segreti; cioè l’apparato amministrativo più importante e più potente, in grado di manipolare l’opinione pubblica, la sicurezza interna ed esterna non è coperto costituzionalmente. Nello stesso modo non c’è una copertura costituzionale per la Banca d’Italia e per l’emissione di moneta, che è una cosa fondamentale. Non parliamo poi del sindacato di costituzionalità delle leggi. Il modo in cui esse vengono controllate è demenziale, nel senso che non c’è la possibilità da parte di un cittadino normale di impugnare una legge davanti alla Corte, poiché il procedimento per farlo è talmente complesso che scoraggerebbe chiunque ad intraprendere un'azione di questo tipo. Ecco perché ci sono tante leggi ingiuste che non vengono impugnate. Infine, il quarto motivo è il referendum: noi abbiamo quello abrogativo, ma non quello propositivo. La cosa fondamentale è che col referendum abrogativo si può sì annullare gli effetti di una legge, ma per poi il giorno seguente riproportela di nuovo, o meglio, un po’ diversa, con una piccola variante magari. Allora a cosa sono serviti? Diverso è il discorso per quanto riguarda il referendum propositivo: in quel caso, qualora una legge proposta dai cittadini venisse abolita, allora si scatenerebbe un casino. Io, personalmente, non mi recherò alle urne, non voglio perdere tempo. Qualsiasi cosa succeda, credo che impiegherò meglio il mio tempo. Non vado a farmi prendere in giro”.
In caso di vittoria del No, credi che Renzi verrà sostituito con Di Maio?
“Penso che Renzi debba cadere per forza, dal momento che Di Maio è destinato a salire, sia che vinca il Sì sia che vinca il No. Poi lui potrebbe anche decidere di rimanere, ma saranno quelli che lo hanno lanciato a farlo cadere”.
Cambiamo completamente argomento. Sta per uscire il tuo nuovo libro; raccontaci un po’ di cosa parla.
“Il nuovo libro che sta uscendo è in realtà la riedizione del mio libro sulle religioni con qualche aggiustatina, seppur non sostanziale, visto che l’impianto di base resta lo stesso. Si intitolerà Alla ricerca di Dio. Dalla Religione ai Maestri Contemporanei. L’intento del libro è far capire come le religioni non siano che formalmente diverse,poiché possiedono un nucleo e un messaggio centrale che è unico e che può essere individuato. Ai più alti vertici della spiritualità contemporanea cristiana, islamica, buddhista, induista od ebraica ci sono dei punti di contatto su cui bisogna puntare per andare in direzione di un mondo pacifico, se ci concentriamo sulle differenze non si va da nessuna parte. Le differenze le troviamo dappertutto, pure tra un marito e una moglie. Il nostro compito è quello di cercare di unire, non di dividere. Solo così si potrà andare verso un mondo di pace, rispettando la libertà dei singoli individui di non unirsi a una religione organizzata. Per questo dedico un ampio approfondimento ai maestri spirituali contemporanei dove parlo di Osho, Yogananda, Krishnamurti, Scaligero e Steiner, compresi i vari cosiddetti ‘guru’ della New Age che spesso vengono dileggiati”.
 Molti di loro, se non tutti, sono morti in circostanze misteriose.  Forse il potere li teme?
“Sono quasi tutti morti avvelenati. Certo, il potere ha paura di loro perché portano pace, ma questa è una regola che non riguarda solo il mondo spirituale. Qualunque cosa di buono farai, più attrarrai del male. Certo, tante persone ti apprezzeranno, ma ne avrai anche tanti contro. E’ una regola a cui non puoi sottrarti nella vita. Fateci caso, non esistono persone, religioni o istituzioni esenti da critiche; trovatemi un personaggio, anche non spirituale, persino romanzieri e filosofi, non criticati”.
Il movimento hippie (ispirato alla filosofia di Yogananda) degli anni Settanta è stato distrutto dal potere attraverso la diffusione delle droghe pesanti perché in qualche modo portava questi messaggi?
“Paramahansa Yogananda era contro qualsiasi forma di alcol e droga. Molti 'figli dei fiori' leggevano Yogananda, in particolare quel libro straordinario e magico intitolato Autobiogarfia di uno Yogy, poi, qualcuno sarà pure stato drogato, ma d’altronde la droga circola anche negli ambienti dei politici, dei banchieri e degli artisti. Vogliamo demonizzare tutti? In quanto a Yogananda, chi dice che questi hyppie lo seguivano e allo stesso tempo fumavano, vuol dire che non avevano capito il messaggio del filosofo e mistico indiano e non hanno seguito i suoi insegnamenti. Ripeto, Yogananda era vegetariano, sosteneva che bisognava controllare il cibo, a maggior ragione le droghe e l’alcol”.
La morte di Umberto Veronesi. Tu hai portato avanti una battaglia a favore delle cure alternative al cancro. Cosa pensi del lavoro del noto oncologo?
“Veronesi per anni è stato il campione delle cure tradizionali, divenendo lo strumento di alcuni apparati di potere che diffondono cure che costano tantissimo e che sono poco efficaci come la chemioterapia. Nell'ultima parte della sua vita, forse un po’ per l’anzianità o forse per riscattare il suo passato, ha cominciato a dire cose diverse, asserendo che il metodo Di Bella funziona, oltre a parlare dell’importanza di una dieta equilibrata. C’è un suo collaboratore, Berrino, che continua a divulgare terapie anticancro”.
Cosa ne pensi dei servizi delle Iene? Ci riferiamo in particolare a quelli di Nadia Toffa.
“Io sono sicuro che all'interno del programma, dato che conosco alcuni soggetti che ci lavorano, ci siano persone in buona fede che vorrebbero fare un buon lavoro.  Poi ce ne sono altre manipolate inconsapevolmente, fantocci di altri, che svolgono un lavoro opposto. Quindi, a parer mio, Le Iene hanno una doppia anima. Hanno fatto anche molti servizi interessanti e utili a chi li guarda. Certo, c’è un attacco alle medicine alternative, ma va anche detto che loro inconsapevolmente fanno anche un gioco contrario: nel momento in cui attaccano Gabriella Mereu le fanno più pubblicità”.

