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domenica 31 gennaio 2016

LA BIBLIOTECA DELLO SCIACALLO: "FATHERLAND" DI ROBERT HARRIS


Robert Harris  fonte:wikipedia

Come ogni domenica, non può mancare l'appuntamento con la rubrica della Biblioteca dello Sciacallo. Per la prima volta, dopo i saggi di Levi e Maltese, oggi vogliamo consigliarvi un romanzo. Per la precisione Fatherland di Robert Harris,opera prima dell'autore inglese pubblicata nel 1992.
Si tratta di un romanzo ucronico, ovvero quel procedimento letterario (l'ucronia) che propone una realtà alternativa immaginando un'evoluzione diversa di un particolare episodio storico. Nel caso di Fatherland, ambientato in Germania negli anni 60 del XX secolo, il nazismo di Adolf Hitler ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e Berlino è diventata la capitale di un impero che si estende dalla Germania stessa fino ai confini orientali europei, nella zona dei monti Urali. In occasione del settantacinquesimo compleanno di Hitler il presidente degli Stati Uniti ha in programma di recarsi a Berlino per discutere con Hitler di questioni di politica internazionale.

E' in questo scenario che viene presentato il protagonista della vicenda, l'investigatore della Kripo (la Polizia Giudiziaria tedesca) Xavier March, che viene incaricato di occuparsi delle indagini sulla morte del gerarca nazista Joseph Buhler. Le sue ricerche lo porteranno molto oltre ciò che si aspettava, arriverà a scoprire un traffico internazionale di opere d'arte e si imbatterà nell'affascinante e giovane giornalista americana Charlotte Maguire, che sconvolgerà tutte le sue certezze con alcune storie su strane sparizioni di cittadini ebrei durante la guerra...


Ci sentiamo di consigliare la lettura di questo libro per alcune ragioni. Esso funziona innanzitutto sul piano narrativo. Scrittura serrata, rivelazioni dosate e coi giusti tempi, personaggi magnificamente caratterizzati.

Harris è poi bravissimo nel delineare il contesto "fantastorico": va ricordato che in diversi passaggi l'autore utilizza delle brevi digressioni per raccontare come si sono svolti gli eventi, che hanno segnato la storia della Seconda Guerra Mondiale, nell'universo da lui proposto. Egli identifica come punto di rottura il fallito attentato al gerarca Reinhard Heydrich in Cecoslovacchia nel 1942 (attentato che nella nostra realtà ebbe al contrario successo).

E' poi fondamentale il messaggio di fondo che Harris suggerisce: la storia viene scritta dai vincitori. I nazisti hanno quindi potuto, in questo mondo alternativo, insabbiare la questione dell'Olocausto, non facendone venire a conoscenza il mondo. E se, nella realtà vera, fosse accaduto qualcosa di simile? Se le potenze vincitrici dei grandi conflitti mondiali avessero coperto ogni sorta di malefatta da loro commessa? Ne avrebbero avuto tutti i mezzi. E' una domanda che ogni tanto dovremmo farci.

E si sa, noi, per i libri, i film, o qualsiasi opera d'arte che invogli a porsi domande, abbiamo un debole.

Mente libera, occhi aperti

                                             Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

sabato 30 gennaio 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: JOHANN TROLLMANN, IL PUGILE ROM CHE SFIDÒ IL NAZISMO


                                                    Fonte foto: wikipedia


Terzo appuntamento con la rubrica dedicata alle biografie dei grandi uomini del passato, cancellati senza alcuna pietà dalla storia. Questo sabato, il personaggio a cui vogliamo dedicare questo articolo non è uno scienziato, men che meno un filosofo o un politico. Se state pensando a un artista vi sbagliate di nuovo perché quest'oggi vi parleremo di un pugile, Johann Trollmann: costui può essere considerato a suo modo un rivoluzionario, e presto scoprirete perché. Il nazismo e il fascismo sono stati i due grandi mali che hanno infestato la prima metà del Novecento e, purtroppo, ai giorni nostri assistiamo sempre di più a un crescendo di queste ideologie che a mano a mano cercano di farsi strada facendosi forti di un consenso popolare di gran parte della popolazione di ceto medio-basso, cavalcando il malcontento popolare basato su stereotipi vecchi come il mondo: il più classico riguarda i rom, tristemente noti con il dispregiativo di "zingari".

 Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, ovvero, il giorno in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto. È bene conoscere, però, che le vittime dello sterminio nazista non furono soltanto ebrei, ma anche partigiani, comunisti, omosessuali e rom. Lo sterminio dei rom è passato inosservato, come se questa etnia non fosse meritevole di essere ricordata, un pensiero tanto vigliacco e crudele che può essere tranquillamente paragonato al tanto odiato nemico nazista. I Rom e i Sinti hanno coniato il termine "Porajmos", termine romani che può essere tradotto come divoramento, distruzione o devastazione. Il personaggio di cui ci occupiamo quest'oggi è soltanto uno dei 500000 "zingari" deceduti nei lager nazisti.

Trollmann naque il 27 dicembre 1907 a Wilsche, nella Bassa Sassonia, da una famiglia di etnia sinti. Il suo soprannome era Rukelie ("albero"), in virtù di un fisico atletico. Il suo stile era spettacolare, il pubblico lo amava così come le donne, tanto da essere considerato all'epoca un vero e proprio divo. Disgraziatamente, però, quelli erano gli anni dell'ascesa al potere di Adolf Hitler, che già nel Mein Kampf scriveva a proposito di boxe: "Nessun altro sport desta in così alto grado lo spirito di assalto, esige così fulminea decisione, rende forte e flessibile il corpo". Tutte queste caratteristiche descritte in questo passo del celebre libro scritto dal Führer, dovevano contraddistinguere la nuova razza, quella ariana, che doveva dominare su tutte le altre: non c'era spazio dunque per zingari ed ebrei.

Fu così che nell'aprile del 1933, in base alle Leggi di Norimberga, gli ebrei venivano estromessi dalla pratica della nobile arte e il titolo dei mediomassimi, reso vacante dall'ebreo Eric Seeling, fu conteso nel giugno dello stesso anno da Trollmann e Adolf Witt. Nonostante l'evidente superiorità mostrata sul quadrato da Trollmann (che mise ko il suo avversario in sei riprese), i giudici, su ordine del gerarca nazista Georg Radamm, decretarono la fine del match con un "no decision", ma grazie all'insurrezione del pubblico presente al palazzetto, i giudici furono costretti a tornare sui propri passi, annunciando la vittoria di Trollmann.

Ciononostante, la federazione tedesca gli tolse la cintura, costringendolo a combattere il 21 giugno contro Gustav Eder, ma per questo incontro gli fu imposto di non muoversi da centro del ring, altrimenti gli sarebbe stata revocata la licenza. Per protesta, Rukelie si presentò sul ring con i capelli tinti di biondo e il corpo cosparso di farina: fu un atto di ribellione contro il regime di Hitler, e aveva come scopo quello di ridicolizzare il superuomo ariano tanto agognato dai nazisti. Si trattava di una mossa molto rischiosa, ma che denotava il grande coraggio di Trollmann, uno dei primi a sfidare apertamente il regime nazista. Quell'incontro, per la cronaca, fu vinto da Eder per ko alla quinta ripresa, ma Trollmann si battè con caparbietà nonostante le restrinzioni impostegli dal regime, prendendo a pugni un'ideologia malata e disumana.


Ma le leggi razziali avevano preso ormai il sopravvento anche sulla sua vita privata. Dovette ricorrere alla sterilizzazione per evitare di essere internato nei campi di sterminio, ma non riuscì ad evitare l'arruolamento militare, e venne così mandato a combattere al fronte. Tuttavia, una volta tornato in Germania, nel 1941, fu arrestato dalla Gestapo e deportato nel campo di Neuengamme, in prossimità di Amburgo. In quel maledetto campo fu marchiato col numero 721/1943, e costretto a combattere contro le guardie per avere una razione di cibo. Da quel momento in poi non era più un uomo, ma solo un numero: il 9 febbraio del '43, durante il suo turno di lavoro, non si accorse dell'imminente arrivo del kapò Emil Cornelius, che da tempo meditava la vendetta a causa di un brutta sconfitta prima del limite rimediata proprio contro il pugile rom. Una sconfitta non tollerabile, a maggior ragione se è il vincitore è uno zingaro. Solo una pallottola riuscì a togliere la vita a Trollmann. Il suo ricordo, però, vivrà per sempre.

Mente libera, occhi aperti
                                               Lo Sciacallo, Marcus L.Mason








giovedì 28 gennaio 2016

LA COLPA È DEI POLITICI LADRI E MAFIOSI: QUANTO CI PIACE LO SCARICABARILE...


                                              Fonte foto: wikipedia


Prima di cominciare vogliamo rincuorare tutti quelli che, una volta letto il titolo di questo post, si saranno infastiditi e magari avranno passato il resto del tempo a smadonnare e a inviare invettive e malefici di qualsiasi genere nei nostri confronti, bollandoci come pazzi (tranquilli, in questo caso non sarete i primi e nemmeno gli ultimi) o magari accusandoci di servilismo verso il potere: calmi, non ci siamo ammattiti improvvisamente. Spesa questa premessa iniziale, se anche voi rientrate in questa categoria di persone, allora vorrà dire che abbiamo colpito nel segno.

Lo Sciacallo ricorda a qualunque lettore che si sia imbattuto in questo post dal titolo sconsiderato, che  lo scopo di questo blog è quello di aiutare il risveglio delle persone, dopo secoli di annebbiamento e di sevizie psicologiche. La consapevolezza, però, deve partire prima di tutto da noi stessi: la cultura di questo Paese, purtroppo, ci ha sempre insegnato che quando succede un evento spiacevole, bisogna cercare di individuare subito un colpevole esterno, in modo tale da autoassolversi. Fa così da secoli anche la Chiesa cattolica, che individua nel Diavolo (che in realtà nella Bibbia neanche esiste), la causa di tutti i problemi che affliggono la nostra società.

