Hotel de Bilderberg, fonte foto: Wikipedia
Molti di voi sapranno che lo scorso 12 giugno, a Dresda, si
è riunito il Gruppo Bilderberg. Pochi, però, purtroppo, sono a conoscenza degli
obiettivi di questa “organizzazione”. In tv, se non in sporadiche occasioni,
questo argomento costituisce un vero e proprio tabù, al pari di altre tematiche
più volte affrontate dallo Sciacallo.
Il Gruppo Bilderberg (o club Bilderberg), nasce su
iniziativa del celebre banchiere David Rockfeller (uno dei massimi pensatori
del Nuovo Ordine Mondiale). Si tratta di un incontro annuale, non ufficiale,
che raduna circa 130 dei maggiori esponenti nel campo politico, economico e,
soprattutto, bancario. Il club si riunisce ogni anno in hotel o resort di lusso
principalmente europei, e una volta ogni quattro anni in quelli statunitensi o
canadesi. I nomi dei partecipati sono noti alla stampa, ma i loro incontri si
svolgono a porte chiuse, senza che nessuno possa conoscere le decisioni che
verranno prese al loro interno da questa stretta cerchia di membri dell’élite.
E’ noto anche un loro ufficio, una sorta di sede, a Lesda, nei Paesi Bassi.
Altre organizzazioni con strutture e intenti simili sono il Cato Institute e la
Commissione Trilaterale, di cui vi parleremo in un’altra occasione.
La prima riunione si tenne il 29 maggio del 1954 presso l’hotel
de Bilderberg (da cui il nome), a Oosterbeek, nei Paesi Bassi. Il Gruppo
Bilderberg è formato da una commissione permanente e da un gruppo distinto di
supervisori. Il primo presidente della commissione è stato il principe dei
Paesi Bassi, Bernhard van Lippe-Biesterfeld: il suo mandato è durato dal 1954
fino al 1975. Dal 2001 il presidente è Henri de Castries. Questi soggetti, in
assoluta libertà e senza che nessuno possa mettere becco, prendono decisioni in
grado di modificare gli assetti economici e istituzionali di diversi paesi, incidendo
sulla vita di milioni di persone. Tanti sono anche i rappresentanti che nel
corso degli anni hanno rappresentato o tuttora rappresentano l’Italia: Giovanni
Agnelli, John Elkann, Leopoldo Pirelli, Marco Tronchetti Provera, Roberto
Olivetti, Alberto Ronchey, Ugo Stille, Giuseppe Glisenti, Gianfranco Piazzesi, Mario
Monti, Romano Prodi, Enrico Letta, Giulio Tremonti, ecc).
Tra i nomi che vi abbiamo citato, noterete la presenza di
molti giornalisti. Può sembrare assurdo, ma nel club Bilderberg vengono
ospitati, regolarmente, molti esponenti dell’informazione, compresi alcuni
direttori o direttrici di un’azienda pubblica come la RAI, a cui gli italiani
pagano il canone. Riteniamo che tutto questo sia inaccettabile, perché la
deontologia del giornalista ordina a tutti coloro che intraprendono questo
mestiere di informare i cittadini, non di gabbarli. Ne è un esempio Lilli
Gruber, in questi ultimi anni volto di punta di La 7, dove conduce “Otto e mezzo”.
Ebbene, noi chiediamo all'affabile “giornalista”, a nome di tutti gli italiani,
di raccontarci come è andata la chiacchierata con quegli uomini d’affare che
decidono, a spese nostre, le sorti del mondo. Tra l’altro la signora Gruber,
agli inviti del club, ha risposto sempre presente, partecipando in varie
occasioni; in nessuna di queste, purtroppo, ha mai voluto spiegare i il motivo
per cui era stata invitata né ha mai diffuso qualche scoop giornalistico,
dimenticandosi l’intento della sua professione.
Noi restiamo basiti, anche perché ad Otto e Mezzo la Gruber
non risparmia alcune prediche, facendo spesso della morale una bandiera da
sventolare a due mani e con gran vigore. Non ce ne voglia questa straordinaria
paladina dell’informazione, che tanti imbrogli e altarini politici ha svelato
nel corso della sua lunga e brillante carriera, ma allo stesso tempo non
possiamo non accorgerci di una contraddizione di fondo enorme.
Tornando alla recente riunione del Bilderberg, appare
scontato che avranno discusso del Brexit britannico, proponendo chissà quali soluzioni
per contrastare o favorire questa eventuale novità politica. Purtroppo non
sappiamo che decisione hanno adottato questi illustri signori, perché non
abbiamo la fortuna, o sfortuna, di stringere amicizie con questi loschi uomini d’affari
senza scrupoli, al contrario della gentilissima Gruber che però, con nostra
enorme sorpresa, non dedica mai uno spazio nella sua esaustiva e completa
trasmissione d’informazione a spiegare alla gente quello che di cui lei è a
conoscenza, visto il suo recente soggiorno a Dresda. Peccato, perché avremmo la
fortuna di conoscere le decisioni prese dal Bilderberg per l’Italia: l’ultima
fu devastante, con la presa al potere di Mario Monti , cosa che probabilmente
la simpatica giornalista conosceva da tempo, ma ha preferito non interferire
con i loro progetti. E chissà cosa ci aspetta ancora. Chiudiamo con un appello valevole sia per l’immensa
Lilli Gruber che per altri suoi colleghi non esenti da colpe: continuate pure a
farvi delle graziose e rilassanti trasferte in giro per l’Europa con questi
personaggi, non c’è nessun problema, basta che vi dimettete dai vostri ruoli.
Ne guadagnerà l’informazione.
Mente libera, occhi aperti
Lo Sciacallo, Marcus L. Mason
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