Nadia Toffa e Gabriella Mereu
fonte: giornalettismo.com

Cosa ne pensi del servizio su Eleonora Brigliadori?
“Noi l’abbiamo intervistata anche a Border Nights. Le sue idee sono pur interessanti ma è il modo in cui le porta avanti che è francamente inaccettabile. Lei è la peggior testimonial del mondo della medicina alternativa e della spiritualità alternativa”.
Paolo, hai visto l’interrogatorio di Veronica Panarello, la donna accusata dell’omicidio del figlio Loris Stival? Molte trasmissioni televisive hanno mandato in onda una parte dove la giovane donna canta “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi. Un chiaro messaggio rivolto a chi deve comprendere?
“Purtroppo il sistema funziona così. Una volta che uno capisce e apre gli occhi, vede. La nostra attenzione è selettiva, quindi uno inizia a comprendere il sistema (in questo caso della Rosa Rossa, ndr), solo quando lo scopre”.
 Mente libera, occhi aperti                                                                                                                                                                                       Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

venerdì 25 novembre 2016

BLACK MIRROR: CRONACHE DEL RAPPORTO MORBOSO TRA UOMO E TECNOLOGIA


fonte: serietvonline.com

Cari lettori, innanzitutto ci scusiamo se la frequenza dei nostri articoli negli ultimi tempi si è diradata; purtroppo impegni e problematiche varie ci impediscono al momento di dedicarci come vorremmo a questa attività. Contiamo e speriamo di riprendere al più presto il ritmo che avevamo fino ad un paio di mesi fa.

Dopo questa doverosa premessa, concentriamoci sull'argomento odierno. E' questo un pezzo molto particolare, perché per la prima volta lo Sciacallo decide di parlare di una serie televisiva.
Non avevamo mai in precedenza affrontato l'analisi di alcun prodotto di questo genere in quanto riteniamo, e non ce ne vogliate, che l'invasione delle serie TV nell'ultimo decennio abbia contribuito, almeno in parte, al declino della tanto amata (da noi) settima arte, il cinema, catalizzando quasi completamente l'attenzione di una grossa fetta di pubblico. Innegabile però è il fatto che esistano diverse serie che per quanto riguarda il comparto tecnico (cast, messa in scena, soggetto e sceneggiatura) sorpassino nettamente il livello della maggioranza delle pellicole cinematografiche di questi anni. Ognuno ha le sue favorite, e quindi non staremo qui ad elencare quali secondo il nostro gusto rappresentino i picchi dei prodotti per il piccolo schermo.
Ne nomineremo solamente una, pluriacclamata da pubblico e critica, di fatto già un cult. Stiamo parlando di una serie di produzione britannica, creata da Charlie Brooker, chiaramente Black Mirror.

