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venerdì 12 maggio 2017

LA MORTE DI SCARPONI: SI E' TRATTATO DAVVERO DI UN TRAGICO INCIDENTE?

                                              Fonte foto: Wikipedia

"Astana è un'area massonica". Con queste parole, Gianfranco Carpeoro, un caro amico dello Sciacallo nonché autore, tra gli altri, del saggio "Dalla Massoneria al terrorismo", risponde alla domanda di un ascoltatore durante una puntata della fortunata trasmissione in onda su Youtube e condotta da Fabio Fabretti (già conduttore di Border Nights), "Carpeoro racconta".

Carpeoro, partendo da una domanda sulla città kazaka, costruita secondo un criterio esoterico, arriva a parlare dell'attività sportiva del famoso team ciclistico: "In quell'area operano diverse Ur-lodges, su tutte la "Three Eyes - spiega l'ex gran maestro della massoneria - e lì succedono delle cose strane ivi comprese delle attività sportive sempre nell'occhio del ciclone a causa del doping. Fanno investimenti nello sport che nessun'altra struttura mondiale fa".

Poi si arriva a parlare dei ciclisti, le vere vittime di questi esperimenti: "Soltanto quest'anno Fabio Aru si è infortunato in circostanze sospette e il suo posto è stato preso da Michele Scarponi che è morto in un incidente d'auto...". Secondo Carpeoro il mondo dello sport viene utilizzato dal potere: "Per anni il ciclismo è stato nominato da Armstrong, il grande rivale di Marco Pantani. Tutti sospettavano che si dopasse, ma alla fine si è saputo solo dopo il suo ritiro. Pantani lo hanno messo in croce, lui no".

Il potere utilizzerebbe gli atleti come copertura di altra attività: "Lo sport è come la religione, è l'oppio dei popoli. Lo sport serve soprattutto come copertura di una ricerca nell'ambito delle sostanze dopanti e stupefacenti che interessa i servizi segreti, che possono utilizzarle, ad esempio, nei terroristi". I ciclisti, e gli atleti in genere, funzionerebbero da cavie. E la vicenda Pantani? Ecco il commento di Carpeoro: "Pantani si è rifiutato ed è stato fatto fuori col contrappasso: lui non si è voluto prestare a questo gioco che poneva come base la droga e la droga è stata utilizzata per farlo fuori. Marco non si drogava: pensate che aveva persino rifiutato l'EPO, in un'epoca in cui questa sostanza non era ancora illegale".

E il mondo del calcio? Poteva starne fuori? Certo che no: "La gente non lo sa ma i ciclisti vengono drogati dall'età di 16 anni. Sapete quanti ciclisti si sono ritirati in età giovanile dopo aver visto la siringa? Nel calcio tutto questo non emerge perché non ci sono i controlli. Basta vedere le partite dei campionati stranieri o quelle di Champions League: le squadre straniere corrono il triplo delle nostre. Il mondo del calcio è coinvolto di più".

A dimostrazione di quanto affermato da Carpeoro, vi rimandiamo a un articolo pubblicato dalla Gazzetta dello Sport (http://www.gazzetta.it/Ciclismo/07-04-2016/confessioni-choc-un-corridore-fanno-tremare-ciclismo-150144286823.shtml). Chi era quel ciclista anonimo? Fate uno più uno.

Mente libera, occhi aperti
                                            Lo Sciacallo, Marcus L. Mason






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