Noi siamo un po' come Jhon Milton, il personaggio del diavolo interpretato da Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo", che nella mitica scena finale del film cerca di persuadere l'ormai rinsavito Keanu Reeves, pronunciando una frase che ben riassume l'atteggiamento del popolo italico: "Il senso di colpa è come una scatola piena di mattoni; non devi far altro che scaricarlo".  E invece no! Lo sport nazionale preferito dagli italiani va contrastato immediatamente. Pensateci un attimo, i politici disonesti, alla fine dei conti, sono tanto diversi da noi? Vi siete mai fatti sta domanda? Senza entrare in argomenti spinosi e complessi (perché in realtà non sono nemmeno i politici a comandare, bensì i banchieri, che godono di immunità nettamente superiori), pensate davvero di essere dalla parte dei buoni?

Riflettiamo insieme, basandoci su un esempio banalissimo come il calcio, lo sport più seguito in Italia. La maggior parte di voi si divide in fazioni a seconda del tifo, che è più o meno quello che fanno i politici. Esattamente come loro, però, quando arrivano i problemi, date il via al gioco dello scaricabarile: accuse contro arbitri e complotti di ogni sorta, e tutti a invocare un trattamento imparziale e, infine, la moviola in campo. Ebbene, nonostante un noto giornalista abbia cavalcato la battaglia per l'approvazione della moviola in campo (a nostro modo di vedere per fini di audience televisivo e nulla più), possiamo asserire con assoluta certezza che questa introduzione non avverrà mai per un motivo semplicissimo: non la vuole nessuno. Sì, avete capito bene, persino quelli che la invocano. E sapete per quale motivo? Perché questo strumento è un'arma a doppio taglio, concede e toglie, e siccome è sempre meglio la prima opzione, è facile giungere a questo tipo di conclusione.

Altra pillola calcistica. Abbiamo seguito quasi tutti la vicenda che ha riguardato la querelle tra Mancini e Sarri: ecco, questo è il classico esempio di vittimismo all'italiana. Lo sapevate che in passato Mancini aveva rivolto lo stesso epiteto a un giornalista? Vi risulta che in quell'occasione abbia chiesto la sua esclusione dal calcio? E che dire di quelli che giustamente si indignano per i cori beceri e razzisti che inneggiano all'eruzioni di Vesuvio ed Etna, ma che poi difendono a spada tratta il proprio partito quando questi rivolge gli insulti ai "froci"? Vi risulta che un allenatore x, oltre a contestare con vigore la condotta arbitrale dopo una sconfitta ritenuta immeritata, con lo stesso zelo abbia l'abitudine di ammettere davanti alle telecamere anche la vittoria ingiusta della propria formazione qualora fosse arrivata in circostanze analoghe? No, e crediamo che il motivo lo conoscono anche i bambini delle scuole elementari.

In "Destra e Sinistra" di Giorgio Gaber, canzone da noi citata in qualche articolo precedente, viene fuori una domanda: ma le ideologie, dove sono finite? Giunti a questo punto della nostra argomentazione vi starete domandando che diavolo c'entra questo con il discorso intrapreso sin qui. Invece c'entra e come: quando i politici si radunavano nei congressi e nominavano i segretari, noi dov'eravamo? Quando hanno deviato la loro ideologia di base per ragioni puramente personali o di partito, noi come abbiamo reagito? Siamo forse scesi in piazza a protestare? Ah, già, quello lo facciamo solo negli stadi quando la nostra squadra perde. Per anni abbiamo votato simboli vuoti, privi di contenuto, perché delegavamo tutto a un bel faccino da campagna elettorale che mostrava il suo candido programma elettorale, dopodiché ci siamo fatti, per usare un'espressione volgare molto in voga tra il popolo italico, "i cazzi nostri", infischiandocene di tutto e di tutti, del resto, si campava e la nostra squadra del cuore doveva giocare la domenica. Ora, arrabbiati, accusiamo i politici di tradimento, mentre ci dovremmo vergognare tutti,  noi in primis, colpevoli di assenteismo ingiustificato.

Sempre citando Gaber, "la libertà è partecipazione", ma la maggior parte di noi non ha colto il significato di quelle parole. È sempre bello fregare il più debole, e venir fuori anche in modi non proprio ortodossi da situazioni complicate: l'occasione fa l'uomo ladro, diceva qualcuno, che già allora aveva capito la questione. La verità, è che se per assurdo un uomo trovasse una valigetta contenente una cifra importante e decidesse di consegnarla ai carabinieri o, addirittura, di distribuire quei soldi ai poveri di tutta la città, la maggior parte di noi approverebbe apparentemente il suo operato facendogli i complimenti per tanta correttezza o bontà d'animo, ma una volta tornati a casa dalle proprio famiglie, magari davanti a una tavola imbadita e con la tv accesa sul canale dove trasmettono il solito programma demenziale, rinnegherebbe quanto dichiarato poche ore prima, schernendo l'eroe di giornata e maledendo il fato per non essere stato clemente nei propri confronti, destinandolo al ruolo di testimone di una storia bellissima, anziché protagonista del più squallido dei vigliacchi rappresentati in quei maledetti cinepanettoni che tanto hanno influenzato il nostro modo di ragionare e di agire.

Siete ancora sicuri di essere diversi dai nostri politici? Smettetela di cercare il diavolo al di fuori di voi, e iniziate a pensare in modo diverso: diventerete come il personaggio interpretato da Reeves. Al contrario suo, però, state attenti a non ricadere nello stesso errore...

Mente libera, occhi aperti

                                                                        Lo Sciacallo, Marcus L. Mason



IL COMPLOTTISMO E LA DITTATURA DEL PENSIERO: DUE FACCE DELLA STESSA SOCIETA'


fonte: youtube.com

Premetto immediatamente che l'impostazione di questo pezzo sarà differente dal solito. Si tratterà sostanzialmente di uno sfogo, di sviscerare un pensiero che ha un forte bisogno di essere espresso.
Parlerò in prima persona: io sono Marcus Mason, e dietro questo nome potrebbe nascondersi qualunque cosa: una persona o più persone, un uomo o una donna, un adolescente o un professore universitario, oppure un operaio o una casalinga. Non è importante, è l'ultimo dei problemi.
Vi voglio raccontare una mia esperienza: qualche giorno fa, mi trovavo a parlare con una persona a me vicina, e mi ha colpito molto un discorso che questa persona ha fatto. Sosteneva che tutti quelli che si occupano di ciò di cui io mi occupo, ovvero un approfondimento sotto una luce diversa dei temi di attualità, della nostra storia e delle nostre origini, si attaccano sempre alle solite tesi complottiste. Pensano di avere in mano la verità assoluta, con atteggiamento superbo e quasi vanaglorioso. Quindi solitamente non dà molta fiducia alle parole di questi siti.
Vedete, questa persona, che io reputo intelligente, è però vittima inconsapevole di quel processo di indottrinamento che io definisco "dittatura del pensiero". Chi detiene il controllo dell'informazione (ovviamente non sono i telegiornali, ma che ve lo dico a fare?) da sempre pone in atto un'opera di convincimento nei confronti della popolazione. L'obiettivo è fare sì che la gente venga a conoscenza degli avvenimenti che accadono intorno a lei nella maniera giusta, edulcorati per bene, oppure completamente stravolti, o addirittura che non ne venga nemmeno a conoscenza. Sono ben accorti nel far trapelare le notizie giuste e lo fanno sempre attraverso i medesimi metodi.
Ovviamente, pur con tutto il potere immaginabile a disposizione, 7 miliardi di persone sono difficili da mettere a tacere. Qualcuno che lotta e scalpita per diffondere la verità ci sarà sempre, specialmente oggi che i mezzi di comunicazione di massa sono alla portata di chiunque. Quindi ogni individuo è potenzialmente in grado di reperire le informazioni veritiere, se va a cercare nei posti giusti e tramite le fonti giuste. E allora qual è la soluzione? Molto semplice, il cosiddetto debunking. Esso si articola in due fasi: io le chiamerò infestazione e discredito.
Che cos'è l'infestazione? Prendiamo ad esempio, per capire meglio, gli avvistamenti di UFO che si sono registrati numerosi a partire dal secondo dopoguerra. Noi sappiamo che qualcosa di strano è accaduto (vi rimando al mio articolo in proposito, pubblicato qualche giorno fa). Ebbene, i debunkers creano ad arte decine di avvistamenti palesemente falsi, non credibili, pieni di falle, affinché l'opinione pubblica si convinca che l'intera questione UFO sia un'enorme bufala, e che gli avvistamenti reali si confondano nel mare delle menzogne, tanto che più nessuno ci fa caso. Questa è la perfetta infestazione: condire la verità con una dose massiccia di bugie, rendendo la verità stessa non più distinguibile.
La seconda fase è il discredito: si tratta della diffusione di falsità su qualsiasi persona che si occupi alacremente della ricerca della verità. Anche qua facciamo un esempio concreto. Tra gli argomenti di cui mi occupo nel blog, avete potuto notare che c'è la Bibbia. La mia fonte principale in merito sono gli studi del prof. Mauro Biglino, già più volte citato. Le voci sull'affiliazione alla Massoneria di Biglino non si contano più sulla rete, come se questa cosa attribuisse al suo lavoro un'aura di inverosimiglianza o lo rendesse non più plausibile. Il fatto di essere, o di essere stato, massone, farebbe di Biglino un falso profeta (cito commenti che ho letto personalmente), un uomo a cui è stato dato il compito di condurre le persone verso l'ateismo e quindi, l'Anticristo. Follia pura.
Capite, quindi, che tutti noi, che non crediamo alle versioni ufficiali, ribadisco, non per partito preso, ma perché, in svariati casi, assolutamente incongruenti, siamo catalogati come complottisti da quattro soldi, che ci nascondiamo nelle dietrologie per combattere la nostra frustrazione per una mancata posizione soddisfacente all'interno del tessuto sociale (qui cito il CICAP).
Se posso dire la mia, noi siamo tra i pochi che hanno proprio il coraggio di non nascondersi.
Questa volta più che mai,

Mente libera, occhi aperti
                                               Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

mercoledì 27 gennaio 2016

DIVISIONI IN MEDIO ORIENTE: IL CONFLITTO SECOLARE TRA SUNNITI E SCIITI


 In verde i paesi a maggioranza sunnita (ovvero gli stati del golfo Persico), e in giallo quelli Sciiti, fonte foto: Wikipedia


L'argomento di cui ci occupiamo quest'oggi, prende spunto dalle ultime notizie in arrivo dal Medio Oriente: i principali notiziari nazionali narrano di uno scontro sempre più acceso tra Iran e Arabia Saudita, originato dall'uccisione di un leader sciita da parte del governo saudita, un paese storicamente a maggioranza sunnita. Questo dettaglio è di fondamentale importanza se si vogliono scoprire le cause che hanno determinato questa situazione, e che, come scopriremo tra poco, hanno radici antichissime e risalgono alla morte del profeta Maometto (avvenuta nel 632 d.C).

