Archivio blog

venerdì 15 luglio 2016

ALCUNE RIFLESSIONI SULL’ATTENTATO DI NIZZA: PERCHE’ L’ISIS COLPISCE SOLO I CIVILI?


                                                 Fonte foto: Wikipedia

Ieri la Francia ha festeggiato il 227esimo anniversario della presa della Bastiglia: questa vicenda storica è fondamentale per il paese transalpino, visto che diede il via alla Rivoluzione francese. Come ben saprete, però, a Nizza la festa è stata rovinata da un attentato che ha generato circa 84 morti: alle 22:30, proprio nel momento in cui la folla si era radunata per assistere allo spettacolo dei fuochi d’artificio sulla Promenade des Anglais (il viale del lungomare di Nizza), un camion si è lanciato a tutta velocità sul pubblico, compiendo persino manovre a zigzag per garantirsi più vittime possibili. La folle corsa si è conclusa quando i poliziotti sono riusciti ad uccidere il conducente, Mohames Lahouaiej Bouhlel, un tunisino di 31 anni in apparenza affiliato allo Stato islamico dell’ISIS.

Ovviamente si capisce sin da subito che dietro all’attentato c’è dell’altro; i lettori del nostro blog ormai saranno al corrente delle manovre politiche e criminali che si nascondono dietro a qualunque attentato, sia esso di matrice religiosa o politica. Detto questo, però, non possiamo non notare delle stranezze davvero curiose che nessun giornale ha voluto evidenziare: tutti gli attentati compiuti finora hanno avuto come vittime esclusivamente degli ignari cittadini. Il fatto è molto inquietante, perché da quanto emerge, lo Stato islamico sembra prendersela con i civili, ma al contempo lamenta dei continui attacchi operati dalle forze militari associate alla NATO, e delle forze politiche che le manovrano. Finora nessuna sede istituzionale è stata colpita: consolati e caserme non vengo minimamente impensierite, nemmeno di striscio. Negli attentati che hanno sconvolto il Bangladesh (un paese a maggioranza musulmana), si è detto che gli attacchi erano pervenuti in una zona limitrofa all’ambasciata italiana, eppure,  nessuno dei diplomatici è stato colpito.

Precisiamo subito un punto: queste sono solo riflessioni che ci poniamo al termine di un’analisi approssimativa. Il nostro intento non è quello di “gufare” affinché i “terroristi” colpiscano nelle sedi delle ambasciate. Ci limitiamo solo a segnalare questo particolare curioso. Allo stesso modo proviamo a capire, a caldo, le ragioni che hanno condotto a questo attacco. E’ evidente come i francesi negli ultimi mesi siano sotto tiro di qualche cecchino dell’economia: se pensiamo agli scontri tra tifosi che hanno causato dei decessi durante l’europeo di calcio, e li uniamo a questi attentati dell’”ISIS”, ci pare di intuire come il potere stia cercando di mettere “sotto scacco” Hollande e il suo governo. La legge del lavoro ha creato, giustamente, molti malumori tra i proletari francesi che, di comune accordo con i sindacati, si sono riversati nelle piazze a protestare, mentre in alcuni casi si è registrato addirittura un’occupazione delle raffinerie. Come abbiamo già detto prima, al momento risulta difficile comprendere la natura di questi attentati, e solo il tempo potrà rispondere ai nostri quesiti sulla base degli effetti prodotti sul tessuto sociale.

Noi ci chiediamo come possano accadere eventi di questo tipo, per giunta in uno Stato come la Francia, uscita ferita dagli attacchi di novembre e che, per tale motivo, avrebbe dovuto essere in stato di allerta assoluto. Davvero non riusciamo a comprendere le dinamiche: come fa un ragazzo qualunque ad evitare il controllo sulla base di una scusa puerile (avrebbe detto alla polizia che trasportava gelati) in un momento delicato come questo? E perché si è deciso di procedere con una dinamica d’impatto così “banale”, specialmente se si pensa a come hanno operato in altre circostanze? Come vi abbiamo accennato prima, ricordiamo che in Francia è in corso una battaglia vera e propria che vede schierati sindacati e lavoratori da una parte, e il  governo dall’altra. E se questo attentato fosse una manovra politica per spegnere i focolai di protesta e richiamare la popolazione all'unità nazionale in funzione antiterrorista?  Solo il tempo chiarirà i nostri dubbi. O forse no...


Mente libera, occhi aperti
                                                Lo Sciacallo, Marcus L. Mason