La serie viene ideata nel 2011, ed è da subito un caso. Brooker decide infatti di impostare il suo progetto in maniera molto peculiare. La prima stagione consta di soli tre episodi, ma tutti distinti e autonomi tra di loro. In ognuno di essi viene raccontata una storia che lì si conclude, con attori e contesti sempre differenti. Con un fil rouge che però lega tutte le vicende narrate nella serie: il rapporto dell'uomo con la tecnologia, argomento quanto mai attuale e sul quale vale la pena di riflettere.

Sappiamo quanto il progresso tecnologico nell'ultimo secolo abbia compiuto un percorso straordinario, facendo passi da gigante nell'escogitare qualsiasi tipo di supporto per rendere la vita di tutti noi sempre più semplice, comoda e interessante. Come ogni cosa che va troppo di corsa, anche qui crediamo che si stia perdendo il controllo. La nostra assuefazione ai benefici e alle invenzioni che la scienza ci ha regalato, è ormai una realtà acclarata. Smartphone, televisori ultrapiatti in 4K, tablet e social network sono elementi che nelle nostre vite non consideriamo più un lusso, ma delle necessità irrinunciabili e insostituibili. Lungi da noi qualsivoglia genere di discorso demagogico e stupidamente tradizionalista, ma non pensate che sia arrivato il momento di fermarsi un secondo e chiedersi: ma dove stiamo andando? A cosa ci porterà tutto ciò, voler essere in contatto con tutto il mondo stando sempre seduti davanti al PC senza mai mettere piede fuori casa o vivere in un mondo virtuale che idealmente ci unisce, e praticamente ci isola, innalzando cose di poco conto, selfie, profili e like a discriminanti per stabilire il valore di una persona?

Queste sono le domande che Black Mirror si fa e ci fa, presentandoci una serie di situazioni che coinvolgono ogni ambito del sociale, in cui la tecnologia è penetrata a tal punto nelle vite dei protagonisti da condizionarle fin nelle faccende più intime.
Ma Black Mirror non si occupa meramente di tecnologia; compie un'analisi a tutto tondo di quella che è la società che ci circonda, non facendo altro che esasperarne i tic e le ossessioni. Abbraccia in questo modo tematiche delicate che vanno ben oltre l'uso smodato di Facebook, e che mettono in gioco dilemmi etici e morali sui quali si discute da anni ed anni.

La prima stagione è molto "britannica" nello stile ed è, politicamente parlando, la più tagliente e originale. Si addentra nei meandri della società inglese, proponendo interessanti variazioni sui temi tanto caldi della popolarità su Internet e dei valori proposti dai talent show (la nostra opinione la conoscete bene...), fino a comprendere come anche i rapporti di coppia siano diventati aridi e senza calore umano.

La seconda stagione innalza ulteriormente l'asticella, affrontando complesse tematiche come il dolore della perdita, il giusto castigo da infliggere per crimini orribili quali l'infanticidio, per finire con l'episodio forse più satirico della serie in cui si arriva a promuovere come candidato alle elezioni un cartone animato.

La terza, che conta ben sei episodi, ha un'impostazione decisamente più internazionale, dovuta probabilmente, visto l'enorme successo, ad un aumento significativo del budget. Sin dal primo episodio si comprende immediatamente che Brooker (autore anche delle sceneggiature di gran parte degli episodi) si è definitivamente reso consapevole della portata del messaggio che il suo lavoro può dare, e arriva a staccarsi dalla realtà puramente britannica per estendere il suo sguardo ai problemi che ci affliggono a livello globale (pedofilia, razzismo, ecc.). Mostra quindi come la degenerazione della tecnologia vada di pari passo con la degenerazione di chi l'ha ideata, l'uomo. Ci sono tanti personaggi verso i quali proviamo empatia in questa stagione, come quello interpretato da Bryce Dallas Howard (la figlia del regista Ron) in Caduta libera, o il soldato di Gli uomini e il fuoco, o ancora il giovane di Zitto e balla, ma facciamo attenzione alla loro natura: nessuno di loro è positivo, si sono tutti fatti intrappolare volontariamente dalle devianze dell'umanità. Non sono degli innocenti, come quasi certamente non lo siamo noi che guardiamo. Troviamo l'unica luce in San Junipero, episodio incentrato sul tema dell'eutanasia, nel finale poetico e struggente.