L'origine di questo problema, purtroppo, non viene mai affrontato in questo Paese, né nei tg né nei dibattiti politici. Peccato che sia alla base dei principali problemi che attanagliano il mondo arabo e che coinvolgono attivamente anche l'Occidente, schierato in due fazioni: gli USA e la Nato da una parte; Russia e Cina dall'altra. La prima coppia sostiene un intervento punitivo in Siria e conseguentemente la cacciata di Assad, al contrario dei secondi, che offrono il loro sostegno al governo legittimo del presidente siriano (un sovrano di fede sciita).

Ebbene, come dicevamo poc'anzi, questa distinzione trae origine dalla morte del profeta dell'Islam: come avvenuto in Occidente in occasione della morte di Cristo, anche in questo caso la contesa riguardava l'erede al trono, sia spirituale che politico, di Maometto. I sunniti credevano che questa eredità spettasse ad Abu Bakr, amico e suocero di Maometto; viceversa, la fazione sciita era schierata dalla parte del cugino nonché genero del Profeta, Ali (shīʿat ʿAlī", da cui deriva il nome sciiti, che può essere tradotto come "fazione di ʿAlī"). Ad avere la meglio furono i sunniti, anche se Ali riuscì a governare per breve tempo come quarto califfo (carica conferita ai successori del Profeta). Ma la frattura tra queste due correnti si rafforzò a seguito dell'uccisione di Hussein, figlio di Ali, nel 680 a Karbala (l'attuale Iraq), da parte delle truppe del califfato sunnita in quel momento al potere.

Inoltre, nel corso del tempo si verificarono alcuni cambiamenti nelle credenze spirituali dei due gruppi correligionari: la dottrina sunnita, infatti, si basa molto sulla "Sunna" (da qui il nome sunniti), che in arabo vuol dire "abitudine" oppure "consuetudine", e sta a indicare gli atti di Maometto e i suoi insegnamenti; dal canto loro, invece, gli sciiti attribuiscono ai loro leader religiosi, gli ayatollah, il potere di fare da tramite tra Dio e gli uomini (una sorta di Papa per i cattolici), e sono convinti che il dodicesimo e ultimo Imam sia in occultamento (il cosiddetto Mahdi), e che un giorno riapparirà per compiere la volontà di Allah. Proprio in relazione a questo, lo sciismo è stato tacciato di eresia da parte dei sunniti, mentre invece gli sciiti contestano la visione sunnita, ribadendo come il dogmatismo di questa ideologia abbia dato origine a movimenti estremisti come i wahabiti: questa ideologia ultraconservatrice, fondata in seno alla comunità sunnita da Muhammad ibn 'Abd al Wahhàb, interpreta il Corano alla lettera, condannando la pratica esoterica del sufismo (la ricerca mistica all'interno del Corano), abbracciando invece l'essoterismo (da non confondere con l'esoterismo).

Tuttavia è bene ricordare che i tre stati storicamente roccaforti del movimento sciita sono l'Iran, l'Iraq e la Siria. L'Iraq, però, è stato governato per anni da Saddam Hussein, legatissimo ai poteri sunniti oltre che all'Occidente (sempre in prima fila quando si tratta di alimentare i conflitti), che sfrutta abilmente queste differenze politiche e religiose per attuare i propri fini. Ora che abbiamo chiarito questi due concetti, possiamo comprendere ancora meglio quali sono gli scopi di chi ha creato l'Isis, che altro non è che un califfato sunnita fascista, che sta devastando al loro interno due stati sciiti. Ora potrete farvi un'idea delle cose che stanno accadendo nel mondo arabo, e di come noi Occidentali usiamo queste divergenze, del resto lo facciamo anche nell'Africa subsahariana, per soddisfare delle nostre aspirazioni. Ma non è tutto, perché il motivo di questi attacchi è strettamente legato a quanto accaduto nelle Primavere Arabe e in altri paesi: questi episodi sono stati catalogati come rivoluzioni concepite e sviluppate dai popoli oppressi, quando in realtà provenivano da ben altri soggetti, e per un motivo ben preciso che, chiaramente, non è mai stato divulgato dai media occidentali. Ma di questo ci occuperemo in un prossimo capitolo...  

Mente libera, occhi aperti

                                                                                  Lo Sciacallo, Marcus L. Mason







DRAGON BALL: DOPO SUMERI-ACCADICI E AUTORI BIBLICI...AKIRA TORIYAMA??


fonte: wikipedia.com

Questo è indubbiamente il post più bizzarro che ci proponiamo di diffondere. Immaginiamo già i sorrisi di molti di quelli che lo leggeranno nel vedere il titolo. Bè, provate per un attimo a superare l'incredulità e dateci un'opportunità, seguendo il nostro ragionamento.

Dragon Ball, creato dal giapponese Akira Toriyama è sicuramente uno dei manga più famosi del mondo in Italia soprattutto grazie alla serie animata trasmessa per la prima volta negli anni 90. Chi scrive si è sorpreso molto nel rileggere le vicissitudini della trama, oggi, alla luce di un'età diversa e di conoscenze arricchite.
Non abbiamo infatti potuto fare a meno di notare dei sorprendenti sottotesti, delle chiavi di lettura sospette, all'interno dell'opera. E' chiaro che chi è appassionato, o ha comunque seguito la serie, avrà una comprensione più chiara dei riferimenti che faremo.

La Terra immaginaria in cui sono ambientate le vicende di Dragon Ball ha una differenza sostanziale rispetto a quella reale: è governata da un Supremo, un'entità extraterrestre, di cui la gente comune ignora l'esistenza, che ha il compito di sovrintendere alla protezione e al mantenimento dello status quo del pianeta. La particolarità di questo essere è che la sua dimora si trova sopra le nuvole, cioè al di sopra di tutti. Ci ricorda moltissimo l'Elyon biblico, ovvero colui che si nasconde dietro l'appellativo di Altissimo. Non dimentichiamoci che il termine Elyon non significa altro che "colui che sta sopra" e la comparazione col Supremo è quasi scontata.

E' enigmatica la figura dei Sayan; al netto delle invenzioni attinenti alla trama fantasy (capelli biondi allo stadio di Super Sayan, coda e trasformazione in scimmioni grazie alla luna), le similitudini con la razza degli Elohim o Anunnaki ci sono, e anche evidenti. Si tratta in entrambi i casi di una razza antropomorfa, quindi dalle fattezze umane; dotati entrambi di poteri e tecnologie estremamente più avanzate rispetto agli abitanti del pianeta Terra. Hanno tutti e due un ciclo vitale decisamente più lungo, ma comunque sono mortali (ricordiamo che gli Elohim morivano, basta andare a dare un'occhiata al Salmo 82, a cui presto dedicheremo un'analisi). Ciò che accomuna le due razze in maniera ancora più lampante è però lo spirito; entrambe amano fare la guerra, vengono cresciuti come militari, l'ish milchamah dell'Antico Testamento ritorna nei panni di Vegeta, che arriva sulla Terra per conquistarla e, in caso di problemi, distruggerla. Insomma, si fa fatica a credere a pure coincidenze.

In un articolo precedente sulla Bibbia abbiamo sostenuto che la razza Adam sia stata fabbricata in laboratorio attraverso interventi di ingegneria genetica. Ebbene, in Dragon Ball succede esattamente la stessa cosa in occasione della fabbricazione degli androidi (abbiamo in mente i giovani C-17 e C-18) e di Cell, il cosiddetto "essere perfetto". Progettato dal dottor Gelo, Cell viene realizzato attraverso il prelevamento del DNA dei più forti guerrieri protagonisti della serie. Insomma, una sorta di tselem che gli Elohim aggiungono alla loro creazione, l'Adam, nella Bibbia, è presente anche qui.

Ci viene quindi spontaneo chiederci se Toriyama non sia molto più informato su alcuni aspetti della storia dell'uomo di quanto voglia far credere. Le similitudini sono tante e troppo specifiche per trattarsi di un caso. Bisogna farsene una ragione: la verità ce la stanno urlando, ma bisogna rimuovere i tappi dalle orecchie.

Mente libera, occhi aperti
                                                  Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

lunedì 25 gennaio 2016

ESSI VIVONO DI JOHN CARPENTER: QUANDO IL CINEMA E' VERA RIBELLIONE SOCIALE


fonte: wikipedia.com

Nel 1988 il celebre regista John Carpenter porta in scena una delle pietre miliari del suo cinema: Essi vivono.
E' la storia di un disoccupato, John, che lascia la sua città, Denver, per trasferirsi a Los Angeles, in cerca di lavoro. Qui assiste al susseguirsi di eventi bizzarri, come elicotteri della polizia che sorvolano continuamente il campo di baracche dove alloggia, interferenze televisive con i messaggi di un misterioso predicatore, che si rivela poi a capo di un piccolo gruppo, una sorta di setta, che possiede numerose attrezzature scientifiche e che ha come motto la frase "Loro vivono, noi dormiamo".
John trova nel loro covo una scatola contenente un paio di occhiali: una volta indossati, John scopre che il mondo che lo circonda è molto diverso da come appare: i muri sono pieni di manifesti inneggianti al totalitarismo, comandi subliminali per indurre all'obbedienza, ma soprattutto gli individui appartenenti al ceto borghese e benestante e alla polizia, si rivelano essere degli alieni con fattezze assimilabili a quelle di zombie. Tutto questo è invisibile senza l'ausilio degli occhiali.

