fonte: wikipedia.com |
Per inquadrare l'argomento spinoso che stiamo per affrontare occorre innanzitutto fare un breve passo indietro temporale e tornare ai giorni immediatamente precedenti le ultime festività natalizie. Ricorderete certamente l'enorme polemica scoppiata in seguito alla decisione di un dirigente scolastico di un istituto di Rozzano, in provincia di Milano, di eliminare l'esibizione dei bambini con i canti natalizi di stampo cattolico per non urtare la sensibilità degli alunni appartenenti ad altre confessioni religiose.
Ci sono fondamentalmente due elementi che non tornano in questa vicenda: il preside sbaglia nel credere che un bambino possa sentirsi offeso o discriminato da una canzone di cui probabilmente non comprende nemmeno pienamente il significato. Inoltre così non fa altro che creare ulteriori distinzioni, attraverso un provvedimento che divide e non unisce, rivelandosi in questo modo controproducente. Questo andava detto.
Ma il nodo reale della questione è un altro e viene da molto più lontano. Riguarda la presunta laicità dello stato in cui viviamo, l'Italia. E' coerente quindi che negli edifici pubblici vengano esposti simboli a chiaro riferimento religioso? E' come affermare che il cattolicesimo è religione di stato, quando in realtà rappresenta solamente una maggioranza, non una totalità. E' chiaro che la presenza sul suolo italiano, come enclave, della Città del Vaticano, ha ricoperto e ricopre tuttora un ruolo fondamentale in tutto ciò. Esso ha infatti influenzato per secoli la mentalità comune, e, anche se lo si vuole negare, se si nasce qui, che sia in una famiglia cattolica praticante (il senso di questa parola ci è da sempre oscuro) o meno, si viene cresciuti con un'educazione a indubbio sfondo cattolico.
Partiamo dall'inizio: il battesimo, uno dei sacramenti della religione cristiana cattolica. La maggioranza dei neonati vengono battezzati, e spesso solo perché è normale che ciò venga fatto, e non perché i genitori riconoscano l'importanza che quel gesto assume in una visione spirituale. E' la mentalità comune sopracitata che impone ai genitori di battezzare il loro bambino. Quel bambino è però privato della possibilità di scegliere. Ed è qui la controversia più ostica da dirimere. Che senso può avere imporre una religione a un neonato che non ha la minima concezione di quello che gli sta accadendo? Non sarebbe più saggio e crediamo anche più etico lasciare a lui, una volta cresciuto, la decisione di suggellare la propria formazione personale cattolica eventualmente con il battesimo?
Questo è uno stato definibile come paracattolico, è inutile che continuiamo a girarci intorno, dove semplicemente vengono tollerate (e in alcuni casi storcendo molto il naso) le minoranze di altri culti. Ricordiamoci che fino a qualche decennio fa la Chiesa prescriveva a tutti i fedeli addirittura per chi votare alle elezioni e che ancora oggi, ogni qual volta se ne presenti l'occasione, il vescovo o il cardinale di turno non fanno mai mancare la loro opinione in merito a questa o quella legge, o a proposito del libro che il buon cristiano deve evitare come la peste, come accadde all'epoca della pubblicazione de Il Codice Da Vinci.
Tornando al tema dell'educazione, la cattolicità dello stato è riscontrabile anche nel settore dell'istruzione. Vi siete mai posti il problema dell'ora di religione a scuola? A parere di chi scrive, quest'ora non dovrebbe assolutamente essere facoltativa ma obbligatoria; ne andrebbero rivoluzionati i contenuti. Al posto di un'ora aggiuntiva di catechismo, essa dovrebbe essere trasformata in un momento in cui venire a conoscenza delle pratiche spirituali a noi lontane, come quelle orientali, o quelle nord-europee (il Cristianesimo ha tratto molto da entrambe le correnti).
E infine basta indottrinare giovani menti con bugie palesi. Prendiamo ad esempio i Vangeli: qualunque studioso, anche cattolico, o chiunque si sia informato sull'argomento, sa che Luca, Marco, Matteo e Giovanni NON sono gli unici e reali autori dei testi in questione, ma che attraverso i loro nomi vengono identificate le quattro correnti di pensiero vere autrici. Allora perché non provare a spiegare questo concetto a chi si avvicina allo studio delle Scritture? Meglio semplificare mentendo, ovviamente.
In definitiva, per lo sviluppo e il progresso necessari per un avanzamento morale del nostro paese, bisogna partire da qui. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio, ma non diamo alla Chiesa quel che NON è della Chiesa.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
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