Impostazione cinematografica, tematiche attuali trattate con gli occhi della fantascienza di puro stampo orwelliano e colpi di scena ben assestati fanno di Black Mirror una serie che ci sentiamo di consigliare caldamente; vi assicuriamo che non potrete più farne a meno. Proprio come dello smartphone...

Mente libera, occhi aperti
                                          Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

sabato 12 novembre 2016

GLI ORRORI DIMENTICATI: LA GERMANIA E IL GENOCIDIO DEGLI HERERO NAMIBIANI


Esecuzione sommaria di Herero
fonte: storiain.net

Cari lettori, vogliamo cominciare il nostro pezzo di oggi con un'affermazione tanto perentoria, quanto scontata per certi versi: il Novecento è stato il secolo più nefasto della storia dell'umanità. Se è vero che di guerre ne sono sempre state combattute, i poveri hanno sempre vissuto nella miseria, e le ingiustizie sociali ce le ricordiamo dai tempi dei fatti della Bibbia, nel XX secolo l'uomo ha mostrato al meglio (o al peggio?) delle sue possibilità la sua doppia faccia, il suo lato bestiale, quanto abietto, disgustoso e spietato sa essere nei confronti dei suoi stessi simili. Due guerre mondiali, i totalitarismi fascisti, nazisti, stalinisti e franchisti, due bombe atomiche, la guerra fredda (che porta dietro di sé ovviamente le dittature militari sudamericane di Pinochet e soci di marca statunitense, e gli orrori perpetrati nell'Europa dell'est e in Medio Oriente, in paesi come Polonia, Ungheria, Germania dell'Est, Romania e Afghanistan, di marca sovietica), i genocidi di armeni, ebrei, tutsi in Ruanda, la questione arabo-israeliana, i regimi militari e le guerre civili africane, gli omicidi a sfondo razziale negli Stati Uniti, la guerra del Vietnam, e chi più ne ha più ne metta; sembra incredibile che tutto ciò possa essere accaduto nell'arco di soli cento anni, contrapponendosi nettamente ad uno sviluppo tecnologico e della qualità media nella vita (ovviamente nel mondo occidentale) oltre ogni aspettativa.

Eppure è così: tutti gli orribili avvenimenti sopra citati si sono realmente verificati, ma purtroppo non solo quelli.
La Storia, anche quella recente, è piena di episodi di violenza e odio dimenticati, insabbiati o nascosti. Ciò può accadere per volontà stessa degli autori del crimine in questione, o per una sorta di "selezione naturale" che la Storia opera evidenziando alcuni avvenimenti a discapito di altri.
Ed è proprio di uno di questi che ci vogliamo occupare quest'oggi; forse non molti sanno che 40 anni prima di Hitler con gli ebrei, la Germania, in questo caso guidata dal Kaiser Guglielmo II e dal Cancelliere Otto von Bismarck, si rese protagonista di un altro genocidio: quello della popolazione, nativa della Namibia, degli Herero.

Siamo agli albori del Novecento, in pieno Colonialismo. Tutte le grandi potenze europee lottano per accaparrarsi i territori, ma soprattutto le loro risorse naturali, del continente africano. La potenza teutonica, chiaramente, non è da meno e ha fondato, a partire dal 1870, l'Impero Coloniale Tedesco, che, limitatamente all'Africa, arriverà a comprendere gli attuali territori di Camerun, Togo, Tanzania e appunto Namibia. In particolare quest'ultima, occupata nel 1883, sembra essere destinata a divenire una colonia cosiddetta di popolamento, a tutto svantaggio delle popolazioni native. Gli allevamenti intensivi installati dai coloni tedeschi, di fatto, espropriano gli Herero, che vivevano serenamente in quelle zone, del loro spazio vitale, costringendoli di fatto alla ribellione.

Nel 1904 gli Herero, sotto l'egida del loro leader Samuel Maherero, danno il via alla rivolta, attaccando di sorpresa gli insediamenti dei tedeschi, coadiuvati anche da un'altra tribù del luogo, i Nama. La reazione della potenza europea, però, non si fa attendere. Guglielmo II e Bismarck decidono di richiamare, per occuparsi di questa patata bollente, uno specialista del "lavoro sporco", già congedato dopo le sue esperienze specialmente in Cina, il generale Lothar von Trotha, dai metodi durissimi. Nonostante in pochi mesi, dal gennaio all'ottobre del 1904, la ribellione sia già stata sedata, von Trotha sembra aver appena iniziato il suo lavoro; in una sua lettera, riportata anche dal blog Storia soppressa, datata 4 ottobre 1904, il generale scrive: "La nazione Herero doveva sia essere sterminata o, nell'impossibilità militare, espulsi dal territorio (...) Ho dato l'ordine di sopprimere i prigionieri, di spedire le donne e i bambini nel deserto". Il deserto in questione è quello sterminato del Kalahari, reso ancora più invincibile dalle manovre dei tedeschi che si prendono la briga di bloccare qualsiasi rifornimento d'acqua, avvelenando una grande quantità di pozzi. Per questa ragione saranno numerosi i corpi ritrovati in fondo a buche profonde diversi metri, con le vittime alla disperata ricerca d'acqua.