Il film funziona sotto ogni punto di vista: come intrattenimento, dal momento che il film è divertente, ironico, con scene d'azione girate da Carpenter con maestria; funziona però alla grande sotto il profilo dell'allegoria. In piena età reaganiana, Carpenter ha il coraggio di condannare una società ormai vittima e preda del capitalismo imperante: di un consumismo sfrenato, e di un individualismo ed arrivismo tali da rendere fin troppo facile il dominio di questi alieni. La critica è feroce, ironica, come abbiamo detto, ma mai ridanciana e triviale, come quella di Zalone, e colpisce nel segno. Il film mette a disagio, è perfino sgradevole in alcuni frangenti, e toglie i paraventi dal mondo "alla Matrix" nel quale viviamo e dove pensiamo di essere liberi. Siamo schiavi di ciò che i piani alti della società ci impongono, ci piace quello che ci deve piacere, i nostri obiettivi li decidono altri per noi.

Questo discorso John Carpenter lo urlava a piena voce ormai 28 anni fa. Pensiamo che il suo appello sia caduto nel vuoto.

Mente libera, occhi aperti
                                                    Lo Sciacallo, Marcus L.Mason


IL GRANDE COMPLOTTO DEL NOSTRO TEMPO: LA SOTTRAZIONE DEL TEMPO


                                          Fonte foto: Wikipedia


Vi siete mai resi conto di quanto tempo ci viene sottratto ogni singolo giorno? Quanti di voi sono padroni del proprio tempo? La realtà è che molte persone, per lo più la maggioranza, non si rendono conto di quanto tempo viene sprecato in attività inutili: anche chi ne è consapevole, però, ignora che all'origine di questo c'è stata una scelta ben precisa stabilita da un "magus" che ha tracciato un cerchio ed imposto la sua visione a tutti noi. Come vi abbiamo spiegato in qualche articolo precedente, una persona depensante diventa autimaticamente consumatore, favorendo così il sistema che ci opprime e che tanto vogliamo abbattere, salvo poi modificare in parte le nostre vedute per andare a fare file chilometriche in qualche centro commerciale, bramosi per l'uscita dell'iPhone dell'ultimo modello o del nuovo Mac.

E Facebook? Ma naturalmente è parte integrante del sistema e la sua funzione non è altro che quella di farvi buttare del tempo prezioso in attività futili. Facebook, infatti, è nato su iniziativa della CIA in seguito ai fatti dell'11 settembre, e serviva per schedare i cittadini statunitensi. Anziché procedere con un piano di identificazione più costoso e invasivo, qualche testa illuminante della CIA ha avuto la buona pensata di creare questo social network che avrebbe potuto schedare i cittadini non per imposizione del governo, ma per loro stesso volere. Certamente, come tutte le cose, può produrre anche dei benefici, se usato correttamente, cosa che difficilmente vediamo. Il pubblico di Facebook, infatti, non pensa ad altro che a pubblicare contenuti di scarso interesse, o addirittura falsi e calunniatori nei confronti di etnie, religioni, ecc. Tutti contenuti creati ad arte dagli stessi agenti del sistema che, cavalcando gli umori e le paure del cittadino medio, specie dopo accadimenti drammatici come gli sbarchi o le stragi, cercano di infondere l'odio e di dividere i popoli.

Se vi fosse concesso del tempo per pensare, avreste riflettuto su questo? E quali conclusioni avreste tirato fuori? L'inganno più grande del nostro tempo è proprio la sottrazione del tempo che, come dice lo studioso Carpeoro, è alla radice di tutti gli altri complotti, perché se ognuno di noi avesse il tempo per decidere e per riflettere, non cadrebbe nelle altre trappole. Questo è anche il motivo per cui lavoriamo di più, sia in termini di ore che di contributi. E quando facciamo degli acquisti sconsiderati, dobbiamo lavorare di più per permetterceli, quindi, sacrifichiamo altro tempo prezioso per raggiungere obiettivi che qualcun altro ci ha imposto dall'alto.

Quante sono le persone che leggono i libri? Quante persone provano a informarsi riguardo i vaccini, le cure alternative per il cancro o sul signoraggio bancario? Quasi nessuno, purtroppo, perché sono tutti impegnati in tante, troppe altre attività, alcune peraltro vengono svolte in automatico, perché si fa in questo modo da secoli e come automi non contestano nulla. Il tempo, sempre citando Carpeoro, non è denaro, perché quel bene è fungibile. Se un giorno qualcuno vi ruba cento euro, un giorno sarete in grado di recuperarli e magari di triplicare il vostro denaro, ma se vi rubasse anche un solo minuto della vostra giornata, quel minuto particolare non potrebbe restituirvelo nessuno.

Ma noi siamo andati oltre, perché la follia non si pone limiti, esattamente come l'ignoranza. In ognuno di noi è radicata l'idea secondo cui uno che apprende qualcosa più velocemente è sano, viceversa è un ritardato. Cioè, consideriamo la velocità come un valore assoluto. Niente di più sbagliato: siamo sicuri che uno che apprende dopo magari quella cosa la capisce meglio rispetto a quello che l'ha capita in anticipo? Una nota marca di pasta beneventana ha un motto che a noi piace moltissimo, e calza a pennello per questo esempio: "Pe' fa' 'e cose bone ce vo' tiemp'" (Per fare le cose bene ci vuole del tempo). Niente di più vero, perché le cose fatte con calma sono sempre le migliori, comprese le scelte, perché abbiamo pensato a più variabili possibili. Lo sapevate che Leonardo Da Vinci era un lento? Spesso gli venivano sottratti i lavori proprio a causa di questo "difetto". Eppure era un genio.

Questa sua pendenza viene fatta notare anche nel film "Non ci resta che piangere", del duo Troisi-Benigni. Una scelta oculata e non casuale, che pone in evidenza la differenza tra l'esigenze di rapidità del nostro tempo e quelle di un uomo del cinquecento, abituato ad agire nel modo e nei tempi che lui ritiene opportuni e non per la società e il potere costituito. In questo film, ricollegandoci al discorso precedente, viene fuori il ritratto di un Leonardo ritardato, ovviamente agli occhi di uomo del nostro tempo. Emblematica, in questo senso, anche un'altra scena del film, che ha come protagonista un boia, e che vi proponiamo qui sotto:

                                    Fabio De Luca, YouTube

In questa scena Benigni, uomo del XX secolo, è a colloquio con il boia per richiedere la licenza che  permetterebbe a Troisi di lavorare, ma quest'ultimo, uomo del '500, non gliela vuole concedere immediatamente, come richiesto in maniera piuttosto incessante dall'attore toscano, ma il giorno dopo. In questa sequenza, Troisi e Benigni fanno notare quanto all'epoca le persone fossero libere di operare restando fedeli ai loro tempi, potendo così permettersi di rifiutare un lavoro che non consentiva loro di agire secondo i loro tempi. È chiaro che in questa pellicola cinematografica il messaggio di fondo è lo scontro tra due mentalità opposte.

E allora come si esce da questo inghippo? Cominciamo col dire che il tempo non è perso se siamo stati noi a scegliere di compiere una determinata cosa. Non avrete perso tempo se siete stati voi a decidere di leggere questo articolo, che magari alla fine non vi ha entusiasmato, perché la prossima volta non cercherete più Lo Sciacallo sul web, ma girerete a largo da questo sito. Il tempo è perso se avete svolto una qualsiasi attività, e non sapete perché lo avete fatto. Il consiglio, ovviamente, è di iniziare a ritagliarvi del tempo per voi, solo ed esclusivamente per questo fine, e cercare di non ripetere gli errori fatti il giorno prima. Per fare questo, si può prendere un diario, non quello di Facebook, dove scrivere tutto quello che avete combinato nell'arco della vostra giornata e, il giorno seguente, verificare nel dettaglio quanti errori avete commesso e quanti invece no.

Infine, concludiamo il nostro articolo invitandovi all'ascolto di Time (con tanto di traduzione), un magnifico pezzo dei Pink Floyd datato 1973 e ricavato dal concept album "The Dark Side of the Moon". Una canzone che descrive quanto vi abbiamo narrato fin qui. Buon ascolto.

 
                                           Ho imparato a sognare, You Tube

Mente libera, occhi aperti
                                                                       Lo Sciacallo, Marcus L. Mason


domenica 24 gennaio 2016

LA BIBLIOTECA DELLO SCIACALLO:"LA QUESTUA" DI CURZIO MALTESE; QUANTO COSTA LA CHIESA AGLI ITALIANI?


                                       Fonte foto: wikipedia

Secondo appuntamento con la biblioteca de Lo Sciacallo. Il libro che ci sentiamo di consigliarvi quest'oggi ha come titolo "La questua", scritto da Curzio Maltese ed edito da Feltrinelli nel 2008. Prima di cominciare, come di consueto, ecco qualche accenno sull'autore di questo saggio: Curzio Maltese nasce a Milano e cresce a Sesto San Giovanni. Dopo alcune esperienze giovanili tra fabbrica e radio libere, diventa cronista a "La Notte", poi presso "La Gazzetta dello Sport", dal 1986 inviato de "La Stampa" e dal 1995 editorialista a "La Repubblica".

