Casa di Santa Marta fonte: wikipedia |
Nel marasma dei casi di cronaca che tengono incollati gli italiani alla televisione dove sembra ormai si svolgano le vere indagini, ve ne vogliamo segnalare uno di pochi giorni fa. Ne hanno accennato brevemente i giornali, ma senza fare troppo rumore.
Riguarda la misteriosa morte di un'impiegata della reception della Casa di Santa Marta, la residenza in Vaticano di papa Bergoglio, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto nella sua abitazione alla Pisana, in via Cesare Pascoletti, a Roma.
La donna, di origine eritrea, ma italiana, Miriam Wuolou, di 34 anni, si trovava al settimo mese di gravidanza. Aveva chiesto qualche giorno di malattia, ma di lei si erano perse le tracce. Risultava irreperibile, non rispondeva mai al telefono. Il fratello ha quindi deciso di avvertire la polizia, che ha fatto irruzione nell'appartamento facendo la macabra scoperta.
Dopo l'ovvia apertura di un'inchiesta a proposito, il Vaticano ha subito chiesto che venisse effettuata l'autopsia, visto anche lo shock dello stesso pontefice, che conosceva personalmente la vittima.
E' da sottolineare il fatto che il cadavere sia stato trovato in avanzato stato di decomposizione, segno che la morte è di molto precedente alla scoperta del corpo, avvenuta nella giornata di venerdì 19 febbraio.
Nonostante i primi goffi tentativi di attribuire la morte a un improvviso aggravamento del diabete di cui la donna soffriva, dovuto all'imminente parto, ci pare abbastanza evidente che qualcosa in questa storia non quadri. Come riportato da un articolo apparso sull'edizione on-line del quotidiano "Il Giornale", sono passati diversi giorni prima che il fratello si decidesse a denunciare la scomparsa di Miriam. Perché questo ritardo, sapendo poi che la sorella incinta poteva necessitare di assistenza, visto anche il suo precario stato di salute? Era quindi stata abbandonata a se stessa?
La grossa sorpresa arriva ora. La donna era sposata con un italiano di cui non sono state diffuse le generalità, ma pare che non convivessero, se non di tanto in tanto, da diversi mesi. Si apre quindi l'ipotesi di una relazione parallela di Miriam, oltre al dubbio sulla effettiva paternità del bambino che stava aspettando. Visto l'ambiente, lasciamo a voi trarre le vostre conclusioni...
Nutriamo molti dubbi sulle dinamiche di questa vicenda, ma in questa sede ci proponiamo di esaminare un altro lato della questione.
Ci chiediamo come mai tutte le varie trasmissioni televisive, ormai quotidiane, non hanno fatto il minimo cenno a questo caso? Sembra strano che l'ottima "giornalista" Barbara D'Urso si sia lasciata sfuggire la tragedia della povera Miriam, morta per di più insieme al suo non ancora nato figlio. Ma come, la paladina delle battaglie contro la violenza sulle donne, dopo aver scritto interi libri sull'argomento, non ha speso nemmeno cinque minuti della sua trasmissione di cronaca nera per questa giovane quasi-mamma? Ci viene da pensare che forse non ha giurisdizione oltre le Mura Leonine. Lì non è così facile intercettare super-testimoni che le diano l'esclusiva, mettendo al secondo posto persino gli inquirenti. Non è stato possibile, a quanto pare, sguinzagliare giovani e aitanti inviate vogliose di fare carriera, pronte anche a organizzare teatrini, fingendo di incontrare per caso un testimone e di intervistarlo sul momento, mentre era tutto già stato provato fuori onda.
Stesso discorso vale per "La Vita in Diretta", "Mattino Cinque", e tutti questi format inutili e fuorvianti, che hanno la presunzione di poter giudicare le persone, l'arroganza di proporre lezioni a costo zero di pseudo-criminologia, fino ad avere l'ardire di emettere sentenze in vece di un tribunale sulla base delle prove che fa comodo presentare al pubblico che, tanto ormai, accoglie qualunque balla come fosse verità celeste.
La realtà è che di questo caso è meglio non parlare, prima che qualcuno si possa accorgere che anche nel santissimo stato della Città del Vaticano talvolta si consumano torbide vicende.
Quindi restiamo incollati alla TV a goderci la squallida spettacolarizzazione e la becera strumentalizzazione del dramma di un povero sommozzatore morto tragicamente durante le ricerche del corpo di Isabella Noventa. Ecco, questo caso va bene. Qui sì che possiamo riempire ore di trasmissioni e pagine su pagine di riviste "specializzate", raccontando la storia del solito, cattivo, perfido, fidanzato assassino (e chi se no?), rincorso a destra e a manca dai nuovi Sherlock Holmes del ventunesimo secolo. Gli inviati di Pomeriggio Cinque e Quarto Grado.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
Nessun commento:
Posta un commento