Il generale Lothar von Trotha
fonte: creation.com

Tuttavia l'obiettivo finale dei tedeschi è quello dell'annientamento sistematico e totale degli Herero (Vernichtung); ecco perché i pochi superstiti, scampati alle morse del Kalahari e alle esecuzioni sommarie praticate dagli invasori, sono confinati in appositi campi di concentrazione e schiavitù, dove vengono marchiati con le lettere GH (gefangene Herero, ovvero prigioniero Herero). Sono i veri propri antenati dei lager nazisti: marchiatura, lavori forzati, filo spinato, frustate, insulti, stupri, denutrizione, e in generale condizioni di vita disumane. Le fredde cifre, riportate nel suo sito dal professor Giancarlo Restelli, ci dicono che, prima del confitto, le popolazioni autoctone contavano tra le 60 e le 80 mila anime; ne sono perite tra 75 e 80 % di loro, mentre per quanto riguarda i soli KZ (campi di concentramento) il tasso di mortalità è del 45 %, quasi un individuo su due. Non può che trattarsi di genocidio.

Ma non è ancora finita, c'è un ulteriore lato oscuro della vicenda che la lega ulteriormente agli orrori che sarebbero stati perpetrati anni dopo nei lager: a partire dal 1908, nel KZ di Shark Island, in Namibia, gettano le fondamenta, con i primi esperimenti sui poveri Herero, di quella che sarebbe poi stata denominata "eugenetica nazista". Il coordinatore delle pratiche tra gli altri, su donne e bambini Herero, è lo scienziato Eugen Fischer, figura di spicco anche durante la dittatura hitleriana. I test prevedono persino l'inoculazione di virus come il vaiolo, la tubercolosi e anche accoppiamenti controllati per la creazione di ibridi razziali, sempre alla ricerca della razza più perfetta, più pura, concetto cardine dell'ideologia nazista.

Ci è sembrato doveroso ricordare questi fatti, di cui quasi mai si fa menzione. Gli Herero hanno la stessa dignità di tutte le popolazioni che nella storia hanno sopportato il dolore della perdita di se stessi, delle proprie radici, della propria identità, per colpa di uomini che non hanno saputo avere rispetto nemmeno dei propri simili, privi addirittura di ciò che ci differenzia dalle bestie più abiette: la pietà.

Mente libera, occhi aperti
                                           Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

mercoledì 2 novembre 2016

IL RESOCONTO DI UNA GIORNATA AL LUCCA COMICS E LA POCHEZZA DELLA GENERAZIONE Z: IL FUTURO NON SEMBRA PROMETTERE NULLA DI BUONO...


                                           Fonte foto: Wikipedia

Il mondo è attraversato da diverse generazioni. Ognuna cerca di costruire una realtà e un futuro diverso da quella che l’ha preceduta, sperando di consegnare un mondo migliore alle generazioni future. Molti erroneamente sono convinti che col progresso tecnologico l’uomo e la società si sviluppino intellettualmente e spiritualmente. Eppure la realtà dei fatti sembra evidenziare tutt’altro: siamo passati dalle rivendicazioni sociali, dalle suffragette (quelle vere e non le vittimiste moderne), dalle barricate in piazza, a confrontarci con fashion bloggers, reality show e youtubers.

Nella giornata di sabato, il nostro Sciacallo, Marcus L. Mason, è stato convinto da un gruppo di amici a prendere parte a una gita al Lucca Comics, la fiera del fumetto che si svolge ogni anno da cinquant’anni ormai nella bellissima cittadina toscana. Nonostante Mason non sia un appassionato né di fumetti né tanto meno di uomini e donne mascherate, forse complice la curiosità di visitare l’ennesima splendida cittadina della Toscana, ha deciso di unirsi al gruppo. Inutile dirvi che, una volta tornato a casa dalla fiera, non ha potuto fare altro che riflettere su una manifestazione che è in realtà lo specchio della società dei nostri tempi.