In quest'opera, l'autore sottolinea l'ingente mole di denaro che ogni anno passa dal bilancio dello Stato italiano e degli enti locali alle casse della Chiesa cattolica, senza contare il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, dal mancato pagamento dell'Ici all'esenzione da Irap, Ires e altre imposte e, infine, si fa per dire, l'elusione "legalizzata" per le attività turistiche e commerciali. Il tutto, secondo Maltese, ammonterebbe attorno ai 4 miliardi di euro (all'incirca mezza finanziaria) che, per stessa ammissione della CEI (Conferenza episcopale italiana), solamente un 1/5 di essa viene spesa per opere caritatevoli e di assistenza sociale.

Sempre in quest'opera, Maltese evidenzia come tra governi di sinistra cosiddetti "rossi" e di destra in realtà ci sia ben poca differenza quando si vanno a guardare i rapporti che essi intrattengono con il Vaticano, snocciolando dati e cifre, bilanci e documenti. Un altro capitolo importante presente ne "La Questua" riguarda lo Ior, e le contraddizioni di uno stato laico solo nelle parole e non nei fatti: si andranno a conteggiare i minuti nei tg concessi al Papa e le ore di religione nelle scuole dedicate alla fede cattolica a discapito delle altre confessioni religiose. Chiaramente l'obiettivo di questo libro non è quello di attaccare la Chiesa in quanto tale, quanto piuttosto di rendere note alcune realtà poco conosciute al pubblico e, siamo certi, una volta che avrete terminato di leggere questo libro, vi frulleranno in testa mille dubbi e cercherete di indagare più a fondo sull'argomento.

"Gli italiani spendono per mantenere la Chiesa più di quanto spendano per mantenere l'odiato ceto politico. Ma non lo sanno", tratto da la Questua.

Mente libera, occhi aperti
                                                                     Lo Sciacallo, Marcus L. Mason



sabato 23 gennaio 2016

GIOVANNI TRITEMIO: TRA MAGIA, ASTROLOGIA ED ESOTERISMO


Giovanni Tritemio    Fonte: wikipedia.com

Secondo appuntamento con la rubrica delle biografie dello Sciacallo. Il personaggio su cui vogliamo far luce questo sabato sarà sconosciuto ai più, nonostante la sua importanza, e proprio per questa ragione, gli riserviamo un più che meritato spazio.

Stiamo parlando di Johann Heidenberg, più conosciuto come Giovanni Tritemio. Egli, in ambienti esoterici, ma non solo, è considerato uno dei più importanti studiosi di occulto della storia, nonché uno dei capostipiti dell'arte magica (assolutamente da non confondere con l'illusionismo alla David Copperfield). E' stato anche fonte di ispirazione per uno dei più grandi magus esistiti, Giordano Bruno, che basa il suo De magia mathematica appunto sul lavoro compiuto da Tritemio, in partcolare sulla Steganographia tritemiana.
Ci preme aprire qui una brevissima parentesi; i concetti di mago e di magia vengono troppo semplicisticamente associati, come si accennava sopra, all'illusionismo, ai giochi di prestigio con le carte o all'estrazione del coniglio dal cilindro. Facciamo notare che la parola latina magus contiene la stessa radice del termine magister; quindi il "mago" altri non è che un esperto conoscitore, uno studioso di alto livello, un maestro appunto.

Giovanni Tritemio nacque nel 1462 nella cittadina tedesca di Trittenheim da una povera famiglia contadina. Di natura attratto dalla conoscenza, riuscì nonostante la sua condizione economica a frequentare l'università, dove si specializzò nelle lingue straniere: studiò l'ebraico, il caldeo e il tartaro. Il primo passo che porterà Tritemio a diventare una star nel mondo dell'esoterismo lo compie in questo periodo della sua vita, quando decide di creare, insieme a tre compagni di studio, la Sodalitas Celtica, una sorta di confraternita ante litteram, nella quale ci si occupava dell'approfondimento di materie riguardanti l'astrologia e la cabala. Fu in quest'ambito che prese il nome con cui è passato alla storia, Johannes Trithemius (italianizzato in Giovanni Tritemio).
Il periodo universitario fece scoccare la scintilla, fu solo l'avvicinamento di Tritemio alle arti occulte.

Una volta diventato, a soli ventitré anni, abate dell'abbazia di San Martino di Sponheim, Tritemio poté dedicarsi ad approfondire ulteriormente i suoi interessi. Mise in piedi, infatti, una delle più ricche biblioteche dell'intera Germania, comprendente di più di duemila volumi, tra manoscritti e stampe, e lo fece spendendo soldi suoi.
Si dedicava anche alla crittografia; una delle sue prime produzioni in ambito letterario fu infatti la Polygraphiae libri sex, alla base per la decodificazione dei cifrari a sostituzione polialfabetica, tra i più utilizzati all'epoca e molto diffusi tutt'oggi.
Ma le opere fondamentali, che fanno di Tritemio una tappa obbligatoria per chiunque decida di avvicinarsi al sapere esoterico, sono due. Vediamole nel dettaglio.

La prima, redatta nel 1508, è il De septem secundeis id est intelligentiis sive spiritibus orbes post Deum moventibus, conosciuto più semplicemente come il De septem, basata sugli scritti di un famoso magus medievale, Pietro d'Apona, vissuto nella seconda metà del XIII secolo.L'opera è di natura astrologica e il tema trattato è quello della ciclicità del tempo. Lo studioso Gian Luca Margheriti, nel capitolo che dedica a Tritemio nel suo I personaggi più misteriosi della storia, descrive egregiamente la teoria esposta da Tritemio in questo saggio. Proviamo a riassumerla.
Secondo Tritemio, la storia è suddivisa in veri e propri cicli che si susseguono e si ripetono. Ognuno di questi cicli è composto da sette età, di 354 anni e quattro mesi ciascuna. Un angelo connesso con un pianeta è a capo di ogni età. Abbiamo: Orisiele abbinato con Saturno, Anaele con Venere, Zaccariele con Giove, Raffaele con Mercurio, Samaele con Marte, Gabriele con la Luna e Michele con il Sole.
Tritemio inoltre calcola anche la possibile data della creazione del mondo, avvenuta il 15 marzo del 5027 A.C. Secondo questa elaborazione, lui sarebbe vissuto nell'età presieduta da Samaele, mentre la nostra avrebbe come supervisore Michele.
Tritemio sostiene che ognuna di queste età avesse delle particolari caratteristiche, che chiaramente si sarebbero riproposte tutte le volte, essendo il mondo impostato in maniera ciclica. La nostra, che terminerà nel 2233, data della seconda venuta di Cristo sul nostro pianeta, sarà segnata dalla rinascita dei culti pagani, dall'estinzione della monarchia, e da un forte sviluppo in campo tecnologico e scientifico.

La seconda opera, che non ci possiamo esimere dal citare e illustrare, concerne l'ambito esoterico, e si tratta della celebre e sopracitata Steganographia. Essa consta di otto volumi riguardanti la creazione e l'utilizzo di linguaggi magici atti a comunicare senza messaggeri o simbolismi.
Si racconta che egli stesso, dopo aver terminato la redazione del testo, lo giudicò troppo pericoloso per l'umanità, almeno per quel periodo, e cercò di distruggerlo.
Mathias Becker ne pubblicò una piccola parte nel 1606, ma finì immediatamente, senza troppe sorprese, nell'Indice dei Libri Proibiti della Santa Inquisizione, dove rimase fino al 1930.
Purtroppo non avremo mai a disposizione una copia completa di questa monumentale opera, ma lo stesso Tritemio fa comprendere che all'interno di essa aveva già sviluppato le basi di arti magiche tra le più raffinate, come linguaggi in codice non decifrabili e tecniche di condizionamento del pensiero e della volontà come l'ipnosi.

La potenza delle opere di Tritemio spaventò i suoi confratelli, che chiesero e ottennero il suo allontanamento da Sponheim. Fu spostato quindi a Wurzburg, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1516.

Abbiamo voluto raccontare la storia di Giovanni Tritemio non perchè riteniamo che tutto ciò da lui teorizzato corrispondi a realtà, ma per far comprendere quanto fosse visionario (e non in accezione negativa) e avanti nei tempi quest'uomo. E' possibile che ciò a cui ha portato la sua opera sia più importante dell'opera stessa, ma resta il fatto che Tritemio ha aperto un mondo talmente vasto, che ancora oggi non abbiamo finito di esplorare. Anzi, probabilmente non abbiamo nemmeno cominciato.
Chiaramente, tutto questo, lo ha condotto dritto nel dimenticatoio della storia ufficiale.

Mente libera, occhi aperti
                                                   Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

venerdì 22 gennaio 2016

UFO: ECCO ALCUNE PROVE DELLA LORO ESISTENZA


                                         Fonte foto: wikipedia


Il tema di oggi è inerente agli UFO. Esistono davvero o sono frutto di una suggestione di massa? Se alcuni governi, come quello britannico, hanno aperto, almeno in parte, i loro archivi e desecretato alcuni documenti definiti "Top Secret", per altri, invece, l'argomento resta un tabù: ne sono un esempio evidente gli Stati Uniti d'America, peraltro una delle nazioni più investite dal fenomeno, con avvistamenti e rapimenti sparsi per tutto il paese. Come dimenticare l'incidente di Roswell, dove un disco volante precipitò nella cittadina del New Mexico l'8 luglio del 1947? Nello stesso giorno l'ufficio di informazioni al pubblico della RAAF (Roswell Army Air Field) emise un comunicato che venne ripreso dal quotidiano locale Roswell Daily Record, in cui veniva descritto il ritrovamento di un disco volante. Il giorno seguente, però, il governo degli USA smentì la notizia, dichiarando che l'oggetto caduto nella contea della cittadina del New Mexico popolata da circa 27000 abitanti, era in realtà un semplice e ordinario pallone sonda. Una spiegazione che venne dichiarata falsa dagli stessi ufficiali che, una volta congedati, avevano ammesso di essere stati costretti a rilasciare tali affermazioni alla stampa.

