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sabato 13 febbraio 2016

GLI EROI SENZA GLORIA: PIER LUIGI IGHINA, L'UOMO CHE INVENTÓ LA MACCHINA DELLA PIOGGIA

                                            Fonte foto: Wikipedia


Tra gli eroi dimenticati del nostro tempo figura anche Pier Luigi Ighina, passato alla storia (si fa per dire), per aver scoperto l'Atomo Magnetico e per l'invenzione della Valvola antisismica e, soprattutto, per aver inventato la MACCHINA DELLA PIOGGIA. Prima di entrare nello specifico, ecco una breve biografia dello scienziato italiano. Ighina nasce a Milano nel 1908, e sin da giovanissimo si appassionò allo studio della natura, delle forze motrici e dell'elettromagnetismo. Concluse gli studi nel capoluogo meneghino, diventando tecnico in elettronica e radio-elettronica. Le sue scoperte si basano principalmente sulle teorie dello psichiatra e psicanalista austriaco Wilhelm Reich sull'energia orgonica: tale energia, a detta di Reich, coprirebbe tutto lo spazio, è di colore blu, e un impoverimento o il blocco di questa all'interno del nostro corpo, causerebbe la comparsa di svariate malattie, specialmente di natura psichica. Ovviamente, com'è logico intuire, queste teorie non vennero mai riconosciute dalla comunità scientifica.

Ighina fondava tutte le sue invenzioni sulla "Filosofia della Spirale", e sosteneva che attraverso l'applicazione di questo principio, basato a grandi linee sulla Filomazia, si sarebbe potuta migliorare la vita dell'uomo, attraverso artefatti elettromagnetici. All'età di 16 anni, Ighina scopre l'Atomo Magnetico, grazie a un microscopio particolare creato di sua mano. Lo scienziato lombardo disse di averlo scisso in due monopoli magnetici: uno positivo, l'energia solare, e uno negativo, la Terra. L'energia solare si congiunge alla Terra sotto forma di spirale e riscalda tramite l'attrito, mentre dalla Terra il monopolo negativo si ricongiunge al Sole attraverso un movimento a spirale opposto. Da questo scontro, trae origine la materia e la vita, ciascuna scandita da un proprio ritmo. Inoltre, sempre per conto di Ighina, esattamente al centro del Sole, risiederebbe un cuore magnetico dalle pulsazioni e i ritmi del tutto simili a quelli dell'organo vitale di un individuo umano.

Ma gli studi di Ighina non si fermano qui. Dichiarò infatti di poter rigenerare cellule morte, di allontanare i terremoti (Valvola antisismica) e allontanare o avvicinare le nuvole (macchina della pioggia). In un libro pubblicato nel 1954, l'Atomo Magnetico, lo scienziato milanese ipotizzava diversi esperimenti quali la già citata Valvola antisismica, o alcuni metodi alternativi per la trasmissione di immagini televisive, o di come effettuare le analisi del sottosuolo in profondità, e come annullare le radiazioni e l'inquinamento e produrre energia elettrica dal nulla.

LA MACCHINA DELLA PIOGGIA -  Ighina aveva sviluppato un marchingegno in grado di riprodurre la pioggia o di scacciare le nuvole. Questo macchinario era costituito da un elica di elicottero rivolta verso l'alto, e da due gruppi di tubi posti rispettivamente in superficie e sottoterra, ed entrambi caricati con polvere di alluminio. Secondo lo scienziato, i tubi si caricavano grazie all'energia solare: questa energia, poi, sarebbe stata usata per produrre l'allontanamento qualora l'energia fosse di polarità positiva; nel caso invece in cui l'energia fosse negativa, questa polarità avrebbe permesso un processo in grado di innescare un'attrazione che avrebbe consentito l'avvicinamento delle nuvole fino poi a scatenare la pioggia.

IL SUO RAPPORTO CON GUGLIELMO MARCONI: Ighina ha sempre sostenuto di aver collaborato con Guglielmo Marconi, nonostante molte scoperte fossero poi riconosciute all'inventore emiliano (un classico quando si parla di Marconi, chiedere a Tesla). A proposito di Marconi, Ighina fece un'affermazione sconvolgente riguardo alla sua morte: secondo lui, infatti, la morte improvvisa di Marconi sarebbe stata causata da un esperimento condotto da quest'ultimo sull'Atomo Magnetico senza la sua supervisione e, per questo motivo, si sarebbe concluso tragicamente.

Ighina non brevettò nessuna delle sue invenzioni. In primo luogo perché riteneva che il sapere doveva essere condiviso con tutti, e poi, come sostenne un suo collaboratore, Luigi Fanton, temeva per la sua vita, visto che per la comunità scientifica queste scoperte venivano ritenute scomode. Ighina morì a Imola a 95 anni, senza aver potuto godere del successo derivato dalle sue scoperte. Un'ingiustizia purtroppo condivisa con altri grandi menti dell'umanità.

Vi lasciamo con un filmato di Ighina dove spiega la sua più grande invenzione, la macchina della pioggia, e i motivi per la quale è stata osteggiata.


Mente libera, occhi aperti
                                                 Lo Sciacallo, Marcus L. Mason


                                      
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