Ma veniamo subito al nocciolo della questione. Giunti a Lucca, la prima perplessità riguardava il prezzo del biglietto: 20 euro. Una cifra ritenuta esorbitante dal nostro caro Mason, ma si sa, è solo uno dei piagnistei di un blogger taccagno, complottista e frustrato (per dirla alla Piero Angela). Una volta fatto soffrire il portafoglio, il pubblico presente non ha fatto altro che alimentare visibilmente l’imbarazzo di Mason: persone di una certa età vestiti come a Carnevale, principesse, pirati, e chi più ne ha più ne metta. Ma si sa,  l’Italia è bella anche per questo. Più tardi, però, Lo Sciacallo scoprirà l’arcano: su un cartello, infatti, veniva scritto a chiari lettere che chi fosse venuto mascherato non avrebbe pagato il biglietto. Insomma, sarebbe entrato gratis nei padiglioni. Non vi preoccupate, sa già a cosa state pensando: mai, preferisce pagare.

Ma la cosa più grave a cui il nostro blogger frustrato ha assistito a Lucca è stato lo spettacolo messo in scena su un palco da alcuni youtubers, dove sotto si accalcavano diversi bambini e ragazzini di quella che è stata definita la generazione Z (altresì nota col nome di Post-Millenials), cioè, quella generazione circoscritta tra i nati dalla fine degli anni ’90 o agli inizi dei ‘2000. Tanto per intenderci, si sta parlando di quella generazione che ha come idoli musicali gli One Direction, Ariana Grande, e molto altro trash. Poi c’è chi dice che gli One Direction stiano proseguendo il lavoro dei Beatles. Purtroppo, però, c’è da constatare che chi va affermando questa fesseria non è un Post-Millenials ma qualche illetterato della Generazione Y, tra i principali colpevoli di questo sfracello socio-culturale. Del resto ai loro tempi avevano come idoli gli 883, su cui è meglio non infierire (basta ascoltare qualche loro successone per finire immediatamente in uno stato di profondo disagio). Va bene, alla fine il nostro Sciacallo non è stato di parola; non riesce proprio a resistere alla tentazione di pungolare quel duo pavese.

 A parte lo sconforto nell’assistere a uno spettacolo, se così si può definire, messo in scena da ragazzini di 18 anni che facevano fatica ad esprimere dei concetti in un italiano corretto, la cosa più sconvolgente è stata quella di vedere un intero padiglione adibito a uno spettacolo a dir poco osceno, con la complicità dei genitori di questi bimbi. Bimbi che già in tenera età posseggono un profilo Facebook o di Instagram, o un account su Youtube dove caricare video. Tutte cose che un genitore dovrebbe proibire per il bene dei propri figli. Si fa un gran chiacchierare riguardo l'educazione dei propri figli, e poi su Youtube dobbiamo assistere a insulti e minacce di morte lanciati da leoni o leonesse da tastiera (spesso anonimi) la cui carriera scolastica non va oltre la terza elementare. Ma che mondo stiamo costruendo? Ma i giochi e i cartoni animati: che fine hanno fatto?

Naturalmente sono stati soppiantati da idoli di pietra, intrattenitori di basso spessore, a cui questi bambini, senza il controllo dei genitori, permettono di fare incassi notevoli, ottenere pubblicità, notorietà e sponsor del tutto immeritati. Youtubers che guadagnano a raffica con visualizzazioni facili e con video di bassissima caratura (non tutti chiaramente). Ne è un esempio CiccioGamer89, uno youtuber romano che si diverte a riprendersi mentre gioca ai videogames o in macchina mentre è intento a catturare Pokemon. Una delle tante persone false che si annidano sul Tubo. Ma pazienza, del resto, lo fa per noi. Purtroppo, però, chi ci perde sono proprio le nuove generazioni, sempre più intontite, ed è per questo che chi ci governa ha già messo le basi per un controllo di massa: questi giovani non saranno mai dei rivoluzionari, non proveranno mai a cambiare le cose. Cresceranno, è vero, ma ciò che si vive nell’infanzia è fondamentale per lo sviluppo della psiche e per il futuro delle nuove leve. E se questo è il loro passato, beh, il futuro non promette faville…
Mente libera, occhi aperti
                                                Lo Sciacallo, Marcus L. Mason