La realtà, però, sembra essere ben diversa. Pare infatti che durante le missioni sulla Luna (resta comunque da stabilire se quella del '69 fosse stata inscenata o meno), gli astronauti abbiano trovato delle prove schiaccianti riguardo la presenza di extraterrestri sul suolo lunare. Molte delle foto che scattarono sulla Luna, secondo molti, furono ritoccate dalla NASA per nascondere edifici, costruzioni e altri oggetti (compreso le navicelle spaziali aliene), che confermerebbero l'esistenza degli alieni. È bene ricordare che tutti i testi antichi parlano di esseri celesti venuti dal cielo. Secondo gli antichi testi Veda, ci sarebbero più di 400000 specie umanoidi nell'Universo e la maggior parte di queste avrebbero visitato la Terra. Sempre stando a quanto descritto in questi antichi testi indiani, in totale accordo con quanto narrato nei testi sumero-accadici (dai quali deriva la Genesi), sudamericani e greci, una specie umanoide avrebbe creato l'Homo Sapiens, modificando geneticamente gli ominidi: i Sumeri li chiamavano "Anunnaki", gli autori biblici "Elohim", i greci "Theoi", le civiltà precolombiane "Viracocha" e così via.

Secondo quanto affermato dal sergente Clifford Stone, molti di questi avrebbero un aspetto del tutto simile a quello umano, eccetto alcune caratteristiche differenti: "Quando sono stato congedato nel 1999 avevamo catalogato 57 specie differenti. Ci sono individui che assomigliano a noi, essendo così in grado di muoversi tra di noi senza che si noti la differenza. Ciononostante, possiedono alcune capacità diverse dalle nostre: ad esempio, in una stanza buia sono in grado di raggiungere degli oggetti, distinguerne il colore. Inoltre avrebbero alcuni sensi più sviluppati dei nostri, come l'olfatto, l'udito e la vista. Poi, se consideriamo i Grigi, esistono almeno tre tipi di questa specie: alcuni sono persino più alti di noi".

Di seguito, vi mostriamo un video tratto da YouTube che parla proprio degli UFO e dei loro "piloti". Nel video troviamo anche le dichiarazioni del sergente Stone, e del Sergente Maggiore Robert O. Dean. Buona visione.

                                             YouTube,  asartoriantropologia

Mente libera, occhi aperti

                                                                      Lo Sciacallo, Marcus L. Mason 











LA BIBBIA CHE NON TI ASPETTI: LA DIVINITA' STERMINATRICE E I PRIMI GENOCIDI DELLA STORIA


Yahweh in ebraico     fonte:wikipedia.com

Il nostro viaggio attraverso l'Antico Testamento continua. L'aspetto che tratteremo oggi lo abbiamo già accennato nel nostro primo articolo relativo alla disamina del testo biblico.
Avevamo chiosato quel pezzo dicendo che gli autori della Bibbia definiscono continuamente Yahweh ish milchamah, che significa "uomo di guerra". Ciò è sufficiente per delineare il profilo del personaggio all'interno del testo sacro. Niente di più che un militare. Ci occuperemo oggi di esaminare brevemente dove e in che modo Yahweh ha espletato le sue funzioni belliche.

Occorre porre una breve premessa: la Bibbia che conserviamo nei nostri comodini è solo una delle possibili Bibbie. Attraverso i secoli ne sono state redatte svariate, ovviamente opportunamente modificate a seconda del potente di turno, eliminando tutti i riferimenti più scomodi. E non solo semplici riferimenti; sono stati fatti sparire libri interi. Sappiamo per certo che in origine facevano parte della Bibbia almeno 11 libri in più. Traiamo questa sicurezza dal fatto che essi sono citati nella Bibbia masoretica. Vediamo quali sono: Libro di Jasher, Atti di Salomone, Libro di Samuele il Veggente, Libro di Gad il Veggente, Libro di Nathan il Profeta, La profezia di Achia, Le visioni di Iddo il Veggente, Libro di Semaia, Libro di Jehu, Detti dei Veggenti, ma soprattutto Le guerre di Yahweh. L'effettiva esistenza di questo libro andato perduto è testimoniata in Numeri 21, 14: "Per questo si dice nel libro delle Guerre del Signore (Yahweh)...".

Purtroppo non sapremo mai che cosa fosse effettivamente narrato in questo libro, anche se ci riesce semplice immaginare la natura delle azioni compiute da colui che si vorrebbe far passare per Dio in quei racconti. Possiamo però affermare che le azioni da lui commesse nel testo che è arrivato fino a noi sono più che sufficienti a dimostrarci come egli fosse uno spietato e sanguinario condottiero disposto senza alcuna remora a far sterminare interi villaggi, città o popolazioni per pura sete di potere. Il fine ultimo doveva teoricamente essere quella Terra Promessa, il cui nome non potrebbe essere più azzeccato; rimase infatti soltanto una promessa, e per capirlo basta ripensare agli avvenimenti unicamente del secolo scorso. Ognuno si formerà una sua opinione.

Il nostro compito termina già qui. Non ci occuperemo ora che di riportare alcuni dei passi dove è manifesta e obiettiva la ferocia di questo Elohim.
Iniziamo da Numeri 25, 3 e segg. Qui Yahweh dà istruzioni a Mosè su come comportarsi con tutti i seguaci del culto di Baal-Peor, ovvero su come sterminare i servitori di questo Elohim:
"Israele aderì al culto di Baal-Peor e l'ira del Signore si accese contro Israele. Il Signore disse a Mosè: 'Prendi tutti i capi del popolo e fa' appendere al palo i colpevoli, davanti al Signore, al sole, perché l'ira del Signore si allontani da Israele'. Mosè disse ai giudici d'Israele: 'Ognuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che hanno aderito al culto di Baal-Peor.
(...)Di quel flagello morirono ventiquattromila persone. (...) Il Signore disse a Mosè: 'Trattate i Madianiti da nemici e uccideteli(...)
La teologia ha poi magnificamente trasformato Baal-Peor in uno dei diavoli più celebri, per così dire: in greco Baal-Peor diventa Baal-Fegor, da cui deriva il nostro Belfagor.   

Yahweh era spietato anche con qualunque componente del suo "popolo" che osasse allontanarsi dal suo controllo per mettersi sotto la protezione di altri Elohim. Leggiamo Deuteronomio 13:
"Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico che è come te stesso, t'istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, dei che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all'altra della terra, tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una tale azione malvagia.
Qualora tu senta dire di una delle tue città che il Signore tuo Dio ti dà per abitare, che uomini iniqui sono usciti in mezzo a te e hanno sedotto gli abitanti della loro città dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, che voi non avete mai conosciuti, tu farai le indagini, investigherai, interrogherai con cura; se troverai che la cosa è vera, che il fatto sussiste e che un tale abominio è stato realmente commesso in mezzo a te, allora dovrai passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la voterai allo sterminio, con quanto contiene e passerai a fil di spada anche il suo bestiame. Poi radunerai tutto il bottino in mezzo alla piazza e brucerai nel fuoco la città e l'intero suo bottino, sacrificio per il Signore tuo Dio; diventerà una rovina per sempre e non sarà più ricostruita. Nulla di ciò che sarà votato allo sterminio si attaccherà alle tue mani, perché il Signore desista dalla sua ira ardente, ti conceda misericordia, abbia pietà di te e ti moltiplichi come ha giurato ai tuoi padri, qualora tu ascolti la voce del Signore tuo Dio, osservando tutti i suoi comandi che oggi ti do e facendo ciò che è retto agli occhi del Signore tuo Dio".

Tutto ciò è ritrovabile nel testo sacro della Bibbia e queste sono parole pronunciate da Dio. Qualcosa non torna, non è vero?

Mente libera, occhi aperti
                                                       Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

giovedì 21 gennaio 2016

DALL'11 SETTEMBRE ALLE PRIMAVERE ARABE: COME CAPIRE LO SCHEMA PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE


                         I detriti delle Torri Gemelle, fonte foto: wikipedia


Quanto vi stiamo per raccontare seguirà la falsa riga dell'articolo incentrato sulla decriptizzazione degli attentati di Parigi. In particolare, quest'oggi ci focalizzeremo sullo schema che viene fedelmente riprodotto in ogni azione di questo tipo; le parole chiave da tenere bene a mente sono anch'esse tre: problema, reazione e soluzione. Questa teoria è stata sciorinata per la prima volta da David Icke, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, data la sua notorietà. Icke è certamente un personaggio discutibile (basti pensare alla teoria dei rettiliani), ma del resto, chi non lo è? Pertanto, senza pregiudizi di sorta, andremo avanti andando a fondo per conoscere meglio questa teoria che spiegherebbe le ragioni e gli obiettivi che si pregiggono chi organizza questi eventi.

Come funziona? Su questo blog vi abbiamo descritto in innumerevoli occasioni i poteri che influenzano la nostra società. Quei poteri, responsabili di stragi, omicidi e processi sommari anche in politica, sono gli stessi che intervengono in situazioni di questo tipo. In che modo? Procediamo con ordine. Quando si devono apportare una serie di cambiamenti radicali a livello sociale, che però non si possono realizzare pubblicamente perché si andrebbe allo scontro con l'opposizione, occorre spostare l'opinione pubblica dalla propria parte creando un "finto" problema che deve servire per raggiungere i tuoi scopi.

Che sia un attentato terroristico, un collasso delle banche, o che altro, devi creare un problema e poi dare in pasto alla gente, grazie a un'opera di divulgazione da parte dei media accondiscendenti,  una storia completamente differente, negando di essere tu la causa del problema, ma qualcun altro.
Vediamo di capire con un esempio, ovvero quanto accaduto l'11 settembre (che qualcuno considera l'inizio della Terza Guerra Mondiale): quando le Torri Gemelle vennero colpite, immediatamente si è data la colpa ad Al Qaeda e in particolare al presunto regista degli attentati, Osama Bin Laden. Poi, è stata calata la dose asserendo che quei paesi erano in possesso di armi di distruzione di massa (una barzelletta a cui credette gran parte del popolo statunitense e non).

