Il New College di Oxford, ambientazione del romanzo fonte: wikipedia |
Ben ritrovati alla rubrica domenicale della Biblioteca de "Lo Sciacallo", in cui ci sbizzarriamo su come tenere ben impegnati i cervelli di voi lettori.
Quello che vogliamo consigliarvi oggi è un romanzo storico, La quarta verità, scritto da Iain Pears e pubblicato nel 1997.
L'autore britannico, nato nel 1955, ha studiato Storia dell'Arte al Wadham College e al Wolfson College, e successivamente ha lavorato per diversi anni come giornalista per la famosa agenzia Reuters, prima di abbandonare questa attività per dedicarsi interamente alla letteratura.
Diventa celebre come scrittore nei primi anni Novanta grazie ad una serie di thriller ambientati nel mondo dell'arte, con protagonista il giovane ricercatore Jonathan Argyll. Citiamo, tra gli altri: Il caso Raffaello (1991), Il comitato Tiziano (1992), Il quadro che uccide (1994) e La pista Caravaggio (1996). Pears vive e lavora ad Oxford.
La celeberrima cittadina inglese, sede di uno dei più rinomati atenei del mondo, è anche lo sfondo su cui si dipana la vicenda narrata in La quarta verità.
Siamo nel 1663, la guerra civile in Inghilterra è terminata da non molti anni, e il momento storico è fondamentale. Ci troviamo in un'epoca di grandi cambiamenti nella cultura, da differenti punti di vista: politici, religiosi e scientifici. Troverete ampi cenni di tutto questo nelle pagine del romanzo.
Il libro è costituito da quattro resoconti, o memoriali, composti parecchi anni dopo i fatti in questione, da uomini che propongono delle versioni molto discordanti sull'accaduto.
Un docente del New College di Oxford, Robert Grove, viene ritrovato senza vita nel suo piccolo appartamento dell'università. Viene accusata dell'omicidio la giovane Sarah Blundy, che era stata al servizio di Grove, già tacciata di praticare strani sortilegi, e di essere una meretrice. In breve la ragazza viene condannata all'impiccagione e al conseguente rogo. Ma è davvero colpevole? Ci vengono proposte le verità di quattro individui che paiono saperne molto...
L'italiano Marco da Cola, un cattolico di Venezia, figlio di un importante mercante, in Inghilterra per rintracciare l'uomo che aveva derubato suo padre. Interessante il fatto che venga sempre apostrofato con lo spregiativo "papista" per sottolineare il fervore anti-cattolico, anti-Roma, dilagante in quegli anni oltremanica. Questo è anche il momento all'interno del libro dove è protagonista la scienza: Cola si diletta infatti negli studi di anatomia e insieme con l'emergente medico Richard Lower si occuperà di curare la grave ferita alla gamba di Anne Blundy, la madre di Sarah. Compaiono, seppur fugacemente, personaggi del mondo della scienza dell'epoca del calibro di sir Robert Boyle o sir Christopher Wren, tutti loro membri dell'eminente Royal Society inglese.
Jack Prestcott, studente di Legge, preoccupatissimo di riabilitare l'immagine di suo padre, sir James Prestcott, accusato di alto tradimento durante la guerra civile di pochi anni prima. Appassionante in questo capitolo il quadro storico che Pears offre degli eventi di quegli anni, anche grazie alla presenza di diverse figure realmente esistite che hanno ricoperto ruoli importanti nella storia del '600 inglese: John Thurloe, Samuel Morland, John Mordaunt o Lord Clarendon.
John Wallis, considerato uno dei più grandi matematici della storia (realmente esistito); ha svolto lavori di decrittazione sia per il regime di Cromwell che per la monarchia restaurata. E' convinto della falsità di Cola, e afferma che il reale obiettivo di questi sia l'uccisione del re. La sua contraddittoria figura è tratteggiata in modo esemplare, fino a far emergere una possibile omosessualità latente, causa del suo carattere estremamente irascibile.
E per finire, Anthony Wood, anche lui vissuto veramente, studioso di storia e antichità. Attraverso il suo racconto, emerge una nuova e approfondita visione di Sarah Blundy, con la quale Wood intreccia una relazione sempre sul punto di sfociare in amore. Ma soprattutto, si verrà a conoscenza delle speciali capacità di Sarah...
Insomma, una chicca che gli amanti del racconto storico non si possono lasciar sfuggire.
L'unica nota decisamente romanzesca è data da un finale quasi sovrannaturale, che però risulta davvero poetico e struggente, lasciandoci la possibilità di aprire il nostro cuore anche a qualcosa di cui non abbiamo prove.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
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