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sabato 26 marzo 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: PIER GIORGIO PEROTTO, L'INVENTORE DEL PRIMO COMPUTER


           Il team della P101: Perotto è quello seduto a sinistra, fonte: Wikipedia

La storia che ci accingiamo a raccontarvi quest'oggi è quella dell'inventore del primo personal computer. Se state pensando a Bill Gates o a qualche altro nome americaneggiante siete fuori strada. Pochi sanno, infatti, che l'invenzione di quello che sarebbe poi diventato il nostro pc moderno, appartiene a un team di ricercatori italiani, guidato da Pier Giorgio Perotto, ingegnere e informatico torinese nato a Torino il 24 dicembre 1930 e scomparso il 23 gennaio 2002 a Genova.

Perotto svolgeva la mansione di progettista per l'azienda Olivetti, una storica azienda italiana che opera nel settore dell'informatica. Originario della provincia di Biella, nel 1952 ottenne la laurea in ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Torino, dove l'anno successivo conseguì anche la laurea in ingegneria aeronautica. Il suo nome è associato anche al super calcolatore elettronico Enea 9003, dove collaborò alla produzione.

È nel 1962 però che il suo lavoro prese una svolta significativa, iniziando il progetto della Programma 101, quello che è considerato il primo personal computer della storia, terminato tre anni dopo in concomitanza con la cessione della Divisione Elettronica alla multinazionale americana General Elettric. Questa macchina, ribattezzata "Perottina" in suo onore, venne utilizzata persino dalla Nasa per il programma spaziale dell'Apollo 11. È sua anche l'invenzione della "cartolina magnetica", componente essenziale per i primi PC.

IL PROGRAMMA 101 - L'invenzione di questa macchina fu presentata dal team di Perotto nel 1965, in occasione dell'esposizione universale di New York. L'Olivetti, nel medesimo anno, mise in vendita la macchina, riuscendo a vendere 44000 esemplari. Terminato il progetto, Perotto sperimentò nuovi PC, fino alla conversione dell'Olivetti al PC IBM, avvenuta nei primi anni '80.

Parlando della Perottina, l'inventore piemontese affermò: "Sognavo una macchina amichevole alla quale delegare quelle operazioni che sono causa di fatica mentale e di errori, una macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente, che immagazzinasse dati e istruzioni semplici e intuitive, il cui uso fosse alla portata di tutti, che costasse poco e fosse delle dimensioni degli altri prodotti per ufficio ai quali la gente era abituata. Dovevo creare un linguaggio nuovo, che non avesse bisogno dell'interprete in camice bianco".

Se noi oggi siamo in grado si potervi raccontare questa storia tramite l'ausilio del PC lo dobbiamo anche e soprattutto a quest'uomo. Grazie.

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                                            Lo Sciacallo, Marcus L.Mason