Secondo step: la reazione. Dopo aver spinto la gente a cercare nella direzione sbagliata, ti adoperi per far in modo di procedere al passaggio successivo. Ancora una volta saranno i media a scatenare la miccia. Darai la tua versione ufficiale dell'evento, dopodiché il popolo, ormai assuefatto dalle menzogne, chiederà una reazione da parte del governo. A quel punto, sarà lì che spiegherai qual è la tua soluzione (che avevi in mente ancor prima di creare il problema), ovvero, una serie di emendamenti che mai i cittadini e l'opinione pubblica avrebbero accettato prima: limitazione della libertà, microchip sottocutaneo e via dicendo.

Infine, David Icke chiama in causa un'altra tecnica utilizzata dal sistema, definendola "Totalitarismo a piccoli passi". I poteri sanno che il cambiamento deve procedere a piccoli passi, altrimenti, qualora venissero cambiate troppo rapidamente le carte in gioco inserendo nuove regole, la gente se ne accorgerebbe, perché sarebbe un cambiamento decisamente drastico. Allora bisogna procedere per step, presentando ogni passo come se non fosse collegato con gli altri, in modo tale da abituare la gente a una certa condizione senza che se ne accorga nell'immediato (un esempio, sempre per bocca di Icke, è l'Unione Europea, presentataci prima come un'area di libero scambio per poi divenire, o forse lo è già, un vero è proprio stato: gli Stati Uniti d'Europa).

Il consiglio è sempre lo stesso, che è quello di non credere a una parola di quanto si è letto, ma allo stesso tempo, però, di porsi delle domande. Lo Sciacallo non è portatore di verità assolute, ma ha l'obiettivo di risvegliare le coscienze delle persone, invitandole a riflettere su qualsiasi cosa. Ognuno di noi è in grado di fare una selezione di ciò che è vero o sbagliato, senza l'interferenza di nessun mediatore che detenga la verità in tasca.

Mente libera, occhi aperti
                                                                                Lo Sciacallo, Marcus L. Mason




mercoledì 20 gennaio 2016

MATTEO RENZI IN: ROMANZO DI UN GIOVANE FIORENTINO


Matteo Renzi fonte: wikipedia.com

Parafrasiamo il titolo di un celebre film di Ettore Scola (ci uniamo al cordoglio per la scomparsa del grande maestro, avvenuta proprio ieri) del 1995, Romanzo di un giovane povero, per introdurre il protagonista delle vicende di cui ci occupiamo oggi; il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi.

La prima apparizione di Renzi sul palcoscenico pubblico, avviene, come molti sapranno, prima di quanto ci si immagini; gli italiani se lo trovano davanti ai loro teleschermi, appena diciannovenne, nel 1994 a fianco di Mike Bongiorno, nel ruolo di concorrente a La Ruota della Fortuna, dove si porta a casa 48 milioni di vecchie lire. Già da quell'episodio si può intuire che il suo futuro fosse sotto i più rosei auspici.
Una decina di anni dopo, precisamente nel 2004, il buon Matteo diviene presidente della Provincia di Firenze, carica che mantiene fino al 2009, quando viene eletto sindaco della città di Firenze. E' chiaro che però l'ambizione di Renzi lo spinge a conquiste decisamente superiori. Alle primarie del PD (Partito Democratico) del 2012 arriva secondo dietro Pierluigi Bersani. Ovviamente, ciò che stava più a cuore a Renzi era il partito, l'ideologia, e quindi supporta apertamente lo stesso Bersani durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del febbraio 2013; salvo poi, una volta che le elezioni si risolvono, ricorderete, in un nulla di fatto, rimangiarsi praticamente tutto. In occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica, nell'aprile dello stesso anno, critica aspramente le scelte del suo partito, appoggiate anche tramite comizi congiunti con Bersani, fino a pochi mesi prima.
Estromesso quest'ultimo, nulla più divide Renzi dalla tanto agognata Segreteria del Partito, che infatti ottiene con larga maggioranza nelle Primarie del dicembre 2013.

Siamo nel periodo di vuoto istituzionale, venutosi a creare dopo le politiche del febbraio 2013. Il cosiddetto "governo delle larghe intese", che prevedeva componenti di diversi schieramenti politici con presidente il deputato del PD Enrico Letta, è in serie difficoltà. A dare la spallata decisiva è proprio il nuovo PD renziano che promuove una mozione di sfiducia, e quindi di fatto costringe alle dimissioni Letta, abbandonato dal suo partito. La cosa che sorprende è come fino a pochi giorni prima Renzi avesse negato ogni tipo di provvedimento della Direzione del Partito in tal senso.
In sostituzione di Letta, per formare il nuovo governo, viene chiamato proprio Matteo Renzi, carica che detiene tuttora.

Quindi tutti successi per Renzi? Non è proprio così. Pare infatti che il Presidente del Consiglio abbia tentato diverse volte in questi anni, tramite le proprie posizioni sempre più rilevanti nel quadro politico, di essere iniziato alla Massoneria. Secondo Gioele MagaldiGran Maestro della loggia del Grande Oriente Democratico, i poteri forti però hanno deciso di non potersi fidare di un personaggio che più di una volta nel suo percorso politico ha dimostrato un'indole doppiogiochista e infida che non merita il loro appoggio. Ed è per questa ragione che ora la posizione di Renzi, specialmente nel Parlamento Europeo, si sta facendo sempre più aggressiva nei riguardi dei poteri centrali, rappresentati in primo luogo dalla Germania di Angela Merkel, indebolita magari anche dalla vicenda legata alla Wolkswagen. Vedremo chi alla fine avrà la meglio...
L'ultima carta di Renzi è quella di mettersi in posizioni chiaramente antitetiche ai poteri forti, proprio per essere infine inglobato da essi. Come al solito, il bene delle persone è sempre al primo posto.

Mente libera, occhi aperti
                                                Lo Sciacallo, Marcus L.Mason

martedì 19 gennaio 2016

LA TERZA GUERRA MONDIALE DI PIKE E QUELLE LETTERE A MAZZINI...


                                      Albert Pike, fonte foto: wikipedia

Prima di affrontare questo capitolo nel più corretto dei modi, è necessaria fare una piccola precisazione: le guerre, nel mondo, esistono da sempre. Basti pensare alle guerre tra bande in Sud America, o ai conflitti che mietono quotidianamente vittime in Medio Oriente o in Africa subsahariana, per accorgersi di quanto sia inappropriato il termine "Guerra Mondiale". In effetti la percezione del mondo, per noi occidentali, è da sempre "occidentrista".

Lo Sciacallo, però, si svincola da questo ragionamento, seppur continuerà ad usare impropriamente questo termine esclusivamente per richiamare il concetto espresso e semplificato nei nostri libri di storia, e che riguardano le prime due guerre cosiddette "mondiali". Proprio a tal proposito, è fondamentale capire come entrambe, la prima e la seconda, oltre che la terza, che è in arrivo, siano state decise a tavolino da poteri che agiscono nel più completo anonimato e che hanno la capacità di condizionare le scelte politiche dei nostri governanti.

A riprova del fatto che è in atto la Terza Guerra Mondiale, oltre a ricavarlo dalle notizie, seppur imparziali, e dagli avvenimenti, diffusi dai maggiori organi di informazione, si può dedurlo anche dalla corrispondenza che intratteneva uno dei padri di questo Paese, Giuseppe Mazzini, con il "fratello" americano Albert Pike, massone di 33esimo grado e Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) della Giurisdizione Sud degli USA. Inoltre, fu un adepto del Ku Klux Klan (un'organizzazione segreta di stampo nazista attiva negli Stati Uniti sin dall'Ottocento), nonché membro onorario della maggior parte dei concili supremi sparsi nel mondo.

Ebbene, costui, è da sempre etichettato dalla maggior parte di quelli che il potere definisce in modo assolutamente dispregiativo, complottisti (categoria alla quale Lo Sciacallo prende parte orgogliosamente), come il gran burattinaio delle grandi guerre trattate. Sì, ma le prove? Andiamole a vedere allora. Da diversi anni sul web è presente il contenuto delle lettere incriminate. Secondo Jean Lombard questa corrispondenza è depositata negli archivi di Temple House, dove ha sede il Rito Scozzese di Washington. Le missive, però, avrebbero dovuto restare segrete, finché un giorno del 1945, un ufficiale della marina canadese, il commodoro William Guy Carr, venne a conoscenza di una lettera inviata da Pike a Mazzini, datata 15 agosto 1871, che nel frattempo era stata esposta al British Museum, e decise di pubblicarne il contenuto in modo riassuntivo nel libro Pawns in the Game.

Di seguito vi riportiamo il contenuto di due lettere: la prima, quella che Mazzini inviò a Pike il 22 gennaio 1870, e la seconda inviata da Pike a Mazzini il 15 agosto 1871. Quanto vi scriviamo di seguito è tratto dal sito www.disinformazione.it.

"La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli "Illuminati" di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli "Illuminati" fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni.

La Seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza fra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico, onde consentire lo stabilimento in Palestina dello stato sovrano d'Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale si doveva costituire un'Internazionale comunista altrettanto forte dell'intera Cristianità. A questo punto quest'ultima doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo sin quando richiesto per il cataclisma sociale finale.

La Terza Guerra Mondiale dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere orientata in modo che Islam (mondo arabo e quello musulmano) e sionismo politico (incluso lo Stato d'Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte fra loro, saranno in tal frangente forzate a combattersi fra loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed economico".

Sempre secondo quanto scrive Pike, coloro che al termine del conflitto aspireranno al Governo Mondiale, agiteranno un nuovo conflitto che avrà come attori principali gli atei e i nichilisti:

"Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l'adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell'ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!"

