fonte: provincia.udine.it |
Cari lettori, questo fine settimana vi vogliamo proporre una veloce ma fondamentale riflessione.
Forse quello che segue è un concetto che già qualcuno vi ha illustrato, ma ci teniamo a ribadire l'assoluta importanza che possiede.
E' assolutamente paradossale ritrovarsi a pensare come, nonostante l'avanzare impetuoso della tecnologia e l'allargarsi degli orizzonti scientifici e non della razza umana, il livellamento delle menti non accenni ad arrestarsi. Ci spieghiamo meglio.
L'obiettivo dell'uomo, da quando esiste, è sempre stato quello di conoscere. La curiosità è la scintilla che ha permesso alla nostra specie di evolversi e migliorarsi, fino ad arrivare a dove siamo ora; chiaramente molti erano e sono interessati a questa conoscenza per fini esclusivamente personali, se non peggiori, ma il concetto non cambia in ogni caso.
Se questa passione, questa fame di sapere, cessasse, cosa accadrebbe? In che cosa da quel momento ci differenzieremmo da qualsiasi altra specie animale? Anche noi ci risolveremmo a considerare il pasto quotidiano l'unico obiettivo della nostra esistenza: all'infinito, fino al giorno della morte. E saremmo facili prede di chiunque, con in mano il potere, volesse controllarci.
Ragazzi, rendetevi conto che questo è proprio ciò che sta accadendo, anche se chi di dovere è molto bravo a far sì che non ce ne accorgiamo nemmeno.
La diffusione su larga scala dell'ignoranza (e spiegheremo dopo in cosa consiste), unita sapientemente ad abili stratagemmi di "dissuasione", sta creando una generazione che si divide tra inetti ed illusi.
Gli inetti sono tutti coloro che, travolti dall'onda generale o più banalmente, dalla loro innata stoltezza, non sono in grado di organizzare una gerarchia di priorità nella loro vita, imboccando dunque la strada più semplice e comoda, che porta dritta dritta alle autentiche futilità, almeno per come vengono interpretate: il telefono ultimo modello, chi è stato eliminato nella puntata de "L'Isola dei Famosi", o come era vestita Kate Middleton durante la sua ultima apparizione pubblica.
Abbiamo poi gli illusi; compiono sacrifici indescrivibili per completare un percorso di studio, di formazione o di sfruttamento personale, pensando che giunti a quel punto saranno premiati. Perché lo meritano, perché se lo sono guadagnati. E invece, solo porte sbattute in faccia e anni di sudore e fatica sprecati.
Sappiamo bene che il quadro che abbiamo dipinto fino a qui è decisamente nero, quasi nichilista.
Cosa siamo in grado di fare quindi noi per fermare tutto questo? Parte tutto dal nostro piccolo; il primo step dev'essere ad ogni costo migliorare noi stessi per poi essere in grado di dare una svolta a ciò che ci circonda. E l'unica cosa che ci può rendere più consapevoli di noi, in quanto esseri umani, è la cultura, che non consiste nel mero meccanismo di immagazzinamento di nozioni, fine a se stesso; bensì nel comprendere le sfumature di un mondo che è decisamente più complesso di quanto una visione manichea e superficiale potrebbe suggerire. Sapere che cosa ha portato alla situazione odierna, come siamo arrivati a questo punto; quali sono i processi ideologici, di trasformazione del pensiero che hanno partorito gli enormi conflitti che oggi ci affliggono, in quanto popolazione del nostro pianeta. Molto più banalmente, sviluppare una coscienza intima e personale che ci permetta di distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, l'etica dall'immoralità.
Per fare questo, c'è però un passo ulteriore da compiere: occorre infatti essere in possesso di quello che viene comunemente definito spirito critico. Senza di esso, non siamo altro che pecoroni, delle banderuole che si muovono ad ogni minimo refolo di vento, seguendo la massa solo perché è tale.
Lasciate che vi diamo un consiglio: diffidate sempre da chi sostiene a gran voce di avere la verità in tasca, di custodire il segreto della salvezza o quant'altro. Diffidate da chiunque cerchi di indottrinarvi. Ma più in generale, mettete in dubbio qualunque cosa, imparate a farvi domande anche sulle vostre certezze più profonde.
Il motivo che ci ha spinti qualche mese fa ad aprire questo blog è direttamente collegato al discorso che stiamo facendo; il nostro obiettivo non è mai stato quello di diffondere verità assolute, ma solamente la nostra verità, cioè una possibile visione di essa, che non abbiamo e mai avremo la presunzione di definire universale. Quindi, anche se ci seguite e ci apprezzate, non credete nemmeno a noi senza approfondire, senza sentire tutte le voci del coro.
E' alla fine esattamente quello che anche chi vi sta scrivendo ha fatto; studio, approfondimento storico, lettura delle teorie di vari rappresentanti del sapere, ci hanno condotti ad adottare una linea "editoriale", se così possiamo chiamarla, che si frappone ostinatamente alle versioni ufficiali fornite dalle istituzioni competenti in materia di cronaca nera, attentati terroristici e via discorrendo. Ma, da bravi oppositori di ogni sorta di estremismo o dogmatismo, vi suggeriamo caldamente di ascoltarle quelle versioni, e attentamente. E, se alla fine, confrontandole tra loro, riterrete quelle ufficiali le più credibili, le più vere, nessun problema. Sarà giusto così. Il problema nasce quando si chiede a qualcuno: "Secondo te Anna Maria Franzoni (condannata per l'omicidio del figlio Samuele, il famoso delitto di Cogne) è colpevole?", la risposta che si riceve è questa: "Certo, lo hanno detto alla televisione".
Siamo tutti bugiardi: partite da questo presupposto. Informatevi, siate curiosi, indagate, scavate, guardate oltre il vostro naso e oltre lo schermo della TV. E poi vedete quale bugiardo, secondo voi, si avvicina di più alla verità.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
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