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Il primo passo da compiere per poter trattare questo argomento con cognizione di causa è quello di effettuare un piccolo sondaggio: fate un giro del vostro condominio o circondario e chiedete a quante più persone potete se conservano nelle loro case una copia del testo più stampato, più venduto e più famoso del mondo: la Sacra Bibbia.
Siamo sicuri che la percentuale di risposte affermative sfiorerà il 100%. Passate ora alla seconda, e più importante, domanda: l'avete letta? Tutta o almeno una grossa parte? Se i vostri intervistati saranno sinceri, siamo altrettanto convinti che in questo caso le risposte positive mostreranno un tracollo.
Per quale ragione questo accade, ovvero, perché circa 2 miliardi di persone (cifra notevolmente approssimata) fonda la propria spiritualità, la propria fede, affida le proprie speranze, a precetti che si basano su un testo che molti di loro non conoscono, se non per sentito dire? Facile: perché lo dice la mentalità comune e a me, semplice individuo capitato non so come su questa Terra, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di discutere quelle che fin da bambino mi sono state dipinte come verità assolute, indiscutibili ed incontrovertibili. Nello specifico: la Bibbia è un testo sacro e santo, composto da autori vari sotto l'influenza dell'ispirazione divina, e narra di come questo Dio abbia deciso di prendersi a cuore le sorti di un popolo in particolare, quello ebraico, liberandolo dalla condizione di schiavitù in cui si trovava relegato, e donandogli una terra, la celeberrima "Terra Promessa", dove poter vivere in pace e prosperare nei secoli dei secoli.
Peccato che la Bibbia non parli di niente di tutto ciò.
Questa affermazione, che sconvolgerà chiunque non sia mai venuto in contatto con uno scritto di Zecharia Sitchin o anche, più facilmente comprensibile e diretto, di Mauro Biglino, è in realtà supportata da innumerevoli prove, la maggior parte delle quali contenute proprio in quel tomo che nelle nicchie dei nostri comodini, o nelle mensole dei nostri scaffali, accumula polvere e fa la muffa.
Prima di proseguire, è necessario fare un paio di precisazioni: in questo articolo non intendiamo fare una disamina specifica, letterale e approfondita del testo biblico; non ci compete, e per questo rimandiamo alla consultazione delle opere in primis dei sopracitati autori. Il nostro obiettivo è quello di contribuire all'opera di informazione e, non è sbagliato definirla tale, illuminazione, che molte persone, ormai da diversi anni, stanno portando avanti con coraggio, mettendoci faccia, idee, e reputazione, contro l'oscurantismo che per secoli è stato, e tuttora viene perpetrato, da chi sostiene, senza nessun titolo concretamente riconoscibile per farlo, di essere il depositario della verità, e che solo a lui spetterà, se lo riterrà opportuno, renderne partecipi le persone.
In secondo luogo, in questa serie di articoli, ogni qualvolta si parlerà di Bibbia, si intenderanno i 47 libri che formano il cosiddetto Antico Testamento. Accantoniamo il Nuovo Testamento, che arriva secoli dopo, sotto l'influenza della neonata dottrina cristiana.
Detto questo, allora di cosa tratta realmente la Bibbia?
Principalmente, di guerra. Ma andiamo con ordine. I protagonisti del racconto sono una razza antropomorfa, chiamata Elohim, che si erano letteralmente spartiti il mondo allora conosciuto, in sfere di influenza specifiche. Ad ogni Elohim era assegnato un territorio e il popolo corrispondente; chi aveva effettuato questa spartizione è definito nella Bibbia Elyon, ovvero "colui che sta sopra", troppo spesso confuso con quello che nelle versioni tradizionali è chiamato Signore, in realtà l'Elohim chiamato Yawheh, tra l'altro uno dei meno rilevanti. Due annotazioni:se le due grandi religioni che si fondano sulla Bibbia, Ebraismo e Cristianesimo, sono monotesite, perché il termine plurale Elohim viene tradotto al singolare "Dio"? La scappatoia del plurale definito maiestatis non regge: in più di un'occasione la pluralità reale e concreta è evidente.
Seconda puntualizzazione: la Bibbia è composta in ebraico, lingua che nella forma scritta manca di vocalizzazioni, ovvero presenta solo le consonanti. Non sapremo quindi mai l'effettiva pronuncia della parola YHWH.
Nella Bibbia costui viene definito ish milchamah, che letteralmente significa "uomo di guerra". Egli era quindi un militare, niente di più, che insoddisfatto del territorio e delle genti a lui assegnati da Elyon, decise di intraprendere una serie di guerre agli Elohim confinanti per acquisire potere (ricordiamo che a Yawheh non fu assegnato il popolo ebraico "in toto", ma una minima parte: il ramo della famiglia di Abramo riconducibile a Giacobbe).
Questa serie di guerricciole "in famiglia" sono il tema principale della Bibbia giunta fino a noi (in un successivo articolo vedremo che essa non è l'unica versione). Un Trono di Spade ante litteram, quindi, la cronaca delle vicende di uno spietato e guerrafondaio militare di nome Yawheh che lotta per accrescere il proprio potere personale. Negli articoli che seguiranno, ci addentreremo sempre di più nelle grandi epopee della Bibbia, e vedremo se andranno o meno ridimensionate; dalla Creazione, all'Esodo, ai personaggi e alle tecnologie che la popolano.
Citando lo studioso Mauro Biglino, uno dei principali fautori di queste teorie apparentemente stravaganti, ma molto più concrete di ciò che sembri, vi diamo questo consiglio per partire nella nuova lettura della Bibbia. Ogni volta che troverete:
- la parola Dio, leggete Elohim
- la parola Altissimo, leggete Elyon
- la parola Signore o Eterno, leggete Yahweh
- la parola Gloria, leggete Kavod
- la parola Spirito, leggete Ruach
Mente libera e occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L.Mason
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