I dubbi sull'autenticità di queste lettere sono molti. C'è chi sostiene che quella attribuita a Mazzini sia stata in realtà redatta da un suo collaboratore, tale Mazzoni, che ne ha imitato stile e calligrafia. Un altro dubbio riguarda il fatto che i componenti della setta degli Illuminati pare non si chiamassero in questo modo tra loro (come nelle lettere), ma S.I., ossia Supremi Incogniti.
Emerge in ogni caso e comunque la si possa pensare da queste lettere uno spettro nerissimo che l'umanità ha già avuto modo di conoscere nel Novecento con conseguenze drammatiche. Siamo sempre noi, però, a decidere le sorti del nostro futuro e scacciare queste nuove ondate di ignoranza culturale, come il razzismo, il fascismo e ogni forma di oppressione.

Mente libera, occhi aperti
                                                                                     
                                                                   Lo Sciacallo, Marcus L. Mason






domenica 17 gennaio 2016

LA BIBLIOTECA DELLO SCIACALLO: "I SOMMERSI E I SALVATI" di PRIMO LEVI


L'ingresso del campo di Auschwitz con il motto "Arbeit macht frei",
"Il lavoro rende liberi"  fonte: wikipedia.com

Dopo la rubrica di biografie inaugurata ieri, con l'articolo su Ken Saro-Wiwa, oggi prende il via un'altra iniziativa di approfondimento, quello letterario. Il libro di cui ci vogliamo occupare è I sommersi e i salvati, di Primo Levi.
Qualche breve accenno sull'autore: nacque nel 1919 a Torino da una famiglia di chiare origini ebraiche. Dopo un'infanzia turbata da accesi diverbi di natura caratteriale con il padre Cesare, nel 1937 si diplomò al Liceo Classico Massimo D'Azeglio di Torino e successivamente entrò nella facoltà di Chimica dell'università del capoluogo piemontese. Ottenne la laurea nel 1941. A causa di difficoltà nel trovare lavoro, dovute all'entrata in vigore delle leggi razziali, nel '42 si trasferì a Milano dove venne in contatto con alcuni attivisti anti-fascisti che lo convinsero a entrare nel Partito d'Azione clandestino.
Dopo l'Armistizio, si rifugiò in Val d'Aosta insieme a un gruppo partigiano. Fu arrestato dai tedeschi nel dicembre del '43, trasferito nel campo di Fossoli, vicino Modena, e nel febbraio successivo finì sul treno che lo condusse nel campo di sterminio polacco di Auschwitz-Birkenau. La sua esperienza nel campo è narrata nel suo testo più famoso, Se questo è un uomo, del 1947. Dal dopoguerra fino alla morte, alternerà la professione di direttore di una ditta di produzione di vernici di Settimo Torinese a quella di traduttore e scrittore. Muore in circostanze non del tutto chiarite a Torino nel 1987.

In tutta la sua opera Levi fu sempre accanito sostenitore della Memoria, ovvero il non lasciare che tutto ciò che accadde durante l'Olocausto potesse finire dimenticato, e in quest'opera (uno dei suoi ultimi lavori, del 1986) che ci sentiamo di consigliare con tutto il cuore, il tema è ulteriormente sviscerato e riesaminato. Non semplicemente ricordare, ma andare ad approfondire le motivazioni e i processi che hanno permesso che tutto ciò avesse luogo. Capire come possono riflettersi e quale significato possono avere sulla vita che tutti noi conduciamo oggi.

Si tratta di un testo fondamentale e rivoluzionario, perché per la prima volta prende in considerazione tutte le sfumature che vivono tra il Bene assoluto e il Male assoluto. Sfumature che noi troppo spesso non cogliamo, troppo desiderosi di emettere le nostre sentenze. Le storie di personaggi come Chaim Rumkowski o di Jean Améry vi aiuteranno ad aprire la vostra mente (in fondo, la ragione per la quale questo blog è nato) ad aspetti nuovi di un universo, quello del lager e dell'Olocausto, di cui troppo spesso pensiamo di sapere tutto. Questo libro vi darà la certezza di sapere molto meno di ciò che pensavate. Verrete a conoscenza della "Zona Grigia" che popolava quel mondo, in cui era tutto più fluido, più indistinguibile, in cui Bene e Male spesso avevano lo stesso volto.

Queste sono solo alcune delle tante ragioni per le quali un libro come I sommersi e i salvati non può mancare nelle vostre case e soprattutto nei vostri cuori. Dopo la lettura siamo sicuri che le domande nella vostra testa si accavalleranno, assetate di risposte. E allora vorrà dire che Levi avrà raggiunto il suo scopo.

Mente libera, occhi aperti
                                                     Lo Sciacallo, Marcus L.Mason


Da I sommersi e i salvati, cap. La Zona Grigia, pagg.40-41:

"Niente di simile è mai avvenuto, né sarebbe stato concepibile, con altre categorie di prigionieri; ma con loro, con i 'corvi del crematorio' (i Sonderkommandos, ndr), le SS potevano scendere in campo, alla pari o quasi. Dietro questo armistizio si legge un riso satanico: è consumato, ci siamo riusciti, non siete più l'altra razza, l'anti-razza, il nemico primo del Reich Millenario: non siete più il popolo che rifiuta gli idoli. Siete come noi, voi orgogliosi: sporchi del vostro sangue come noi. Anche voi, come noi e come Caino, avete ucciso il fratello. Venite, possiamo giocare insieme".

sabato 16 gennaio 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: KEN SARO-WIWA


                       Bandiera del popolo Ogoni creata da Ken Saro-Wiwa, fonte Wikipedia


A partire da questo sabato, Lo Sciacallo inaugura una nuova rubrica che avrà come obiettivo quello di ridare lustro a personaggi della storia, sia recente che passata, siano essi studiosi, politici, artisti o scienziati, finiti nel dimenticatoio in quanto scomodi o poco elogiati nonostante il loro impegno civile e sociale. Ebbene, ogni sabato, su questo blog troverete una storia interessante da leggere; quella di oggi riguarda un poeta e scrittore nigeriano scomparso nel 1995: il suo nome era Ken Saro-Wiwa.

La sua storia e semisconosciuta e non viene mai raccontata, a differenza di quella di molti altri suoi colleghi. Già, ma chi era Ken Saro-Wiwa? Ken Saro è stato un poeta e scrittore nigeriano, noto nell'Africa postcoloniale per il suo impegno civile mirato al riconoscimento delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger, vittime di abusi da parte delle grandi multinazionali del petrolio (in particolare la Shell), responsabili di continue perdite che hanno devastato l'ecosistema, causando piogge acide in un territorio abitato da circa trenta milioni di persone, per lo più di etnia Ogoni.

Nel 1990 diventa promotore del Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP): tale movimento riuscì a catalizzare l'attenzione della comunità internazionale, in virtù di una manifestazione composta da 300000 persone guidata dallo stesso poeta nigeriano poco dopo la sua scarcerazione (era stato arrestato senza processo).

Arrestato due volte nel corso del 1994, con l'accusa di essere stato il mandante di alcuni omicidi ai danni di presunti oppositori del MOSOP, venne giustiziato tramite impiccagione, in una triste notte del 10 novembre 1995, assieme ad altri 8 attivisti del MOSOP, suscitando lo sdegno di tanti attivisti per i diritti civili. L'anno seguente, l'avvocato per la Center for Costitution Rights, Jenny Green, avviò una causa nei confronti della compagnia petrolifera, denunciando il coinvolgimento della stessa nell'omicidio del poeta.

Il processo, iniziato dopo ben tredici anni dalla denuncia dell'avvocato Green, vide il patteggiamento della Shell, che ha accettato il pagamento di 15 milioni e mezzo di dollari. Nelle motivazioni, la Shell ha spiegato questa scelta, adducendo come motivazione il fatto di aiutare il processo di riconciliazione, quindi, negando di fatto il coinvolgimento nell'omicidio.

Ma qual è la vera prigione in questo mondo? Ce lo spiega bene lo stesso poeta, irriducibile avversario dei potenti e fedele amico della libertà. Un eroe cancellato dalla memoria corta di molti, e che Lo Sciacallo vuole riportare alla luce, rendendo omaggio a un uomo le cui gesta devono servire da esempio per tutti noi. Di seguito vi riportiamo una sua poesia scritta durante la prigionia.

LA VERA PRIGIONE

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

Chiudiamo questo articolo, riportandovi il testo di una canzone del gruppo Noise Rock italiano, Il Teatro Degli Orrori, "A Sangue freddo", tratta dall'omonimo album del 2009, e dedicata proprio all'indimenticabile Ken Saro-Wiwa, che trae ispirazione da La vera prigione.

Mente libera, occhi aperti
                                                               Lo Sciacallo, Marcus L. Mason

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?                                         

Il poeta nigeriano,

Un eroe dei nostri tempi.

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Perché troppo ha amato

L'hanno ammazzato davanti a tutti.

Bugiardi dentro, fuori assassini.

Vigliacchi in divisa,

Generazioni intere ingannate per sempre

A sangue freddo.


Ken Saro Wiwa è morto!

Evviva Ken Saro!

Non è il tetto che perde, non sono le zanzare.

Non è il cibo meschino: non basterebbe a un cane.

Non è il nulla del giorno che piano sprofonda nel vuoto della notte.

Sono le menzogne! Che ti rodono l'anima.

In agguato, come sempre, la paura di morire.



Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Il poeta nigeriano,

Un eroe dei nostri tempi.

Non ti ricordi di Ken Saro Wiwa?

Perché troppo ha amato

L'hanno ammazzato davanti a tutti.



Io non mi arrendo,

Mi avrete soltanto con un colpo alle spalle.

Io non dimentico, e non mi arrendo.

Io non mi arrendo.

E' nell'indifferenza che un uomo,

Un uomo vero, muore davvero.



Quanto grande è il cuore di Ken Saro Wiwa!

Forse l'Africa intera.

Il nulla del giorno sprofonda piano nel vuoto della notte.

Avete ucciso Wiwa!

Ladri in limousine, che Dio vi maledica.

Pagherete tutto e pagherete caro.



Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa,

Saro Wiwa è ancora vivo.

Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa,

Saro Wiwa è ancora vivo.

Bugiardi dentro, fuori assassini.

Vigliacchi in divisa,

Generazioni intere ingannate per sempre

A sangue freddo.